Appena pubblicati i dati ufficiali sull'inflazione e sulla spesa personale negli Stati Uniti relativi al mese di gennaio. La tipologia di dato sui prezzi più seguito dalla Fed, l’indice PCE YoY si è attestato al 2,5%, in linea con le attese e leggermente inferiore rispetto al 2,6% di dicembre 2024. La componente “Core”, vale a dire quella decurtata da alimentari ed energia, il Core PCE YoY, registra un 2,6%, anch’esso in linea con le attese e in diminuzione dal precedente 2,9% (valore rettificato oggi dal 2,8%), segnalando una moderata attenuazione delle pressioni inflazionistiche.
Sul fronte della domanda interna, i redditi personali sono cresciuti dello 0,9%, nettamente oltre le previsioni dello 0,4% e in forte accelerazione rispetto al +0,4% precedente. In controtendenza la spesa personale, che diminuisce del -0,2%, molto al di sotto delle attese (+0,2%) e del dato precedente (+0,8%), indicando un possibile rallentamento della domanda.
I dati mostrano un quadro inflazionistico in miglioramento, ma il forte aumento dei redditi, accompagnato da un calo inatteso della spesa, potrebbe suggerire prudenza dal punto di vista della crescita. In poche parole, gli americani guadagnano di più ma spendono meno e questa deduzione combacia con la fiducia dei consumatori crollata la scorsa settimana.
Questo mix non ha avuto impatti significativi sulle attese di politica monetaria, con i futures sui Fed Funds che dopo il dato continuano a scontare 2 tagli da 25 bps entro fine anno e con una probabilità del 37% anche un terzo.
Con questo dato, giunto al termine di una settimana difficile, il quadro è ormai chiaro:
Le trimestrali di Wall Street, ormai giunte quasi al termine, hanno evidenziato nell'ultimo trimestre un aumento degli utili dello S&P 500 del 10,07% e del 21% del Nasdaq 100, trainato dai profitti delle grandi aziende in quanto per i 3279 componenti del Nasdaq composite, il rialzo medio degli utili è stato solo dell'1% scarso.
Questo contesto ci descrive un tessuto economico americano che non è "ampio" nel suo sviluppo e che necessiterebbe di tassi più bassi per essere rilanciato, ma dall'altra parte c'è una Fed che dopo aver sbagliato i conti con l'inflazione nel 2021, non può permettersi un nuovo errore, ed i dazi all'orizzonte aumentano notevolmente la possibilità di un aumento dell'inflazione negli USA nei prossimi trimestri.
Il buon senso non è una dote particolarmente diffusa, ma forse in questo momento qualcuno dovrebbe consigliare qualcun altro che il "giocattolo funziona" e che l'unico rischio che si corre volendolo modificare è romperlo!
Sul fronte della domanda interna, i redditi personali sono cresciuti dello 0,9%, nettamente oltre le previsioni dello 0,4% e in forte accelerazione rispetto al +0,4% precedente. In controtendenza la spesa personale, che diminuisce del -0,2%, molto al di sotto delle attese (+0,2%) e del dato precedente (+0,8%), indicando un possibile rallentamento della domanda.
I dati mostrano un quadro inflazionistico in miglioramento, ma il forte aumento dei redditi, accompagnato da un calo inatteso della spesa, potrebbe suggerire prudenza dal punto di vista della crescita. In poche parole, gli americani guadagnano di più ma spendono meno e questa deduzione combacia con la fiducia dei consumatori crollata la scorsa settimana.
Questo mix non ha avuto impatti significativi sulle attese di politica monetaria, con i futures sui Fed Funds che dopo il dato continuano a scontare 2 tagli da 25 bps entro fine anno e con una probabilità del 37% anche un terzo.
Con questo dato, giunto al termine di una settimana difficile, il quadro è ormai chiaro:
Le trimestrali di Wall Street, ormai giunte quasi al termine, hanno evidenziato nell'ultimo trimestre un aumento degli utili dello S&P 500 del 10,07% e del 21% del Nasdaq 100, trainato dai profitti delle grandi aziende in quanto per i 3279 componenti del Nasdaq composite, il rialzo medio degli utili è stato solo dell'1% scarso.
Questo contesto ci descrive un tessuto economico americano che non è "ampio" nel suo sviluppo e che necessiterebbe di tassi più bassi per essere rilanciato, ma dall'altra parte c'è una Fed che dopo aver sbagliato i conti con l'inflazione nel 2021, non può permettersi un nuovo errore, ed i dazi all'orizzonte aumentano notevolmente la possibilità di un aumento dell'inflazione negli USA nei prossimi trimestri.
Il buon senso non è una dote particolarmente diffusa, ma forse in questo momento qualcuno dovrebbe consigliare qualcun altro che il "giocattolo funziona" e che l'unico rischio che si corre volendolo modificare è romperlo!
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