La società 3F Filippi di Pianoro (Bologna), proprietaria della storica industria fiorentina dell'illuminazione Targetti Sankey, all'incontro tenuto in Regione Toscana giovedì sera "non ha voluto discutere alcuna diversa impostazione" del piano che prevede il taglio di 50 lavoratori (su 90) dello stabilimento di Firenze ossia di tutta la parte dedicata alla produzione. Lo riferisce il sindacato Fiom Cgil sottolineando che la posizione dell'azienda è stata questa "nonostante tutte le aperture prefigurate".
L'incontro, riporta una nota, si è tenuto in Regione alla presenza di Città Metropolitana e Comune di Firenze, dell'azienda, delle organizzazioni sindacali e della Rsu.
I sindacati hanno chiesto il ritiro del piano che prevede la dismissione complessiva di Targetti a Firenze con vendita dello stabilimento, chiusura della produzione e il solo mantenimento della parte amministrativa, peraltro in un altro luogo, ancora da definire.
Invece, le istituzioni "hanno messo in campo tutti gli strumenti per sostenere e lavorare assieme a un piano di rilancio industriale ed economico dell'attività, a condizione che l'azienda tornasse indietro sui licenziamenti e sulla dismissione della produzione".
Per il segretario generale della Fiom Cgil di Firenze Stefano Angelini "è inaccettabile che l'azienda da una parte parli di licenziamenti e dismissione, dall'altra ci dica che ha ordinativi fino ai prossimi mesi. Come può non prendere in considerazione né la possibilità di ricorrere ad ammortizzatori sociali, né gli impegni istituzionali per un rilancio vero? Se l'intento è solo quello di dismettere e fare una speculazione del marchio e immobiliare, chiediamo all'azienda di mettere a disposizione l'attività per esplorare possibili investitori che credono ancora nella possibilità di sviluppo di Targetti nel mondo".
L'incontro, riporta una nota, si è tenuto in Regione alla presenza di Città Metropolitana e Comune di Firenze, dell'azienda, delle organizzazioni sindacali e della Rsu.
I sindacati hanno chiesto il ritiro del piano che prevede la dismissione complessiva di Targetti a Firenze con vendita dello stabilimento, chiusura della produzione e il solo mantenimento della parte amministrativa, peraltro in un altro luogo, ancora da definire.
Invece, le istituzioni "hanno messo in campo tutti gli strumenti per sostenere e lavorare assieme a un piano di rilancio industriale ed economico dell'attività, a condizione che l'azienda tornasse indietro sui licenziamenti e sulla dismissione della produzione".
Per il segretario generale della Fiom Cgil di Firenze Stefano Angelini "è inaccettabile che l'azienda da una parte parli di licenziamenti e dismissione, dall'altra ci dica che ha ordinativi fino ai prossimi mesi. Come può non prendere in considerazione né la possibilità di ricorrere ad ammortizzatori sociali, né gli impegni istituzionali per un rilancio vero? Se l'intento è solo quello di dismettere e fare una speculazione del marchio e immobiliare, chiediamo all'azienda di mettere a disposizione l'attività per esplorare possibili investitori che credono ancora nella possibilità di sviluppo di Targetti nel mondo".
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