Il debito pubblico statunitense cresce a ritmi allarmanti, alimentato da politiche fiscali aggressive e una gestione discutibile delle emissioni di debito da parte della precedente e dall'attuale amministrazione. Se è vero che la superficialità nella politica economica può sembrare goffamente innocua, sui mercati finanziari questa può invece provocare onde anomale con conseguenze pesanti.
La scelta di Bessent, che aveva pesantemente criticato la Yellen per le sue emissioni “troppo corte”, va nella stessa identica direzione dell’amministrazione democratica e questo avviene continuando a privilegiare emissioni a breve termine, piuttosto che assicurarsi tassi bassi su scadenze lunghe.
Questa potrebbe sembrare una strategia brillante per contenere temporaneamente i rendimenti, ma rischia di trasformarsi in una trappola! Nel momento in cui l'inflazione dovesse nuovamente accelerare, ipotesi per nulla da scartare, o gli investitori percepissero una minaccia sulla sostenibilità fiscale, i rendimenti potrebbero esplodere verso l'alto, costringendo gli Stati Uniti a rifinanziarsi a costi decisamente più onerosi.
Questo scenario di crescente nervosismo non è solo ipotetico: gli investitori già dimostrano scarsa tolleranza verso emissioni di lungo periodo, rendendo estremamente delicato qualsiasi tentativo di estendere la duration del debito USA. La politica di emissione di breve termine appare quindi come una mossa pericolosamente difensiva, utile forse a calmare temporaneamente le acque, ma che lascia il Paese vulnerabile a improvvisi shock di mercato.
Non mi sorprenderebbe scoprire che dietro l'apparente goffaggine di alcune dichiarazioni di Trump ci sia una precisa intenzione: evitare, almeno per il momento, che i mercati si focalizzino sulla bomba a orologeria del deficit federale, un buco di bilancio che impallidirebbe anche il più audace speculatore.
Da tempo sostengo la necessità di guardare con estrema cautela ai Treasury statunitensi. Non dimentichiamo che, per una precisa scelta etica, i titoli di Stato USA non trovano spazio nei fondi ESG più seri, a causa della presenza della pena di morte negli Stati Uniti. Questo elemento apparentemente marginale assume oggi un valore concreto, poiché sposta l'attenzione verso alternative più sostenibili e, in questo momento, persino più convenienti: il debito sovrano europeo.
L'Eurozona, da tutti noi spesso criticata per una politica di austerità ritenuta eccessiva, oggi paradossalmente si trova a beneficiare proprio di quella prudenza che ne aveva frenato lo sviluppo economico. Investire con cinico opportunismonel debito europeo non solo risponde a criteri etici più elevati, ma in questo momento può rappresentare una scelta strategicamente intelligente per chi voglia evitare l'incertezza che aleggia sui Treasury.
La superficialità, in economia come in finanza, non paga mai. È tempo di scegliere con attenzione e cinico opportunismo la strada da seguire ed il grafico allegato con le diverse curve dei rendimenti USA, Italia e Germania, con i relativi spread vs i Treasury, deve lasciar riflettere.
La scelta di Bessent, che aveva pesantemente criticato la Yellen per le sue emissioni “troppo corte”, va nella stessa identica direzione dell’amministrazione democratica e questo avviene continuando a privilegiare emissioni a breve termine, piuttosto che assicurarsi tassi bassi su scadenze lunghe.
Questa potrebbe sembrare una strategia brillante per contenere temporaneamente i rendimenti, ma rischia di trasformarsi in una trappola! Nel momento in cui l'inflazione dovesse nuovamente accelerare, ipotesi per nulla da scartare, o gli investitori percepissero una minaccia sulla sostenibilità fiscale, i rendimenti potrebbero esplodere verso l'alto, costringendo gli Stati Uniti a rifinanziarsi a costi decisamente più onerosi.
Questo scenario di crescente nervosismo non è solo ipotetico: gli investitori già dimostrano scarsa tolleranza verso emissioni di lungo periodo, rendendo estremamente delicato qualsiasi tentativo di estendere la duration del debito USA. La politica di emissione di breve termine appare quindi come una mossa pericolosamente difensiva, utile forse a calmare temporaneamente le acque, ma che lascia il Paese vulnerabile a improvvisi shock di mercato.
Non mi sorprenderebbe scoprire che dietro l'apparente goffaggine di alcune dichiarazioni di Trump ci sia una precisa intenzione: evitare, almeno per il momento, che i mercati si focalizzino sulla bomba a orologeria del deficit federale, un buco di bilancio che impallidirebbe anche il più audace speculatore.
Da tempo sostengo la necessità di guardare con estrema cautela ai Treasury statunitensi. Non dimentichiamo che, per una precisa scelta etica, i titoli di Stato USA non trovano spazio nei fondi ESG più seri, a causa della presenza della pena di morte negli Stati Uniti. Questo elemento apparentemente marginale assume oggi un valore concreto, poiché sposta l'attenzione verso alternative più sostenibili e, in questo momento, persino più convenienti: il debito sovrano europeo.
L'Eurozona, da tutti noi spesso criticata per una politica di austerità ritenuta eccessiva, oggi paradossalmente si trova a beneficiare proprio di quella prudenza che ne aveva frenato lo sviluppo economico. Investire con cinico opportunismonel debito europeo non solo risponde a criteri etici più elevati, ma in questo momento può rappresentare una scelta strategicamente intelligente per chi voglia evitare l'incertezza che aleggia sui Treasury.
La superficialità, in economia come in finanza, non paga mai. È tempo di scegliere con attenzione e cinico opportunismo la strada da seguire ed il grafico allegato con le diverse curve dei rendimenti USA, Italia e Germania, con i relativi spread vs i Treasury, deve lasciar riflettere.
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