È ancora allarme per l’aumento del costo della vita e dell’inflazione e il conseguente mancato aumento degli stipendi.
Come scrive stamattina La Nazione, a fotografare la situazione di grande difficoltà delle famiglie fiorentine è l’Ufficio studi e statistica della Camera di Commercio di Firenze, secondo il quale tra il 2019 e il 2025 il potere d’acquisto a Firenze si è ridotto mediamente del 4,5%. Il calo è dovuto, da una parte, all’aumento dei prezzi di beni e servizi del 18,6% nel corso degli ultimi sei anni, dall’altra all’aumento molto più contenuto degli stipendi, cresciuti in media del 12%, troppo poco per stare al passo con l’inflazione.
La conseguenza, spiega il quotidiano, è che nel corso degli ultimi anni sono cresciute le difficoltà a far quadrare i conti a fine mese, e per questo in tantissimi sono stati costretti a fare dei tagli, con conseguenze intuibili sul sistema produttivo ed economico.
Secondo Federconsumatori in media nel 2025 ogni cittadino arriverà a spendere ben 1438 in più per energia, casa, cibo e bollette. Com’è noto, in una città già fortemente in difficoltà con il costo dell’abitare come Firenze, i prezzi degli affitti sono saliti ancora del cinque per cento, anche se nei palazzi in cui si concentrano molti alloggi dati in affitto breve i costi condominiali arrivano a crescere ancora.
Ma l’aumento è generale, dai trasporti fino alle cure mediche, da luce e gas alle spese per la casa.
E molti, quindi, hanno deciso di tagliare: tra chi per risparmiare punta sulla minore qualità del cibo, chi ha rinunciato a ponti e vacanze, chi ha deciso di frequentare meno cinema, teatri o ristoranti. Ma in tanti sono stati costretti a rinunciare a visite mediche specialistiche o all’attività sportiva.
Il tutto, aggiunge La Nazione, mentre l’inflazione percepita è assai superiore di quella reale: se infatti il valore è del 2%, i fiorentini la ritengono molto più alta, intorno al 12%, complice la sensazione di costante rincaro che da qualche anno ormai contraddistingue l’umore dei consumatori.
Senza interventi strutturali a sostegno dei salari e dei residenti, avverte Federconsumatori, il rischio è che venga compromessa la stabilità sociale.
Come scrive stamattina La Nazione, a fotografare la situazione di grande difficoltà delle famiglie fiorentine è l’Ufficio studi e statistica della Camera di Commercio di Firenze, secondo il quale tra il 2019 e il 2025 il potere d’acquisto a Firenze si è ridotto mediamente del 4,5%. Il calo è dovuto, da una parte, all’aumento dei prezzi di beni e servizi del 18,6% nel corso degli ultimi sei anni, dall’altra all’aumento molto più contenuto degli stipendi, cresciuti in media del 12%, troppo poco per stare al passo con l’inflazione.
La conseguenza, spiega il quotidiano, è che nel corso degli ultimi anni sono cresciute le difficoltà a far quadrare i conti a fine mese, e per questo in tantissimi sono stati costretti a fare dei tagli, con conseguenze intuibili sul sistema produttivo ed economico.
Secondo Federconsumatori in media nel 2025 ogni cittadino arriverà a spendere ben 1438 in più per energia, casa, cibo e bollette. Com’è noto, in una città già fortemente in difficoltà con il costo dell’abitare come Firenze, i prezzi degli affitti sono saliti ancora del cinque per cento, anche se nei palazzi in cui si concentrano molti alloggi dati in affitto breve i costi condominiali arrivano a crescere ancora.
Ma l’aumento è generale, dai trasporti fino alle cure mediche, da luce e gas alle spese per la casa.
E molti, quindi, hanno deciso di tagliare: tra chi per risparmiare punta sulla minore qualità del cibo, chi ha rinunciato a ponti e vacanze, chi ha deciso di frequentare meno cinema, teatri o ristoranti. Ma in tanti sono stati costretti a rinunciare a visite mediche specialistiche o all’attività sportiva.
Il tutto, aggiunge La Nazione, mentre l’inflazione percepita è assai superiore di quella reale: se infatti il valore è del 2%, i fiorentini la ritengono molto più alta, intorno al 12%, complice la sensazione di costante rincaro che da qualche anno ormai contraddistingue l’umore dei consumatori.
Senza interventi strutturali a sostegno dei salari e dei residenti, avverte Federconsumatori, il rischio è che venga compromessa la stabilità sociale.
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