Il rilancio può passare dalla creazione del Consorzio, e mentre i lavoratori attendono sviluppi maggioranza e opposizione discutono sui costi dell’operazione

Se da una parte la creazione del Consorzio industriale per la Piana Fiorentina può rappresentare una spinta decisiva per il recupero e la reindustrializzazione dello stabilimento ex Gkn, dall’altra le incertezze sul futuro dell’area continuano a rimanere molto forti.

Come scrive questa mattina La Nazione, ad insistere per il rilancio economico dell’ex Gkn sono anzitutto i sindacati, con la Fiom Cgil che spinge in questa direzione assieme al proprio legale, ma anche la Regione appare orientata a percorrere la strada del rilancio del sito produttivo di Campi Bisenzio, tant’è che ieri durante la seduta della Commissione sviluppo economico del Consiglio regionale è stato votato e approvato lo schema di stato e piano finanziario del futuro Consorzio di sviluppo industriale della Piana Fiorentina: per il momento, scrive il quotidiano, il consorzio accoglierà solo la Metrocittà, Camera di Commercio di Firenze e Comune di Campi Bisenzio e solo in un secondo momento sarà aperto anche agli altri comuni della piana.

Il futuro dell’area e dei centoventi dipendenti rimane tuttavia avvolto nell’incertezza, poiché, spiega ancora La Nazione, i sindacati non hanno ancora avuto accesso al piano concordatario e di bancabilità dei soggetti che dovrebbero coprire il debito lasciato da Qf. Inoltre, i lavoratori potrebbero decidere di impugnare i licenziamenti, circostanza che finirebbe inevitabilmente con l’avere ripercussioni sui tempi.

Attorno al futuro dell’ex Gkn si è acceso anche un aspro dibattito politico: Emiliano Fossi, parlamentare e segretario regionale del Partito Democratico, rilancia il futuro dell’area definendo “un passo avanti” il recupero e riutilizzo delle aree dello stabilimento, mentre la consigliera regionale della Lega, proposta dal suo partito come candidata alle prossime regionali, non usa mezzi termini e parla di un “mostro che sarà pagato a caro prezzo dai cittadini”.

Anche la consigliera regionale di Fratelli d’Italia Bianchini si mostra ostile al piano, annunciando il ricorso alla Corte dei Conti.

Sul punto dei costi interviene anche Anselmi: “Ricadono in prima battuta sui soci fondatori”.
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