Qualche settimana fa l’istituto aveva disposto lo stop all’erogazione delle pensioni a chi, ritiratosi grazie a Quota 100, era titolare di contratti di collaborazione sportiva

Qualche settimana fa La Nazione aveva raccontato che l’Inps aveva chiesto la restituzione delle somme erogate ai pensionati che, usufruendo di Quota 100, erano andati in pensione continuando comunque a lavorare come collaboratori sportivi, percependo cioè poche centinaia di euro al mese più come rimborso spese che come vera retribuzione.

Una situazione che aveva investito un centinaio di collaboratori nella Provincia di Firenze, tra i quali però qualcuno ha deciso di fare ricorso alla Corte dei Conti.

Che, riporta questa mattina il quotidiano, ha accolto la richiesta e emanato un’ordinanza con la quale sospende il recupero delle somme precedentemente erogate da parte dell’Inps, riservandosi poi di entrare nel merito nell’udienza fissata per il 20 maggio.

La questione aveva fin da subito suscitato molte perplessità, dato che i collaboratori sportivi, come detto, prestano la propria attività per cifre non paragonabili a quelle di una pensione.

Spiega La Nazione che a causare il pasticcio è stata la recente riforma dello sport, che da una parte ha comunque rimesso in ordine un settore contrattuale caotico, ma dall’altra ha riorganizzato gli assetti anche delle piccole società sportive trasformandole in imprese, con tutti gli adempimenti, anche burocratici, che questo comporta.

Una possibile soluzione avanzata al quotidiano da Francesco Sisani, commercialista e consulente del comitato toscano della Figc, è quella di mettere nero su bianco che l’attività dei cococo sportivi è possibile sotto i cinquemila euro di rimborso.
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