Per i viola c’è da battere il Puskas e accedere all’Europa

L’estate sta finendo, piaccia o meno a seconda di quale sia la vostra stagione preferita. Dopo aver passato giorni a dire a chi che fosse che incontravate per strada ‘caldo oggi eh?’, o a postare foto del cruscotto della macchina con quei 6-700 gradi dell’abitacolo, non vi preoccupate, tra poco il trend si invertirà e torneremo un po’ tutti a dire ‘freddo oggi eh?’ e a postare foto del cruscotto con il segno meno davanti ai gradi. Riparte, insomma, il solito tran tran, con la macchina da spostare quando c’è la pulizia delle strade, le code sul raccordo di Firenze Sud, ma soprattutto il consueto alternarsi di partite della Fiorentina.
 
 
 
Dopo il pari di Parma di sabato scorso, giovedì è già tempo di Conference League, con la squadra di Palladino che riparte con l’obiettivo di provare a far meglio di quanto fatto nelle ultime due stagioni. Tradotto: portare a casa quella maledetta coppa che, tra Atene e Praga, ha visto sempre la Fiorentina fare 30, ma mai 31.
 
 
 
Si comincia con il Puskas Academy, modesta formazione ungherese che però, ad oggi, è in testa al campionato con 4 vittorie in altrettante gare, è più avanti a livello di condizione fisica ma…resta pur sempre una squadra che come valore della rosa vale meno di 10 milioni di euro, contro gli oltre 280 della Fiorentina. Per dare dei riferimenti, il Puskas vale meno dell’RFS Riga. Insomma, nulla a che vedere con Twente e neppure Rapid Vienna. Ma…a proposito di RFS Riga, quella gara al Franchi fu solamente pareggiata, come a dire che, anche se hai un valore 28-29 volte superiore all’avversario, poi c’è da dimostrarlo sul campo.
 
 
 
Sarà la prima volta in Europa da allenatore per Raffaele Palladino, probabilmente la prima in maglia viola per altri calciatori della Fiorentina e altrettanto probabilmente l’ultima o forse penultima partita da calciatore gigliato per altri.
 
 
 
Anche in questa estate che sta finendo potrebbe esserci un’altra cessione illustre con percorso Firenze-Torino sponda Juventus. Eh vabbè, ormai non sembra più fare né troppo caldo né troppo freddo. E quindi, suerte, tanto Nico non era mica mai stato decisivo…Nelle finali europee sicuramente. Ma non va dimenticato che se la Fiorentina è arrivata a giocarsi quelle finali molto lo doveva proprio a Gonzalez. Vabé, come detto, ormai sembra essere tutto già apparecchiato. Chissene, perché la Fiorentina ha già Gudmundsson, un tridente con l’islandese, Kean e Colpani che intriga e la speranza che tutto vada come deve andare.
 
 
 
Già giovedì col Puskas, poi domenica col Venezia, giovedì prossimo in Ungheria e col Monza prima della sosta. Nel frattempo si spera che la dirigenza completi una rosa che ha ancora bisogno di innesti, che Kean abbia qualche pallone da calciare in porta, che Beltran esploda, che Sottil si svegli, che Pongracic non sia quello visto a Parma, che Colpani riesca ad entrare presto in condizione, che il tridente offensivo giri come da premesse, che Amrabat faccia la diga piuttosto che il regista o, come spera qualcun altro, che se ne vada altrove, che la difesa della Fiorentina difenda un pochino meglio di quanto visto al Tardini e che Biraghi metta dentro altre punizioni come sabato scorso per non ritrovarsi ogni partita a doverci scannare con la solita diatriba tra Biraghisti e Antibiraghisti che, a dire il vero, è il classico segnale che davvero ‘l’estate sta finendo’.

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