Vincere divertendo coi gallesi del The New Saints giovedì e vincere domenica col Milan, o almeno fare una gran partita coi rossoneri. Non ha alternative la Fiorentina di Raffaele Palladino, reduce da un’altra domenica deludente come quella di Empoli e col sempre più concreto rischio che quanto visto sin qui sia davvero ciò che aspetta i tifosi viola per tutto l’anno.
Fiducia, tempo e pazienza, sì, ma fino a quando e quanto? La mediocrità di prestazioni e risultati a cui si è assistito sin qui nelle prime 8 partite ufficiali di gestione Palladino non hanno ancora trovato la parola fine. I tre punti con la Lazio sono rimasti un lampo, a cui ha fatto seguito un altro pomeriggio di niente al Castellani. Si può essere soddisfatti di un pareggio a Empoli? E di non aver concesso granché alla squadra di D’Aversa? Punti di vista. E ok che anche altre ‘big’ stanno faticando, che la classifica è ancora corta e che il mercato ha portato in dote a Palladino i migliori calciatori solo sul finale di sessione estiva, con Gudmundsson che è arrivato infortunato, ma i segnali lanciati da questa squadra a livello di gioco, identità e risultati sono stati a dir poco sconfortanti.
E da queste parti la mediocrità si sa, non piace granché. C’è poi il pensiero societario, con Commisso, Ferrari e Pradè che più volte hanno espresso il concetto per cui questa squadra sia più forte di quella dell’anno scorso. Quindi, ora è arrivato il momento di dimostrarlo. Vincendo in goleada giovedì e riprendendosi un po’ di punti persi qua e là domenica col Milan. O almeno dando l’idea di aver trovato la retta via. Perché si può anche giocare male una partita, o due o tre. Ma la fortuna poi gira. E non ce ne vogliano i diretti interessati ma la Fiorentina sin qui ha raccolto forse anche più di quanto avrebbe meritato a livello di prestazioni. Ed il timore è proprio questo: che il cammino a cui questa squadra sia destinata sia proprio quello.
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