I dati diffusi alla vigilia dell'apertura di Pitti Uomo

Come per tutto il settore moda italiana, il 2024 si profila un anno di "sofferenza" anche per il menswear. Una minor propensione all'acquisto dei consumatori, i forti aumenti dei costi e il rallentamento di molte importanti economie, hanno portato il fatturato a calare del -3,6% rispetto all'anno precedente, ovvero 11,4 miliardi di euro, secondo le stime elaborate dall'Ufficio studi economici di Confindustria moda, diffuse oggi alla viglia di Pitti Uomo 107 a Firenze.
     
Nonostante questo, le vendite oltre-confine si sono mantenute stabili: l'export è stato di 8,9 miliardi di euro (+0,6%). Al contrario, per l'import si prospetta una flessione del -6,6%, per un valore di 5,3 miliardi. La nota analizza anche il dettaglio dei primi 9 mesi del 2024: l'export verso le aree Ue è cresciuto del +0,9% e quello verso le aree extra-UE del +1,2%. Prima destinazione, la Francia, poi la Germania e gli Stati Uniti. In quarta posizione la Cina, che è cresciuta del +30,1%. E segnano una crescita a doppia cifra anche Giappone e Hong Kong, rispettivamente del +12,5% e del +20,6%. Relativamente invece ai mercati di approvvigionamento, nei primi nove mesi del 2024, la Cina si conferma il top supplier di comparto con una rilevanza del 12,5%, nonostante mostri una flessione del -9,8% a confronto con il medesimo periodo dell'anno 2023.

    
Focalizzandosi sui consumi interni, la nota considera le venite dell'autunno/inverno 2023/24: da settembre 2023 a febbraio 2024 il comparto ha registrato una variazione negativa pari al -4,9% rispetto alla precedente stagione invernale (chiusasi a +7,7%). Relativamente alla distribuzione, è confermata la leadership delle catene, ma anche il calo del dettaglio indipendente (-12,6%). 
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