Rispetto a quel pareggio in extremis arrivato in Portogallo, con conseguente accesso da terza del girone agli ottavi, la Fiorentina ha visto ridursi in maniera importante le proprie ambizioni di classifica.
Era il 19 dicembre quando Mandragora acciuffò l’1-1 col Guimaraes, pochi giorni dopo il tonfo arrivato al Dall’Ara col Bologna che mise fine alla striscia delle 8 vittorie di fila in Serie A, e già in quella partita portoghese si iniziarono ad intravedere i primi campanelli d’allarme a cui hanno poi fatto seguito i 14 punti ottenuti dalla squadra di Palladino nelle successive 12 sfide, recupero con l’Inter compreso.
Prima del match col Guimaraes la Fiorentina aveva 31 punti in graduatoria, era quarta a 4 punti dal Napoli e a 6 dalla capolista Atalanta, con una partita in meno. Giovedì per i viola tornerà la Conference League, 77 giorni dopo quella partita in Portogallo, con una classifica di Serie A che vede i viola essere scivolati al settimo posto, con la quarta posizione adesso distante 7 punti, con dietro Roma e Milan a rispettivamente 2 e 4 punti di distacco (che prima del Guimaraes erano rispettivamente a 15 e 8 punti di distacco). In pratica, all’ultima partita giocata in Europa la Fiorentina si presentava con concrete speranze di arrivare in Champions. A quella col Panathinaikos, invece, ci arriva con il concreto rischio di restare addirittura fuori dalle prossime competizioni Uefa.
Ironia della sorte, tutt’altro che divertente, c’è da aggiungere a tutto ciò che la Fiorentina ritrova Atene, proprio lì dove svanirono, per l’ennesima volta, i sogni di gloria di un popolo intero, in una Finale che è rimasta indigesta a molti, ancor più di quella col West Ham.
La via per la Polonia, dove si giocherà il prossimo ultimo atto della Conference League, ripassa dal luogo dove tutto finì pochi mesi fa. Altra ironia della sorte, proprio contro gli avversari storici dell’Olympiakos, i verdi del Pana, che hanno sofferto un po’ come i tifosi della Fiorentina nel vedere i nemici di sempre essere il primo ed unico club a vincere un titolo europeo. Per il Panathinakos è stato uno smacco, una tragedia sportiva, come lo è stato per la Fiorentina. La rivincita ce l’avrà una soltanto.
E rispetto a quando si disputò l’ultima partita di questa Conference League, quando in tanti pensavano che potesse essere l’anno buono per tornare in Champions League, o per andare almeno in Europa League, la Fiorentina rischia di avere nella stessa Conference una delle uniche vie per provare ad andare nuovamente in Europa. Resterebbe comunque lo spauracchio Chelsea. Se, però, ripensiamo alla fatica che ha dovuto fare questa Fiorentina nel battere il Lecce, che negli ultimi 75 giorni ha perso col Monza, col Verona e altre formazioni che sarebbero inferiori di gran lunga alla terza/quarta squadra del Chelsea, bhè…l’ottimismo non è propriamente dei più alti. Ma mai dire mai.
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