I capigruppo del Consiglio regionale della Toscana stanno lavorando per arrivare a una mozione unitaria sul tema della crisi del comparto della moda in Toscana. Lo ha annunciato il presidente del Consiglio regionale, Antonio Mazzeo in apertura dei lavori odierni dell'assemblea legislativa.
"E' finita la conferenza dei capigruppo di tutte le forze politiche - ha detto Mazzeo - e i capigruppo stanno lavorando all'elaborazione di una mozione sulla situazione della crisi che sta vivendo il comparto della moda in Toscana. Nel caso in cui questa mozione trovasse accordo tra tutti i capigruppo verrà inserita nella discussione al termine degli atti all'ordine del giorno".
Ieri, dopo lo sciopero e il corteo dei lavoratori del comparto, il centrodestra aveva chiesto di mettere all'ordine del giorno della seduta di oggi la discussione di un atto sulla crisi annunciando, in caso contrario, l'abbandono dell'aula. Anche Mazzeo aveva auspicato che si arrivasse a trovare un accordo per un atto unitario di tutti i partiti.
Durante la discussione in aula Diego Petrucci (Fdi) ha sostenuto che della crisi, oltre che le cause di livello internazionali, "deve ritenersi responsabile chi per anni ha governato il territorio e non si è occupato del fenomeno del sommerso, che ha minato e distrutto il sistema produttivo", mentre Marco Stella (Fi) ha detto che non "servono contrapposizioni" ma che adesso "servono politiche attive del lavoro capaci di reinventare il settore, perché per salvarlo non basta solo attivare e garantire la cassa integrazione. Serve, per il futuro, un modello nuovo di sistema moda".
Vincenzo Ceccarelli (Pd) ha sottolineato "lo sforzo unitario di sintesi" che ha prodotto il documento e che riconosce "ciò che è stato fatto sia al Governo che alla Regione". "In seconda commissione abbiamo parlato molto di questo argomento e nostro dovere, andando oltre a ciò che già poteva essere stato fatto, è quello di provare a fare qualcosa per scongiurare il disastro del settore moda", ha detto la capogruppo della Lega Elena Meini.
Silvia Noferi (M5s) ha definito la crisi del settore moda "epocale" ed è la dimostrazione "che non ci si può affidare alle sole leggi del mercato". La mozione, ha aggiunto, "forse è solo un palliativo, ma ha il merito di produrre richieste precise alla Regione affinché avanzi proposte concrete". In chiusura di dibattito, l'assessore Marras, annunciando che lunedì si riunirà il tavolo regionale permanente di crisi del settore moda, ha affermato che dopo venti mesi di continuo calo produttivo serve agire su due fronti: "Serve pretendere immediate misure difensive, quali la cassa integrazione e gli strumenti di liquidità a sostegno delle impese, e queste deve garantirle lo Stato", ma serve anche ragionare in termini di rilancio del settore "e qui la regione non deve tirarsi indietro, ma anzi deve mettere in campo una politica industriale e direzionare bene i finanziamenti per gli investimenti produttivi".
"E' finita la conferenza dei capigruppo di tutte le forze politiche - ha detto Mazzeo - e i capigruppo stanno lavorando all'elaborazione di una mozione sulla situazione della crisi che sta vivendo il comparto della moda in Toscana. Nel caso in cui questa mozione trovasse accordo tra tutti i capigruppo verrà inserita nella discussione al termine degli atti all'ordine del giorno".
Ieri, dopo lo sciopero e il corteo dei lavoratori del comparto, il centrodestra aveva chiesto di mettere all'ordine del giorno della seduta di oggi la discussione di un atto sulla crisi annunciando, in caso contrario, l'abbandono dell'aula. Anche Mazzeo aveva auspicato che si arrivasse a trovare un accordo per un atto unitario di tutti i partiti.
Durante la discussione in aula Diego Petrucci (Fdi) ha sostenuto che della crisi, oltre che le cause di livello internazionali, "deve ritenersi responsabile chi per anni ha governato il territorio e non si è occupato del fenomeno del sommerso, che ha minato e distrutto il sistema produttivo", mentre Marco Stella (Fi) ha detto che non "servono contrapposizioni" ma che adesso "servono politiche attive del lavoro capaci di reinventare il settore, perché per salvarlo non basta solo attivare e garantire la cassa integrazione. Serve, per il futuro, un modello nuovo di sistema moda".
Vincenzo Ceccarelli (Pd) ha sottolineato "lo sforzo unitario di sintesi" che ha prodotto il documento e che riconosce "ciò che è stato fatto sia al Governo che alla Regione". "In seconda commissione abbiamo parlato molto di questo argomento e nostro dovere, andando oltre a ciò che già poteva essere stato fatto, è quello di provare a fare qualcosa per scongiurare il disastro del settore moda", ha detto la capogruppo della Lega Elena Meini.
Silvia Noferi (M5s) ha definito la crisi del settore moda "epocale" ed è la dimostrazione "che non ci si può affidare alle sole leggi del mercato". La mozione, ha aggiunto, "forse è solo un palliativo, ma ha il merito di produrre richieste precise alla Regione affinché avanzi proposte concrete". In chiusura di dibattito, l'assessore Marras, annunciando che lunedì si riunirà il tavolo regionale permanente di crisi del settore moda, ha affermato che dopo venti mesi di continuo calo produttivo serve agire su due fronti: "Serve pretendere immediate misure difensive, quali la cassa integrazione e gli strumenti di liquidità a sostegno delle impese, e queste deve garantirle lo Stato", ma serve anche ragionare in termini di rilancio del settore "e qui la regione non deve tirarsi indietro, ma anzi deve mettere in campo una politica industriale e direzionare bene i finanziamenti per gli investimenti produttivi".
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