I gradi di ‘San’ li ha persi da un bel po’. Il buon Terracciano, ormai, di nome fa solo Pietro, senza soprannome. L’appellativo di ‘San’, d’altronde, lo ha preso di diritto David De Gea che, dopo aver passato un anno in ritiro sull’eremo, è tornato tra i comuni mortali, a Firenze, a fare miracoli.
E per fortuna che in conclave hanno trovato subito l’intesa su Leone XIV, perché si vociferava che tra i papabili ci fosse anche lo spagnolo della Fiorentina, tanto che Pradé ci ha dovuto lavorare con forza per convincerlo a restare qua, con un rinnovo da 3 milioni netti all’anno. Blasfemie a parte, quanto sia stato spaziale il rendimento di De Gea a Firenze ,ormai, è noto. Uno di quei portieri che, come ai tempi di Frey e Toldo, senza andare troppo indietro con la memoria, spostano gli equilibri, portano punti, un po’ come Kean davanti. Detto ciò, per quanto non sia stato facile per Palladino panchinare definitivamente Terracciano dopo il disastro di Atene col Panathinaikos, adesso è arrivato il momento di guardare a presente e futuro.
E’ arrivato il momento delle decisioni: Terracciano va via e Martinelli vice di De Gea? Terracciano resta come vice De Gea, sapendo che (toccando ferro) giocherà una manciata di gare, magari quelle del girone di Conference e via, e Martinelli va a giocare, con Christensen come terzo? O Ancora, Christensen vice di De Gea, Terracciano va via e Martinelli va a giocare? Ecco, sì, perché in fondo il danese, che dopo un inizio difficile alla Fiorentina era finito praticamente fuori rosa, a Salerno è stato assoluto protagonista nei sei mesi passati in Campania.
Decisioni, importanti, dicevamo. Perché Martinelli, classe 2006, ha messo a referto 2 presenze tra i professionisti da quando si è affacciato in prima squadra, con l’Atalanta in una partita inutile dopo la finale di Atene e contro il Lask Linz nel girone della scorsa Conference, dovendo fare una sola parata in una partita vinta 7-0 contro una squadra di livello infimo. E, per quanto ad allenarsi con un mostro sacro come De Gea ci sia ogni giorno di che imparare, misurarsi col campo, con le pressioni, col dover reagire ad un eventuale errore è un’altra cosa. E’ lì, o almeno così dicono gli ex portieri, che si cresce di più. E quindi, o Martinelli si promuove come vice, facendogli giocare la Conference e la Coppa Italia, o lo si manda a giocare. Tra l’altro, un’eventuale finale, chi la giocherebbe? Martinelli o De Gea? Vabè, c’è tempo per pensare a ciò.
Come da premessa, c’è sempre da decidere cosa fare con Terracciano e pure con Christensen. Ma tutto sarà legato a quella che sarà la scelta su Martinelli. Sperando che un giorno i gradi di San De Gea passino sulle spalle di San Tommaso, Martinelli ovviamente.
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