Da quando Adli, Bove e Cataldi giocano assieme c’è stata la svolta

Bene, bravi, bis! Anzi, tris! La Fiorentina si appresta ad andare a Marassi per affrontare il Genoa di Gilardino in cerca del poker di vittorie consecutive in Serie A, che vorrebbe anche dire sesta di fila considerando anche la Conference League. L’occasione è invitante, non solo per il livello dell’avversario, ma anche perché le vittorie in goleada con Lecce, Roma e anche San Gallo hanno dato risposte e segnali che fanno più che ben sperare.
 
I 15 gol messi a referto dalla squadra di Palladino a fronte dei 3 incassati potrebbero parlare da soli, ma oltre alla prolificità dell’attacco viola ci sono tanti altri indicatori che inducono all’ottimismo. Al netto degli assenti, dietro la squadra viola ha fatto balzi da gigante, la mediana ancor di più.
 
Sarà un caso, forse no. Da quando Palladino ha virato per un centrocampo in cui convivessero Adli, Bove e Cataldi contemporaneamente c’è stata la svolta. Insieme sono stati schierati per la prima volta dal 1’ col Milan, guarda caso, poi a Lecce e con la Roma. Percorso netto, dunque, con Richardson che ogni tanto ha fatto rifiatare uno dei tre, ad esempio a San Gallo, mentre Mandragora è stato ai box per infortunio.
 
Sarà un caso, bis, ma dopo aver trovato la casella perfetta per Bove a sinistra, in questo ruolo un po’ fluido tra l’esterno, il mediano, il tornante (o uomo ovunque), con Adli a costruire assieme a Cataldi e Colpani a destra la Fiorentina ha iniziato a volare.
 
L’ex Roma macina chilometri come un ossesso, ma guai a pensare che sia solo ‘un cane malato’ come lo definì Mourinho. Bove non fa solo quantità, ma ha nei piedi e nella testa anche tanta qualità. E lo si è visto con la Roma, tra rigore procurato e gol di pregevole fattura. Adli continua col suo essere apatico per lunghi tratti di partita, ma quando si accende inventa calcio, come a Lecce, con quel filtrante per Dodo che ha portato al rosso di Gallo che ha ricordato a molti come si giocasse al calcio prima dei tempi di Italiano, cioè in verticale. Fu lui stesso a dirlo in sede di presentazione, dichiarando di non essere interessato ad avere il 100% di accuratezza nei passaggi facendoli solo a pochi metri, in orizzontale. Meglio cercarne di più difficili, ma in verticale, cercando di propiziare azioni pericolose. E lo si è visto. Anzi, lo si vide subito, quando col Monza mise quel pallone dalla bandierina sulla testa di Gosens che volle dire 2-2. Poi c’è Cataldi, altro che ha avuto un impatto super con la Fiorentina. Prestazioni negative o sbagliate non se ne ricordano fin qui da parte dell’ex Lazio, che ci sia stato da costruire o interdire, con anche due reti a Lecce che male non hanno fatto, anzi.
 
Intanto Mandragora è rientrato almeno tra i disponibili avendo giocato ieri con la Primavera. Sarà, ovviamente, da vedere quanto e se ne avrà già per giovedì. E poi c’è la soluzione Quarta, che nel finale di partita con la Roma Palladino ha utilizzato da centrocampista. Poi, come detto, c’è Richardson, apparso ancora un po’ acerbo, ma di cui si intravedono qualità e doti tutte ancora da scoprire.
 
Insomma, la mediana va. Ora sì, guarda caso da quando giocano tutti e tre, quelli che la Roma, la Lazio e il Milan hanno considerato scarti, che la Fiorentina ha preso al volo e che adesso stanno facendo la differenza. Sperando che, già per giovedì, stiano tutti bene, ancora.

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