La Fiorentina sfida il Monza con l’obiettivo chiaro

Tre sono le cose che devo ricordarmi di fare’, cantava Malika Ayane. Un po’ come quello che deve fare oggi a Monza la Fiorentina di Raffaele Palladino: ritrovare solidità difensiva, la facilità nel buttarla dentro e (o con la prima, o con la seconda oppure con tutte e due) ricominciare a mettere tre punti alla propria classifica.
 
Alla base del pensiero di Palladino, fin dal primo giorno c’era stato l’input di alzare un muro davanti a De Gea, sfruttando anche lo stesso portiere spagnolo, con la convinzione che per vincere serve intanto non prenderle. Il punto debole della Fiorentina precedente, d’altronde, era proprio quello, subire troppi gol. E se la primissima parte di stagione era stata un flop alla voce gol subiti, con 2 reti incassate da Parma, Monza, 3 dal Puskas, 3 dall’Atalanta etc etc, dal cambio modulo la Fiorentina aveva svoltato. Sia nei risultati, ma anche nel mantenere la propria porta inviolata. Quindi, riassumendo, col passaggio alla difesa a quattro quella viola era diventata una delle migliori della Serie A con 10 reti al passivo nelle prime 14 giornate, quindi recuperando ampiamente le reti prese fino all’intervallo con la Lazio. Poi il disastroso ultimo periodo con 8 gol al passivo nelle ultime quattro giornate: uno contro il Bologna, due a testa con Udinese e Juventus, tre contro il Napoli. Il tutto da intendersi come difficoltà di reparto, di fase e di singoli. Le ultime prestazioni di Comuzzo, Ranieri e gli errori di Moreno, Dodo e altri, non per caso, hanno caratterizzato gli ultimi incontri della Fiorentina. E il crescendo della fragilità difensiva ha portato in dote alla formazione gigliata appena un punto in quattro giornate. 
 
Anche perché, ai tanti gol subiti dietro non è corrisposto un grande aumento di reti davanti. Anzi, 0 gol all’attivo col Napoli, col Bologna, 2 con la Juve e 1 con l’Udinese. E insomma, se Kean ha fatto il suo mettendola dentro 2 volte, quasi 3 se col Napoli non ci fosse stato quel tocco di mano, l’altro a trovare il gol è stato Sottil a Torino. Poi…il vuoto cosmico. Gudmundsson non pervenuto, Beltran quasi mai pericoloso se non con quello sciagurato errore col Napoli da due passi, Ikoné (vaia vaia, cit), Colpani (vaia vaia ri-cit.), Kouame (vaia vaia ri-ri-cit.).
 
Poi c’è il tema filosofie, per venire al punto numero tre delle cose da fare. Che il tuo pensiero tecnico/tattico per raggiungere la vittoria farlo segnando un gol più dell’avversario o prendendone uno meno dell’avversario (su questo si basa il dibattito tra i famosi giochisti/risultatisti), l’altra cosa che la Fiorentina deve ritrovare sono i tre punti. La classifica che era bellissima, adesso è ancora bella…bellina, ecco. Vincere, facendone uno più degli altri (come fatto con la Roma, col Lecce), o badando a prenderne uno meno degli altri (come fatto a Como, col Torino, col Genoa, col Milan o col Cagliari) poco importa. Almeno stasera, a Monza, contro chi non fa un punto da ere geologiche, che in casa ne ha perse 5 di fila, che in casa non ha mai vinto in stagione e che…ok, basta così.

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