Così il segretario generale di Uil Toscana sull'attuale stato della filiera della moda in Toscana

"Serve responsabilità e innovazione delle imprese, soprattutto le grandi griffe, per sopperire ai cambiamenti del mercato e dei modelli produttivi". E' quanto afferma il segretario generale della Uil Toscana, Paolo Fantappiè, commentando i dati relativi all'export della moda toscana, "non certo positivi", con le esportazioni verso i soliti mercati di riferimento, su tutti la Svizzera, principale hub logistico dei grandi brand - che vede una contrazione dell'84%, solo parzialmente recuperata dalla crescita in Usa e Giappone (+27%).

"La crisi della moda, profonda e strutturale, per essere affrontata ha bisogno della responsabilità delle imprese, soprattutto delle grandi griffe presenti nel territorio - aggiunge - Per mantenere alta la qualità, la sostenibilità e il valore aggiunto che hanno reso grande questo settore, serve una capacità d'innovazione e di nuove idee da parte delle imprese che ad oggi non vediamo".

    
"La nostra proposta - conclude Fantappiè - è quella di accorciare fortemente la filiera con il superamento dell'attuale modello, proiettandosi verso un processo di aggregazioni e di fusioni di imprese. Ciò permetterebbe a nostro avviso di essere più strutturati e di poter affrontare con maggiore facilità le sfide odierne che il mercato ci pone di fronte, tra cui la duplice transizione e i cospicui investimenti verso l'innovazione e la creatività dell'intero ciclo produttivo".
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