"La guerra commerciale di Trump è pronta ad abbattersi sull'Europa. I dazi americani sui prodotti importati dall'area commerciale dell'Unione europea saranno annunciati solo stasera intorno alle 22 (le 16 in Usa) ma il loro effetto è già concreto e visibile sull'agroalimentare Made in Tuscany. A regnare è uno stato liquido di incertezza che tiene in ansia le imprese agricole esportatrici". A dirlo è Coldiretti Toscana.
Gli Stati Uniti, ricorda in una nota l'associazione, sono il secondo mercato di riferimento (dopo l'Europa) per le produzioni agricole toscane con 1 miliardo di euro di valore nel 2024. I due prodotti più esportati sono l'olio con 590 milioni di euro (+41%) ed il vino con 423 milioni di euro (+10%) che da soli valgono il 93% di tutte le transazioni. Un mercato importante, importantissimo, in crescita (+25%), che l'introduzione di dazi rischia di stravolgere.
"Questo nuovo scenario ci mette di fronte alla necessità, non più rimandabile, di diversificare i mercati e di investire più risorse sulla promozione dei nostri prodotti - spiega la presidente di Coldiretti Toscana e presidente di Vigneto Toscana, Letizia Cesani - la cui qualità, unicità e distintività è legata al territorio di produzione: alla Toscana e all'Italia che non sono delocalizzabili. Non possiamo più permetterci di dipendere così tanto da una sola area commerciale. E' una lezione che dobbiamo imparare".
Per Cesani "la guerra commerciale di Trump con l'imposizione di dazi, di cui al momento non conosciamo l'entità, e già questa è una anomalia, non sono ancora entrati in vigore ma hanno già danneggiato le imprese che esportano negli Stati Uniti. L'allarmismo che si è diffuso in questi ultimi mesi, quando era chiaro che i dazi non sarebbero stati una boutade, ha congelato gli scambi".
"Dopo la corsa alle scorte tra la fine dello scorso anno e l'inizio del nuovo - conclude -, le esportazioni verso gli Stati Uniti dei prodotti di punta come olio e vino si sono bruscamente fermate. I pancali di prodotti già imballati pronti per essere spediti sono parcheggiati nelle cantine o nei porti. Gli importatori non se la sentita di prendersi rischi in questa fase così delicata. Questo contesto di instabilità sta facendo più male che i dazi stessi".
Gli Stati Uniti, ricorda in una nota l'associazione, sono il secondo mercato di riferimento (dopo l'Europa) per le produzioni agricole toscane con 1 miliardo di euro di valore nel 2024. I due prodotti più esportati sono l'olio con 590 milioni di euro (+41%) ed il vino con 423 milioni di euro (+10%) che da soli valgono il 93% di tutte le transazioni. Un mercato importante, importantissimo, in crescita (+25%), che l'introduzione di dazi rischia di stravolgere.
"Questo nuovo scenario ci mette di fronte alla necessità, non più rimandabile, di diversificare i mercati e di investire più risorse sulla promozione dei nostri prodotti - spiega la presidente di Coldiretti Toscana e presidente di Vigneto Toscana, Letizia Cesani - la cui qualità, unicità e distintività è legata al territorio di produzione: alla Toscana e all'Italia che non sono delocalizzabili. Non possiamo più permetterci di dipendere così tanto da una sola area commerciale. E' una lezione che dobbiamo imparare".
Per Cesani "la guerra commerciale di Trump con l'imposizione di dazi, di cui al momento non conosciamo l'entità, e già questa è una anomalia, non sono ancora entrati in vigore ma hanno già danneggiato le imprese che esportano negli Stati Uniti. L'allarmismo che si è diffuso in questi ultimi mesi, quando era chiaro che i dazi non sarebbero stati una boutade, ha congelato gli scambi".
"Dopo la corsa alle scorte tra la fine dello scorso anno e l'inizio del nuovo - conclude -, le esportazioni verso gli Stati Uniti dei prodotti di punta come olio e vino si sono bruscamente fermate. I pancali di prodotti già imballati pronti per essere spediti sono parcheggiati nelle cantine o nei porti. Gli importatori non se la sentita di prendersi rischi in questa fase così delicata. Questo contesto di instabilità sta facendo più male che i dazi stessi".
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