Fazzini e Viti. Viaggio nei predecessori arrivati dopo una retrocessione

La Fiorentina chiude per gli innesti di Jacopo Fazzini e Mattia Viti. Entrambi giovani, classe 2003 il centrocampista e 2002 il difensore, sono reduci dall’annata complicata vissuta ad Empoli, culminata con la retrocessione.
 
Un tema, secondo i più scettici, sta proprio in questo: ‘ci si può rinforzare andando a prendere giocatori retrocessi’? Dibattito aperto. Come sempre, ci sono mille discriminanti del caso per ogni singolo giocatore, con altrettante svariate premesse. Intanto, non retrocede mai un singolo giocatore, ma la squadra. Le annate storte nel calcio ci stanno, come quella Fiorentina che retrocesse con Effenberg, Laudrup, Batistuta e uno stuolo di grandissimi calciatori. Stava per retrocedere la Fiorentina degli ultimi Della Valle, la prima e la seconda di Commisso, com’è capitato ad altre realtà che non erano certamente partite per lottare per la salvezza. Ma tant’è. Detto ciò, tornando ai retrocessi, gli ultimi esempi non sorridono granché, visti gli arrivi di Christensen dal retrocesso Hertha Berlino e Nzola dal retrocesso Spezia. Idem Sabiri, preso dalla retrocessa Sampdoria, meglio fece Igor, preso dalla retrocessa Spal. Da retrocesso tornò in viola anche Nastasic, reduce dall’ultimo posto in Bundesliga con lo Schalke 04. Prima ci fu Ceccherini, preso dal retrocesso Crotone e ancora a Laurini, retrocesso con l’Empoli come Terracciano. Andando a ritroso, ce ne sarebbero molti altri.
 
Non tutti esempi tragici, sia chiaro. La Fiorentina che con Montella tornò a lottare per la Champions, dopo essere quasi retrocessa l’anno precedente, lo fece basandosi su due che erano appena retrocessi dalla Liga, ovvero Borja Valero e Gonzalo Rodriguez. Dal Villarreal, poi, arrivò anche Pepito Rossi. Adesso, attenzione: inutile fare paragoni. Quei giocatori lì erano retrocessi non si sa neppure come e perché, come accadde alla Fiorentina sopracitata, quella del 1992-93.
 
Non che Colpani e Pablo Marì siano arrivati dal Real Madrid, così come Pongracic o lo stesso Parisi, ma anche in precedenza i vari Barak, e via discorrendo fino a suo tempo a Biraghi, retrocesso col Pescara.  La lista dei calciatori che sono arrivati a Firenze da formazioni di basso cabotaggio (come Verona, Empoli, Lecce, Monza etc etc) è lunghissima. Ma, come detto, ogni situazione fa storia a sé. Nel calcio, di solito, serve un mix di giocatori di un certo calibro a cui si possono integrare calciatori che quel calibro non ce l’hanno, o ancora non lo hanno raggiunto. Fare un undici di soli giovani o soli retrocessi, o comunque di calciatori presi da squadre che lottano per salvarsi, difficilmente permetterà di raggiungere le primissime posizioni di classifica. Una combinazione, invece, può funzionare decisamente meglio.
 
Discorsi in assoluto a parte, ora toccherà a Fazzini e Viti. I prossimi potrebbero essere Anjorin e Sebastiano Esposito, anche loro reduci dalla retrocessione con l’Empoli. La speranza, va da sé, è che possano contribuire in positivo all’attesa svolta viola e che rispetto ad alcuni recenti e/o meno predecessori possano incidere e lasciare il segno. Se non oggi, trattandosi di giovani, domani. Prima o poi, ecco.

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