In 72 ore Yacine Adli non solo si è preso lo sfizio di buttarla dentro due volte, tra l’altro sbloccando entrambe le sfide con The New Saints e con il gol dell’ex al Milan, ma ha anche convinto sempre più che adesso, finalmente, la mediana della Fiorentina ha ufficialmente un senso, un bel senso.
Adli a costruire, Cataldi al suo fianco e Bove a fare su e giù come un cane, no via malato è brutto, affamato, ecco, già meglio. Assieme a loro dentro anche Richardson, altro elemento che sembra essere dotato di buoni piedi, intelligenza calcistica e che presto potrebbe prendersi i gradi di titolare. A questo pacchetto va aggiunto anche Mandragora, per quanto ai box per infortunio, che non solo è l’unico superstite del vecchio centrocampo, ma è anche l’unico superstite del centrocampo con cui Palladino ha lavorato tutta l’estate e affrontato le primissime sfide stagionali, ovvero con Amrabat e Bianco, entrambi ceduti.
Ecco, dunque, che quella col Milan segna la transizione definitiva dal vecchio al nuovo, tra l’altro con ottimi risultati, un bel 4 3 2 1 con tanta qualità in più data da Adli, geometrie da Cataldi e interdizione data da Bove. Ed ecco che i vari Duncan, Castrovilli, Maxime Lopez, Arthur, Barak e Infantino sono già un lontano ricordo, qualcuno più e altri meno piacevoli, mentre qualcuno di questi è già stato rimosso dai cassetti della memoria. E poi c’è Jack Bonaventura, che meriterebbe un capitolo a parte se non fosse che il tema su cui ci stiamo concentrando è legato a presente e futuro piuttosto che al passato.
Ed ecco che Adli rispetto ad Arthur, magari avrà meno regia ma ha più gol nei piedi, più verticalità e soprattutto più costanza a livello fisico. Toccate scaramantiche a parte, infatti, Adli non ha mai trovato grande continuità al Milan ma non perché continuamente ai box per infortuni o acciacchi come il brasiliano.
Cataldi e Bove, rispetto a tutto il resto del pacchetto mediano sono già sulla carta di un altro livello rispetto ad Alfredino Duncan, a cui vogliamo tutti più o meno bene, ma che non ha piedi e tecnica alla Iniesta. Il Maxime Lopez visto l’anno scorso a Firenze non sembrava già all’epoca quello che si era visto al Sassuolo, per cui anche di lui non se ne sente molto la mancanza, ecco. A Barak ci siamo un po’ tutti affezionati per alcuni gol in Conference, magari allo scadere o ai supplementari come a Basilea, ma dopo l’infortunio che lo costrinse a saltare tutta la scorsa preparazione non si è più avvicinato a buoni livelli, comunque sempre lontanissimi rispetto a quelli di Verona. Poi, come detto, c’è Bonaventura. Che a qualcuno mancherà, ad altri meno ed altri no. Ma comunque la si pensi su Jack, sulle voci di quel gennaio sulla Juve, sull’approdo all’Al Shabab e sui tira e molla per il rinnovo di contratto durato tutto l’anno scorso, sembrava già in fase calante da ormai diversi mesi. Per memo rivedersi i clamorosi gol sbagliati ad Atene in Finale di Conference. Castrovilli era mezzo rotto e ormai fuori dai piani a livello di rapporti col club, perciò è impossibile avere paragoni o fare paralleli. Ma come detto, il tema su cui ci stiamo concentrando è legato a presente e futuro piuttosto che al passato.
E la serata col Milan di domenica scorsa potrebbe essere davvero quella della ‘storia’, non (sol)tanto perché De Gea ha parato due rigori o perché la Fiorentina ha battuto i rossoneri ed è risalita in classifica, ma anche perché il trittico di centrocampo Adli, Cataldi e Bove sembra essere un gran bel presente, con un sapore di futuro che si chiama Richardson. Più Mandragora, s’intende. Con buona pace di chi rimpiangeva Torreira, Arthur e chi ha ringraziato Amrabat per aver ‘fatto un favore’ alla Fiorentina scendendo in campo a inizio stagione (e invece sarebbe solamente il suo dovere), forse forse Palladino ha trovato davvero la quadra. Ah, giusto per ricordare un aspetto: Richardson è l’unico di proprietà, costato 10 milioni, gli altri sono in prestito con diritti o obblighi condizionati per rispettivamente 13 milioni Adli, 4 Cataldi e 11,5 Bove. Quindi, ecco, intanto pensiamo all’oggi, poi per il domani si vedrà.
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