Proviamo a sganciarci dalla telenovela tra Musk e Trump che sta raggiungendo livelli impensabili anche a chi era convinto, fin dallo scorso autunno, che sarebbe stata solo questione di "quando" e non di "se" la relazione tra i due si sarebbe rotta.
Tra accuse implicite di pedofilia, richieste di impeachement e dall'altra parte minacce di eliminare tutti i contratti federali di Musk con il governo degli Stati Uniti, Tesla è crollata ieri del 16% ma anche il titolo Trump Media dell'8%. Solo questa perdita di denaro su entrambi i fronti potrebbe portare a miti consigli tra i due ed abbassare i toni.
Ma oggi ci sono i dati sull'occupazione che sono tra i pochi a mettere da parte il rumore che i due stanno creando. Concentriamoci su questi!
Alle 14:30, ora italiana, saranno pubblicati i dati sull’occupazione negli Stati Uniti, considerati un indicatore cruciale della salute economica USA. Le aspettative puntano a un rallentamento della crescita occupazionale, con circa 126.000 nuovi posti di lavoro stimati a maggio, in calo rispetto ai 177.000 di aprile.
Questo rallentamento non indica una crisi immediata, ma segnala prudenza tra aziende e consumatori statunitensi preoccupati dagli effetti delle politiche tariffarie dell’amministrazione Trump. Queste misure protezionistiche, aumentando potenzialmente i costi aziendali e alimentando l'inflazione, stanno già deprimendo il sentiment nei settori manifatturiero e dei servizi.
Il dato odierno sull'occupazione potrebbe avere un impatto decisivo sui mercati. Un risultato inferiore ai 100.000 nuovi posti potrebbe scatenare immediati timori di recessione, spingendo gli investitori verso asset più sicuri e costringendo la Federal Reserve ad accelerare gli interventi sui tassi di interesse. Viceversa, una cifra superiore alle attese potrebbe intensificare i timori inflazionistici, esercitando comunque pressioni sulla Fed per ulteriori aumenti dei tassi.
La solidità del mercato del lavoro statunitense è cruciale non solo per l’economia interna americana, dove il consumo rappresenta circa il 70% del PIL nazionale, ma anche per la stabilità economica globale, già sotto stress a causa delle continue tensioni commerciali.
La Federal Reserve deve pertanto gestire con estrema cautela questo equilibrio fragile, cercando di contenere l’inflazione senza frenare eccessivamente la crescita economica. Il dato di oggi offrirà quindi indicazioni fondamentali per comprendere se l’economia americana è ancora in grado di navigare in un contesto sempre più incerto e complesso.
Tra accuse implicite di pedofilia, richieste di impeachement e dall'altra parte minacce di eliminare tutti i contratti federali di Musk con il governo degli Stati Uniti, Tesla è crollata ieri del 16% ma anche il titolo Trump Media dell'8%. Solo questa perdita di denaro su entrambi i fronti potrebbe portare a miti consigli tra i due ed abbassare i toni.
Ma oggi ci sono i dati sull'occupazione che sono tra i pochi a mettere da parte il rumore che i due stanno creando. Concentriamoci su questi!
Alle 14:30, ora italiana, saranno pubblicati i dati sull’occupazione negli Stati Uniti, considerati un indicatore cruciale della salute economica USA. Le aspettative puntano a un rallentamento della crescita occupazionale, con circa 126.000 nuovi posti di lavoro stimati a maggio, in calo rispetto ai 177.000 di aprile.
Questo rallentamento non indica una crisi immediata, ma segnala prudenza tra aziende e consumatori statunitensi preoccupati dagli effetti delle politiche tariffarie dell’amministrazione Trump. Queste misure protezionistiche, aumentando potenzialmente i costi aziendali e alimentando l'inflazione, stanno già deprimendo il sentiment nei settori manifatturiero e dei servizi.
Il dato odierno sull'occupazione potrebbe avere un impatto decisivo sui mercati. Un risultato inferiore ai 100.000 nuovi posti potrebbe scatenare immediati timori di recessione, spingendo gli investitori verso asset più sicuri e costringendo la Federal Reserve ad accelerare gli interventi sui tassi di interesse. Viceversa, una cifra superiore alle attese potrebbe intensificare i timori inflazionistici, esercitando comunque pressioni sulla Fed per ulteriori aumenti dei tassi.
La solidità del mercato del lavoro statunitense è cruciale non solo per l’economia interna americana, dove il consumo rappresenta circa il 70% del PIL nazionale, ma anche per la stabilità economica globale, già sotto stress a causa delle continue tensioni commerciali.
La Federal Reserve deve pertanto gestire con estrema cautela questo equilibrio fragile, cercando di contenere l’inflazione senza frenare eccessivamente la crescita economica. Il dato di oggi offrirà quindi indicazioni fondamentali per comprendere se l’economia americana è ancora in grado di navigare in un contesto sempre più incerto e complesso.
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