Fiorentina chiamata a ripartire

Quante volte vi è capitato di iniziare una partita ad un videogame, magari di toppare tutto e…tack, spegnere, riavviare e ricominciare? E’ un po’ quello che tutti ci auguriamo accada alla Fiorentina, cioè che da domenica prossima, quando i viola saranno impegnati a San Siro col Milan, scatti un reset generale e da lì inizi una stagione tutta nuova.
 
All’orizzonte ci sono quattro partite in cui o questa squadra risorge o rischia di sprofondare, non definitivamente, ma quasi. Milan a San Siro, Bologna al Franchi, Rapid Vienna in Austria e Inter a San Siro. Che siate pessimisti, ottimisti o realisti, non c’è molto altro da fare per la Fiorentina se non prendere e ricominciare. Non serve essere degli abili calcolatori umani della Normale di Pisa per rendersi conto che, coi 3 punti ottenuti sin qui in 6 gare, con due trasferte contro candidate allo Scudetto e l’insidioso Bologna di Italiano all’orizzonte, dopo 9 giornate la squadra di Pioli potrebbe ritrovarsi in zone di classifica ancor più basse di quelle in cui già si trova oggi. Se le cose dovessero mettersi come nessuno si augura, tra un mese la Fiorentina potrebbe trovarsi a dover fare i conti con un campionato di sofferenza, in cui dover lottare per un traguardo per cui non era partita, lottare per non perdere piuttosto che scendere in campo per vincere. Lo scenario, insomma, sarebbe di quelli più complicati. Meglio non pensarci, ma guardare positivamente ad un tris di partite che, se fatte bene, con punti, potrebbe rappresentare la scintilla per un nuovo inizio, un ricalcolo delle propria meta con maggior fiducia e consapevolezza.
 
Per quanto visto sin qui, come da premessa,  ci sarebbe solamente una cosa da fare: spegnere e riaccendere. Pioli, che era partito alzando notevolmente un’asticella che adesso rasenta il terreno, che fin qui ha cambiato quasi sempre modulo, giocatori e assetti, davanti, dietro, in mezzo al campo, senza trovare mai la quadra; Gudmundsson, che quando indossa la maglia viola sembra un fantasma e che, quando invece va in Islanda, fa gol a ripetizione con la Nazionale; Kean, che almeno con la Roma, quando ha giocato da solo, cioè nel primo tempo, ha fatto un eurogol e preso un palo, che con la Nazionale ha fatto 3 gol in 2 partite dimostrando di saper giocare anche con un’altra punta al suo fianco; Dodo e Gosens, lontani parenti di quei giocatori che l’anno scorso avevano trascinato la Fiorentina; Fagioli, Nicolussi Caviglia e gli altri centrocampisti che sin qui hanno fatto una fatica immane contro chiunque, Sohm su tutti; la difesa, che ha preso 4 gol identici da palla inattiva, con un Comuzzo disastroso e tutti gli altri sottotono; etc etc. Tutti, adesso, sono chiamati a buttarsi questi due mesi e mezzo passati alle spalle. Dal primo all’ultimo. Ora c’è da resettare, ripartire e risollevarsi. Altrimenti, come dicono i professori della Normale citata in precedenza, 'so’ caz..'.

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