Lo evidenzia un rapporto dell'associazione, il presidente Liserani spiega: 'Pesano incertezze e difficoltà, servono misure per favorire l'ingresso delle nuove generazioni'

Nel 2023 in Toscana il numero dei liberi professionisti attivi è cresciuto dello 0,7% in un anno, ma i valori del pre-pandemia non sono ancora raggiunti: è quanto afferma il Rapporto sulle libere professioni 2023 redatto da Confprofessioni, secondo cui sul versante dei redditi medi annui si assiste a una variazione positiva, con valori sui 25.983 euro contro i 24.446 del 2019. Nell'ultimo triennio la maggior crescita dei profitti si registra fra geometri, medici e odontoiatri, ingegneri e architetti.
    
Le donne sono il 37,7% dei liberi professionisti attivi in Toscana. Il 77,7% di loro possiede una laurea, contro il 58,7% dei colleghi maschi.

Gli uomini sono occupati in larga misura nelle professioni di area tecnica (19,7%), nei servizi alle imprese e tempo libero (19,5%) e nelle professioni che rientrano nel macrosettore commercio, finanza e immobiliare (17,9%).

Tra le donne il settore professionale prevalente è quello delle professioni sociosanitarie, dove opera circa una libera professionista su quattro (24,1%). Seguono le professioni non ordinistiche dei servizi alle imprese e tempo libero (17,5%) e le professioni legali (16,2%).

    
"Ciò che il rapporto evidenzia - commenta il presidente di 
Confprofessioni Toscana, Ivo Liserani - sono le difficoltà che attraversano i liberi professionisti che operano in studi unipersonali o non riescono a fare aggregazione e quindi soprattutto i giovani, che preferiscono in parte rinunciare alla propria autonomia di fronte a una promessa di assunzione in uno studio più strutturato oppure guardando al pubblico e quindi a un reddito fisso. E' pertanto necessario individuare forme in grado di favorire questa integrazione e forme di collaborazione che permettano lo sviluppo di nuove professionalità, oltre che spingere le regioni a finanziare questi percorsi imprescindibili per scongiurare un graduale depauperamento delle piccole aziende".
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