"La 'punizione' inflitta alla giornalista Serena Bortone con la cancellazione del suo programma Che sarà… costituisce un nuovo, gravissimo, attacco alla libertà di informazione". Lo afferma in una nota Vannino Chiti, presidente dell'Istituto storico toscano della Resistenza e dell'età contemporanea, già vicepresidente del Senato, a proposito del trattamento che verrebbe riservato alla trasmissione della giornalista Serena Bortone nei palinsesti Rai del prossimo autunno.
"È inaccettabile - prosegue il politico Pd - che Bortone venga così pesantemente colpita perché, semplicemente sulla base delle sue prerogative professionali, ha fatto il suo dovere, denunciando l'antidemocratica censura sull'intervento di Antonio Scurati da parte della Rai. Questa vicenda è tanto più preoccupante perché si inserisce in un quadro di ripetuti attacchi alla libertà di informazione. Preoccupa ancor di più la censura della storia che la Rai, azienda pubblica a servizio del Paese, ha prodotto bloccando di fatto l'intervento di Antonio Scurati. Senza libertà di informazione la democrazia si impoverisce e declina. È la via in Europa per imporre regimi autoritari. A Serena Bortone va tutta la nostra solidarietà".
"È inaccettabile - prosegue il politico Pd - che Bortone venga così pesantemente colpita perché, semplicemente sulla base delle sue prerogative professionali, ha fatto il suo dovere, denunciando l'antidemocratica censura sull'intervento di Antonio Scurati da parte della Rai. Questa vicenda è tanto più preoccupante perché si inserisce in un quadro di ripetuti attacchi alla libertà di informazione. Preoccupa ancor di più la censura della storia che la Rai, azienda pubblica a servizio del Paese, ha prodotto bloccando di fatto l'intervento di Antonio Scurati. Senza libertà di informazione la democrazia si impoverisce e declina. È la via in Europa per imporre regimi autoritari. A Serena Bortone va tutta la nostra solidarietà".
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