Quanto sarebbe potuta durare? La domanda se la sono fatta in tanti nel periodo delle 8 vittorie consecutive, fatte di partite bruttine, senza grandi sussulti davanti, con Kean o Gudmundsson che al primo tiro spesso facevano gol, con qualche miracolo qua e là di De Gea e con diversi 1-0 all’insegna della compattezza. Poi, dal problema di Bove in poi, molto è cambiato. Non tutto, perché il gioco della squadra di Palladino è sempre stato ben poco convincente. Ma finché arrivavano i risultati…poco male. Poi sono venuti meno anche quelli, e la crescita che ci si aspettava da parte del gioco e del tecnico non è mai arrivata. Tanto che, contro le grandi sono continuati ad arrivare vittorie e prestazioni, mentre con le piccole sono continuati ad arrivare tonfi e difficoltà.
Ma se questo sarà, o meglio dovrebbe essere, motivo di analisi per dirigenza, società e proprietà, sia sul valore di alcuni singoli che del lavoro dell’allenatore, un altro dato balza all’occhio: considerando le gare di Serie A del girone di ritorno, la Fiorentina è riuscita non subire gol solamente in 4 gare su 18. Nel girone d’andata erano state ben 8 su 19. L’andazzo non è andato meglio se si considerano tutte le partite giocate dalla squadra di Palladino nel 2025, a cui dunque vanno aggiunte le sfide col Napoli di inizio gennaio e quella con l’Inter del Franchi, finita 3-0 per i viola, con annesse 6 sfide dirette di Conference League con 3 avversari che hanno sempre segnato.
Dal modesto Celje passando per il Panathinaikos fino al Betis, con anche Monza, Venezia, Verona etc etc, delle 26 partite che la Fiorentina ha disputato De Gea e Terracciano hanno preso almeno 1 gol 21 volte. Un trend opposto rispetto a quello che i viola erano riusciti a mantenere nella prima parte di stagione, per quanto fossero arrivati gol al passivo dal Puskas due volte, dall’Apoel, dal Pafos ed altri avversari di basso valore. Ma, almeno in quei casi, giocava la Fiorentina B, mentre quella che giocava in A riusciva a portare a casa l’1-0 e via.
Il ‘paradosso’ del girone di ritorno, semmai, sta nel fatto che 3 di quelle 5 partite in cui la Fiorentina ha messo a referto il ‘clean sheet’ sono state con Juventus, Atalanta, Inter. Tra l’altro, tra bianconeri, nerazzurri e bergamaschi, De Gea non ha quasi dovuto fare interventi, con una fase difensiva collettiva perfetta. Non sarà tutta qui la motivazione del progressivo indietreggiamento in classifica dei viola, ma sicuramente anche questo ha contribuito. Nonostante Palladino abbia cambiato moduli, interpreti e assetti, partendo con una mediana inizialmente troppo scoperta, poi infoltita, con una difesa a 4, poi corretta e schierata a 3 e togliendo dalle rotazioni Terracciano (dopo il flop in Grecia) per far giocare solamente De Gea.
Gioco e schemi offensivi hanno continuato a latitare, così come è venuta meno anche la compattezza in fase difensiva che aveva contraddistinto la prima parte di campionato. E questi sono i risultati.
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