Calo di iscrizioni di un terzo nel Centro fiorentino istruzione adulti, il Cpia 2, che comprende alcuni comuni della provincia tra Mugello e Valdarno, passando per Chianti e Valdisieve. A dare l'allarme Flc Cgil e Gilda, nel corso di un incontro pubblico a Pontassieve organizzato per illustrare i motivi che secondo il sindacato hanno indebolito l'offerta formativa della scuola e messa a rischio la sua capacità di accoglienza degli studenti.
"Da quest'anno - spiegano Flc Cgil e Gilda - le decisioni vengono assunte dalla dirigenza senza il dovuto ascolto del personale, soprattutto di coloro che da anni prestano la loro opera nel Cpia, e senza la dovuta considerazione delle specificità di questa istituzione scolastica. Il risultato è una gestione caratterizzata da aspetti contraddittori, confusionari e controproducenti, che sono stati ampiamente argomentati e confermati anche dai tanti interventi di enti locali e associazioni". E il risultato di questa situazione, denunciano, "è un drastico calo delle iscrizioni, di un terzo".
Le organizzazioni sindacali spiegano che la dirigente "si è dichiarata disponibile a qualsiasi confronto con i soggetti interessati". Da qui la richiesta agli enti locali per avviare una discussione "affinché quanto prima il Cpia torni a essere un punto di riferimento imprescindibile nella lotta alla dispersione scolastica, nella promozione delle fasce più deboli della popolazione e nel dare risposta ai bisogni dalle richieste del territorio".
Il Cpia, viene ricordato in una nota, ha lo scopo di garantire a giovani e adulti privi di qualunque titolo di studio almeno il conseguimento della terza media e l'assolvimento dell'obbligo di istruzione; oltre a garantire ai migranti inseriti in percorsi di accoglienza o già residenti in Italia il raggiungimento di una sufficiente conoscenza della lingua italiana, necessario per il rilascio del permesso di soggiorno o per la richiesta della cittadinanza.
"Da quest'anno - spiegano Flc Cgil e Gilda - le decisioni vengono assunte dalla dirigenza senza il dovuto ascolto del personale, soprattutto di coloro che da anni prestano la loro opera nel Cpia, e senza la dovuta considerazione delle specificità di questa istituzione scolastica. Il risultato è una gestione caratterizzata da aspetti contraddittori, confusionari e controproducenti, che sono stati ampiamente argomentati e confermati anche dai tanti interventi di enti locali e associazioni". E il risultato di questa situazione, denunciano, "è un drastico calo delle iscrizioni, di un terzo".
Le organizzazioni sindacali spiegano che la dirigente "si è dichiarata disponibile a qualsiasi confronto con i soggetti interessati". Da qui la richiesta agli enti locali per avviare una discussione "affinché quanto prima il Cpia torni a essere un punto di riferimento imprescindibile nella lotta alla dispersione scolastica, nella promozione delle fasce più deboli della popolazione e nel dare risposta ai bisogni dalle richieste del territorio".
Il Cpia, viene ricordato in una nota, ha lo scopo di garantire a giovani e adulti privi di qualunque titolo di studio almeno il conseguimento della terza media e l'assolvimento dell'obbligo di istruzione; oltre a garantire ai migranti inseriti in percorsi di accoglienza o già residenti in Italia il raggiungimento di una sufficiente conoscenza della lingua italiana, necessario per il rilascio del permesso di soggiorno o per la richiesta della cittadinanza.
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