Sarà perché è arrivata la Primavera o perché sta tornando l’allergia, combo che si sa, concilia con il sonno e genera un po’ di intontimento; sarà perché c’è stata di mezzo la Nazionale, o meglio ancora perché c’è stato un sabato in cui si sono visti giocare assieme Batistuta, Pepito Rossi, Mario Gomez, Toldo, Borja Valero, Pizarro e tutti coloro che hanno partecipato alla gara del Franchi in onore dell’ex numero 49 viola; sarà perché Moise Kean ha fatto una partita da urlo in Germania, con annessi rumors sempre più forti sul suo futuro e sulla clausola, per cui non ci siamo annoiati granché. Sarà…ma, precisamente, dov’eravamo rimasti?
Ah sì, giusto. Al 3-0 con la Juventus. Basta chiudere gli occhi per un istante che la memoria ci riporta a quella esaltante serata del Franchi che ha rilanciato appieno le ambizioni di una Fiorentina che poteva addirittura già abbandonare ogni aspirazione di classifica a metà marzo. Così come avvenuto 72 ore prima, in Conference League, quando il 3-1 rifilato al Panathinaikos ha riacceso la luce della speranza e della fiducia, oltre a spalancare le porte verso almeno la semifinale, poi chissà.
Ecco, sì, giusto. Non solo risultati, ma anche tantissime buone indicazioni, generali, collettive e dei singoli. Con la difesa a tre e l’impiego di Pablo Marì la retroguardia viola ha ritrovato grande solidità. Anche Pongracic è tornato a buoni livelli da quando Palladino ha virato verso il 3-5-2, forse perché con l’ex Monza a guidare la difesa i meccanismi funzionano, a differenza di inizio stagione. Gosens e Dodo volano con questo modulo. Il tedesco soprattutto, tra gol, assist e salvataggi miracolosi sulla linea. A tutta fascia l’ex Atalanta è tornato incisivo e decisivo. Con questo assetto Gudmundsson ha maggiore libertà di muoversi dove più gli pare in attacco. L’islandese è tornato, segna, gioca e può fare la differenza in questo finale di stagione per la Fiorentina. Kean è sempre lo stesso, che la Fiorentina giochi a tre, quattro, cinque. Fagioli si è preso il centrocampo. Con Cataldi e Mandragora sono stati assoluti protagonisti delle ultime due vittorie dei viola. Giusto, Mandragora, un altro che in 72 ore ha messo dentro due reti e si è ripreso la titolarità del centrocampo viola. Intanto Adli e Folorunsho sono tornati a disposizione, ma possono tranquillamente attendere il loro momento.
Fin qui il dove eravamo rimasti, adesso il dove andremo. Domenica alle 15, al Franchi, l’Atalanta del Gasp, una delle tre squadre che in classifica sono nelle prime 9 con cui la Fiorentina non ha ancora fatto almeno un punto, l’altra è il Bologna, mentre col Napoli non ci sarà un’altra occasione. Nerazzurri crollati ultimamente in casa, ma macchina da guerra in trasferta, con un 0-4 alla Juve e due 0-5 a Empoli ed Hellas nelle ultime tre trasferte. Dopo l’Atalanta ci sarà il Milan fuori, quindi il tris di gare in cui devono arrivare 9 punti, per forza, con Parma, Cagliari ed Empoli. Ovviamente resta il doppio confronto col Celje per andare avanti in Europa. Che non si sa mai.
Insomma, si riparte. Pronti? Non c’è tempo da perdere. Almeno questo weekend si sposteranno le lancette in avanti, per cui mancherà un’ora in meno al ritorno in campo della Fiorentina. Da domenica alle 15 non ci sarà più di che annoiarsi. Sperando di poter vivere un finale di stagione positivo, esaltante, storico, piuttosto che deludente e pieno di rimpianti.
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