La svolta dal ritorno al 3-5-2. Ora la Viola vola

Riavvolgendo il nastro, la chiave della svolta sta nel cambio modulo. Anche se Palladino ha provato a sviare il discorso, non volendosi prendere tutti i meriti e volendoli condividere con giocatori e società, è ormai evidente come dalla virata verso il 3-5-2 la Fiorentina sia cambiata radicalmente. E per Palladino, trattasi della terza ‘strambata’, come quando ad inizio stagione passò dal 3-4-2-1 al 4-2-3-1, approdando adesso al vestito tattico che meglio sembra adattarsi a questa Fiorentina.
 
Quando le cose non vanno, d’altronde, c’è chi ‘muore’ continuando su una strada che non sta dando risultati e chi è bravo a trovare la via del cambiamento. In positivo, ovviamente. E sarà un caso ma oggi come negli altri momenti in cui Palladino ha stravolto le cose la Fiorentina ha improvvisamente ripreso a marciare. Dal cambio modulo dell’intervallo con la Lazio arrivarono 9 vittorie e 1 pareggio in 10 partite di campionato, tra cui le 8 di fila che hanno portato in alto la squadra viola. Adesso siamo a 3 nelle ultime 4 di Serie A, più 1 su 2 in Conference. E il bello è che, gara dopo gara, la Fiorentina sembra crescere ancora, e ancora, e ancora. La prima col nuovo modulo, infatti, fu col Lecce, poi c’è stato il Panathinaikos in Grecia, il Napoli, quindi Panathinaikos in casa, Juventus e Atalanta. Contro quest’ultime due De Gea non ha dovuto neppure sporcarsi i guanti. La difesa a tre funziona da manuale, o quasi. Anche dinanzi alla ‘corrazzata’ di Gasperini, che aveva numeri da sballo per punti e gol fatti in trasferta sino a ieri, il reparto guidato da Pablo Marì non ha sbagliato niente. Adesso, guarda caso con l’arrivo dell’ex Monza, anche Pongracic sta facendo prestazioni ottime. La mediana a tre adesso gira a meraviglia, col rientro di Cataldi, un Fagioli che da quando ha ingranato sta mettendo a referto partitoni in serie, oltre ad un Mandragora che si è improvvisamente acceso. E ora anche lui è quasi un intoccabile. Da ricordare che in panchina ci sono a disposizione anche Adli, Folorunsho, Ndour e Richardson.
 
Con il passaggio al centrocampo a tre Palladino ha svoltato. In quella zona del campo la Fiorentina aveva patito le pene dell’inferno, per settimane e mesi, per l’appunto quando i risultati hanno iniziato a scarseggiare. Risultati, punti ed anche prestazioni. Adesso è tutt’altra Fiorentina.
 
Davanti, ovviamente, sta facendo la differenza un Kean monumentale, spaziale, fenomenale, fantasmagorico e chi più ne ha più ne metta. Ma anche il graduale rientro di Gudmundsson sta dando una mano alla causa di Palladino, a sua volta bravo nel dare più libertà all’islandese che sta facendo buone cose.
 
Palladino ha svoltato anche grazie ai nuovi compiti dati ai due esterni di centrocampo, Dodo e Gosens su tutti hanno fatto tre/quattro gare di altissimo livello ultimamente. Chi più chi meno lo aveva fatto anche in precedenza, ma nella ripartenza hanno dato quantità e qualità come pochi altri esterni sanno fare in Serie A. Nel dubbio, adesso che le cose stanno funzionando, anche l’assenza del tedesco contro l’Atalanta non ha provocato stravolgimenti o danni. Anche Parisi, infatti, si è disimpegnato in maniera molto positiva. Segnale evidente che la via è quella giusta, anzi, giustissima.
 
All’orizzonte c’è un altro scontro diretto, a San Siro, col Milan. Dopo aver steso tutte le prime della classe in casa, tranne che il Napoli (unica delle prime 9 di Serie A ad aver portato via punti dal Franchi), la Fiorentina dovrà continuare il suo recente trend anche in trasferta, dove in stagione ha fatto 1 punto con la Juve e 3 con la Lazio, cadendo con Inter, Bologna,  Napoli e Atalanta. Poi ci sarà il trittico Parma, Cagliari, Empoli. E l’altra svolta sarà da fare lì, in quelle sfide contro le ultime della classifica contro cui la Fiorentina ha buttato via una valanga di punti che, tra qualche settimana, si spera non siano un grosso rimpianto.

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