In un convegno dell'associazione l'analisi dei limiti delle nuove norme. Il vicepresidente Giannozzi: "Sembra che la Pac si stia allontanando sempre di più sia dall’agricoltura che dall’ambiente"

La burocrazia, insieme alle problematiche degli ecoschemi e dell’informatica, sta spingendo molte aziende ad abbandonare la Politica Agricola Comune. Questa è una perdita per tutta l’agricoltura, poiché sembra che la Pac si stia allontanando sempre di più sia dall’agricoltura che dall’ambiente.”

A dirlo è Luca Giannozzi, vicepresidente di Confagricoltura Toscana, in occasione del convegno “Coltivare nella Pac”, organizzato da Confagricoltura Toscana e dedicato alle novità per la nuova campagna agraria a seguito delle ultime indicazioni fornite dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali. 

Durante l'iniziativa, si sono confrontati Vincenzo Lenucci, direttore politiche di sviluppo economico delle filiere agroalimentari di Confagricoltura, Angelo Frascarelli, professore dipartimento di scienze agrarie alimentari e ambientali Università degli Studi di Perugia, Mario Braga, presidente nazionale del Collegio dei Periti Agrari e Periti Agrari Laureati, Aproniano Tassinari, presidente Uncai Unione Nazionale Contoterzisti Agromeccanici ed Industriali.

Lo scorso maggio l’Ue ha introdotto una mini-riforma della Pac che alleggerisce alcuni vincoli ambientali, per sostenere la produzione agricola - dice Giannozzi -. In particolare, le Buone Condizioni Agronomiche e Ambientali sono state riviste e la rotazione obbligatoria delle colture, che era biennale, è stata semplificata in una diversificazione annuale. Questo offre maggiore flessibilità agli agricoltori, nel rispetto degli obiettivi ambientali ma rispondendo anche alle necessità economiche e produttive.”

Stiamo lavorando a questo periodo di transizione con proposte come l’implementazione di rotazioni nello stesso anno solare attraverso colture secondarie e una gestione chiara tra ecoschemi e diversificazione - dice Gianluca Cavicchioli, direttore di Confagricoltura Toscana -. L’auspicio, molto spesso vanificato, sarebbe quello di conoscere per tempo le direttive da rispettare. In campagna ci sono esigenze agronomiche  che non si conciliano con i tempi del sistema legislativo. Non si può aggiustare una coltivazione in vegetazione”. 

La Pac negli ultimi anni ha deluso il suo obiettivo principale - dice Cavicchioli - abbandonando il concetto di quantità delle produzioni ed incrementando gli aspetti burocratici. Serve un nuovo modello di Pac, che veda al centro l’impresa e le produzioni, con attenzione alla qualità, ovviamente con forte attenzione alla sostenibilità. Dobbiamo ottimizzare al massimo la ricerca, la sperimentazione e le attività formative del sistema scolastico e universitario. L’innovazione sarà certamente elemento dirimente per una qualificazione della redditività.

La professionalità e la competenza dei professionisti, come i periti agrari, costituiscono solide mura  per una dinamica risposta al mercato.   

La Pac, ricordiamolo, è strumento ove le imprese non possono recitare un ruolo di secondo piano, tutt’altro. I contoterzisti sono preziosi professionisti che offrono servizi agricoli con macchinari avanzati e  svolgono un ruolo cruciale per l’agricoltura moderna e sono una risposta concreta ai problemi del settore - conclude Cavicchioli -. Durante le alluvioni, grazie a macchinari all’avanguardia, abbiamo garantito supporto operativo a tutte le zone alluvionate. L’agricoltura deve evolvere verso un modello imprenditoriale, e il nostro lavoro è indispensabile”.

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