Era il primo pomeriggio del 24 giugno quando Marco Becattini, presidente dell’associazione ‘Liberamente abile sport e viaggi’ e figura nota per il suo impegno nella tutela dei diritti delle persone con disabilità, ha vissuto un’esperienza difficile che pone interrogativi profondi sull’empatia e sull’assistenza in città. Becattini, che in passato ha anche ricoperto il ruolo di coordinatore regionale per la disabilità per Forza Italia, si stava spostando in carrozzina elettrica come ogni giorno, attraversando via Alamanni dopo essere uscito dalla galleria commerciale della stazione di Santa Maria Novella, diretto verso via della Scala.
Ma proprio in quel momento, nel pieno di un’ondata di calore che stringeva Firenze in una morsa di afa e temperature sopra i 40 gradi, la carrozzina ha avuto un blackout. Immobilizzato in mezzo alla strada, Becattini si è trovato in grave difficoltà: “Improvvisamente si è bloccata la carrozzina e mi sono ritrovato in mezzo alla strada senza sapere come fare. Ho avuto molta paura”, ha raccontato a La Nazione.
Due ore sotto il sole e nell’indifferenza
Inizia così un’odissea durata oltre due ore, sotto un sole impietoso e nella totale indifferenza dei passanti. “Ho chiesto aiuto, ma era come se fossi invisibile. Nessuno si è fermato se non una persona, un uomo, che dopo avermi aiutato a salire sul marciapiede mi ha pure chiesto dei soldi”, racconta Becattini. Rimasto sul marciapiede ma ancora bloccato, ha tentato disperatamente di trovare qualcuno in grado di far ripartire la carrozzina, ma nessuno si è fermato ad aiutarlo.
Anche i tentativi via telefono si sono rivelati vani. Il 118, contattato da Marco, non aveva in quel momento né ambulanze né auto attrezzate disponibili. “Mi sono visto perso. Alla fine ho chiamato un’amica che, fortunatamente, è riuscita a liberarsi e a correre da me”. Solo grazie a lei l’incubo si è concluso.
Un appello alla città: non restate indifferenti
Becattini ha voluto condividere quanto accaduto non solo per denunciare l’accaduto, ma anche per lanciare un messaggio forte alla città: “Stare solo, bloccato, senza poter fare nulla per uscire da quella situazione non è stato semplice per me, peraltro è una brutta zona, sarebbe potuto accadere qualcosa di veramente brutto. Voglio invitare le persone a riflettere sul fatto che le difficoltà possono capitare a chiunque, non bisogna girarsi dall’altra parte, bisogna offrire il proprio aiuto con gentilezza a chi ne ha bisogno”. Una riflessione che parte dalla sua esperienza ma che riguarda tutti: la disabilità non deve essere un elemento di invisibilità sociale.
La risposta del Comune: “Firenze non abbassi la guardia”
A seguito del suo racconto, l’assessore al Welfare del Comune di Firenze, Nicola Paulesu, ha voluto esprimere personalmente la sua vicinanza a Marco Becattini. L’assessore ha già fissato un incontro con lui per approfondire quanto accaduto e per raccogliere proposte su come migliorare la risposta cittadina in casi simili. “Il lavoro da fare sulla sensibilizzazione della comunità è sempre molto e siamo impegnati su questo fronte. Firenze è una città attenta e solidale ma non dobbiamo abbassare la guardia e non possiamo non dare il giusto valore a episodi come questo”, ha dichiarato Paulesu.
Un monito importante: Firenze, che ambisce a essere una città sempre più inclusiva, deve continuare a investire nell’accessibilità e nella cultura della solidarietà. Episodi come quello vissuto da Becattini ci ricordano che non bastano le infrastrutture se manca l’attenzione umana.
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