La Fiorentina prende Gudmundsson e cederà Gonzalez

E dunque, per un Gudmundsson che è arrivato, adesso è facile immaginarsi un Nico Gonzalez che se ne andrà. Salvo stravolgimenti, perché così come l’islandese aveva un contratto col Genoa ma ha voluto raggiungere Firenze con forza, lo stesso potrebbe accadere con l’argentino. E potrà piacere o meno, ma questo è il calcio di oggi. Attenzione, se Commisso volesse blindare Nico, trattenerlo qui, dire di no alla Juventus e alla sua offerta (che non è di cash sull’unghia), a noi non dispiacerebbe, sia chiaro. Ma la logica ci suggerisce di pensare che ciò non accadrà, con l’argentino che farà la stessa strada di Vlahovic, Chiesa e Bernardeschi, quella che porta a Torino (poi, che tale scelta si riveli azzeccata o meno è un altro discorso).
 
Nico out, Albert in, dicevamo. Il che sarebbe riduttivo se non si considerasse che a cambiare sarà tutto il pacchetto avanzato della Fiorentina. Ai nastri di partenza di questa nuova stagione, infatti, la truppa offensiva a disposizione di Palladino e teoricamente titolare sarà composta da Colpani, Gudmundsson e Kean. Più Beltran e Sottil e, al netto di chi sarà ceduto, i vari Brekalo, Ikoné, Kouame e pure Barak. Il terzetto titolare intriga (induce a sognare sarebbe troppo, ma sicuramente stuzzica la fantasia).
 
Nel mettere a confronto dati, caratteristiche e statistiche dell’islandese e dell’argentino, quanto detto in precedenza è di fondamentale importanza. Il quadro complessivo dell’attacco viola, infatti, appare sulla carta decisamente più funzionale con l’arrivo di Gudmundsson piuttosto che con la permanenza di Gonzalez, a maggior ragione dopo che era già stato ingaggiato Colpani. Poi, ovviamente un tridente Gudmundsson-Nico-Kean, con Colpani e Beltran pronti a subentrare, sarebbe ancora meglio, ma questo non sembra essere uno scenario perseguibile.
 
Tornando al confronto Nico-Albert, va anche sottolineato un altro aspetto: per quanto sia vero che nelle gare che contavano di più per la Fiorentina, ovvero le due finali di Conference, Gonzalez non sia stato affatto determinante, è anche vero che se la squadra di Italiano è arrivata a giocarsi due finali europee molto lo deve proprio a Gonzalez. Al tempo stesso, Gudmundsson non ha mai giocato delle finali europee fin qui. Uno gioca con l’Argentina che ha appena vinto la Coppa America e Campione del Mondo in carica, l’altro nell’Islanda. Piano, insomma, a definire Nico un pacco e Albert un fenomeno.
 
Venendo ai numeri, l’anno scorso i due hanno messo a referto esattamente lo stesso numero di gol, ovvero 16, e anche lo stesso numero di assist, 5. Ovviamente Gonzalez ha giocato anche le coppe, Albert no. Guardando più a fondo, tuttavia, si scopre come stando solamente ai dati in Serie A l’islandese abbia un rapporto tiri/gol del 22,7%, mentre Nico si sia fermato all’11,4%.
 
Entrambi hanno segnato spesso su rigore: Gudmundsson ne ha trasformati 17 su 20 calciati, Gonzalez 18 su 21. Albert, però, rispetto a Nico ha alternato spesso gol di destro e sinistro rispetto all’argentino, che col destro non ci sale neppure sul tram (ironie a parte, di destro ne ha comunque fatti 2 in Serie A e 5 se si considerano tutte le competizioni). Tuttavia, Gonzalez ha sempre avuto quella spaventosa dote di saltare di testa come pochi riescono a fare. Di testa, infatti, ha messo a referto 8 reti in Serie A sulle 25 totali segnate con la maglia viola (in tutto sono stati 12 su 38 segnati di testa). Albert, invece, non ha mai ancora segnato di testa in Serie A. Sui duelli aerei, Nico ha numeri spaventosi, ma anche Gudmundsson sa difendersi nei contrasti aerei.
 
Poi ci sono tutta un’altra serie di numeri che vanno interpretati, come la capacità di saltare l’uomo rispetto a quante volte uno ci prova: Gudmundsson ha una media del 45% di dribbling riusciti rispetto a quelli tentati, contro quella del 42% dell’argentino.
 
L’età è praticamente la stessa, con Nico che è solo di un anno più giovane di Gudmundsson. Insomma, tirabarallaCon Gudmundsson e Colpani alle spalle di Kean, c’è di che ben sperare.

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