Per il sistema moda della Toscana "insistiamo a chiedere che si trovino soluzioni che consentano di salvaguardare occupati e imprese che stanno terminando la cassa integrazione, soluzioni che consentano di poter arrivare vivi alla ripresa produttiva". Lo afferma in una nota Gianluca Persico, segretario generale della Filctem Cgil Toscana.
"Sono settori ad alta vocazione artigiana - sostiene Persico -, legata alle committenze dei brand, ma che di fatto costituiscono una massa importante in un sistema caratterizzato dall'alta densità di piccole imprese e di imprese artigiane. In Toscana, come nel resto del Paese, il perdurare di questa crisi rischia di decimare questo tipo di tessuto produttivo che detiene le capacità, l'esperienza professionale, l'attitudine manifatturiera artigiana e tecnologica per sviluppare prodotti ad alto valore aggiunto".
Come Filctem Cgil Toscana, conclude il sindacalista, "non ci stiamo e non accettiamo di veder distruggere dei settori rilevanti per l'economia del territorio e per i livelli occupazionali che impiega, non ci stiamo a veder distruggere professionalità, competenze, storia, passione e inventiva a scapito delle produzioni di massa fatte nei paesi stranieri dove non si rispettano ambiente e diritti dei lavoratori e delle persone. L'occasione è unica, salvaguardare l'eccellenza ed il patrimonio della moda italiana evitando di commettere errori già fatti in altri settori dove il Paese eccelleva e che non ha tutelato a dovere".
"Sono settori ad alta vocazione artigiana - sostiene Persico -, legata alle committenze dei brand, ma che di fatto costituiscono una massa importante in un sistema caratterizzato dall'alta densità di piccole imprese e di imprese artigiane. In Toscana, come nel resto del Paese, il perdurare di questa crisi rischia di decimare questo tipo di tessuto produttivo che detiene le capacità, l'esperienza professionale, l'attitudine manifatturiera artigiana e tecnologica per sviluppare prodotti ad alto valore aggiunto".
Come Filctem Cgil Toscana, conclude il sindacalista, "non ci stiamo e non accettiamo di veder distruggere dei settori rilevanti per l'economia del territorio e per i livelli occupazionali che impiega, non ci stiamo a veder distruggere professionalità, competenze, storia, passione e inventiva a scapito delle produzioni di massa fatte nei paesi stranieri dove non si rispettano ambiente e diritti dei lavoratori e delle persone. L'occasione è unica, salvaguardare l'eccellenza ed il patrimonio della moda italiana evitando di commettere errori già fatti in altri settori dove il Paese eccelleva e che non ha tutelato a dovere".
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