Dei vecchi resta solamente Mandragora

Con l’arrivo di Nicolò Fagioli, la Fiorentina completa la rivoluzione in mezzo al campo. Della vecchia guardia non è rimasto praticamente nessuno se non Mandragora. Già in estate erano stati mandati altrove Amrabat, Duncan (a parametro), Bonaventura (a parametro), Arthur (non riscattato), Infantino e Barak (in prestito) e Castrovilli (a parametro), oltre ai giovani Amatucci e Bianco andati a Salernitana e Monza in prestito.
 
Con l’innesto dell’ex Juve, arrivato assieme a Cher Ndour e dopo che era già stato preso Folorunsho, il centrocampo viola sarà adesso composto da tutti giocatori nuovi rispetto all’anno scorso. Per caratteristiche, sulla carta, è difficile assemblarli. Adli/Fagioli/Richardson hanno più o meno le stesse caratteristiche, Cataldi/Mandragora anche, così come Folorunsho/Ndour. Se l’ex Napoli può fare praticamente tutto, mezz’ala, esterno di centrocampo o offensivo e trequartista, Ndour è un giovane che garantisce prospettiva, mentre Mandragora è l’usato sicuro. Adesso sono 7 i calciatori in mediana a disposizione di Palladino, da far ruotare per 2-3 maglie a seconda degli avversari e del modulo.
 
Le partenze di Ikoné, Sottil e Kouame col contestuale arrivo di Zaniolo fanno pensare che la Fiorentina cambierà anche assetto tattico, rinunciando agli esterni offensivi ma andando ad accentrare il fulcro dell’attacco. Di fatto, per quanto Zaniolo possa fare tutti i ruoli davanti, Gudmundsson, Beltran, Colpani e Zaniolo stesso sarebbero più sottopunte che ali. E da qui l’idea di infoltire il centrocampo con un uomo in più lì, e un esterno offensivo in meno. Quindi, tradotto, 4-3-2-1. All’occorrenza, ovviamente, la Fiorentina potrà tornare al 4-2-3-1 adattando uno dei quattro sopracitati o confermando Folorunsho esterno.
 
Il percorso di crescita di Fagioli, come noto, si è un po’ interrotto per la vicenda gioco d’azzardo, che si è messo alle spalle perdendo il ritmo partita, restando poi fuori alla Juventus , ma godendo della stima di uno come Spalletti che se l’era portato comunque agli ultimi Europei, lui come Folorunsho. Le doti e le qualità c’erano e per forza di cose ci sono, resta solo da ritrovare continuità.
 
Sette per due maglie, forse tre, anche se Richardson è rimasto solo perché nessuno lo ha preso a titolo definitivo. Altrimenti, l’ex Reims, sarebbe potuto già partire. Come a dire, se non ci fossero emergenze da bollino rosso, Richardson parte in fondo nelle gerarchie. Ndour ha giocato pochissimo quest’anno, è un giovane, deve essere rimesso in condizione e ritrovare ritmo partita, Mandragora rappresenta l’usato sicuro, mentre Adli, Cataldi e Folorunsho partono una spanna sopra tutti gli altri. Con Fagioli, pronto ad inserirsi in questo ultimo terzetto. A patto che, l’ex Lazio riesca a superare i problemi fisici che lo hanno costretto a saltare praticamente metà stagione, e che Adli aumenti un po’ la tenuta fisica, visto che l’ex Milan è sembrato spesso finire le batterie con largo anticipo rispetto agli altri.
 
Dalle poche risorse all’abbondanza.  Insomma, si cambia. La mediana, ma forse anche la filosofia. Più o meno. Ora, come sempre, la parola passerà al campo.

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