Per la Fiorentina torna la sfida col ‘modello’ Atalanta

Fa specie dirlo, forse anche male, ma l’Atalanta è un modello a cui la Fiorentina ha il dovere di ispirarsi. E se fino a qualche mese fa, per quanto fosse comunque una magra consolazione, qualcuno poteva dire ‘eh, ma l’Atalanta cosa ha vinto?’, adesso non regge più neanche quello avendo i nerazzurri vinto l’Europa League.  
 
Non ci sta simpatico Gasperini e neppure il tifo bergamasco, sia chiaro, entrambi troppo spesso oltre le righe in vari incroci con la Fiorentina (dal razzismo territoriale nei confronti di Commisso, Terracciano fino agli ululati verso Dalbert o ai cori ‘zingaro’ rivolti a Vlahovic oltre a svariati episodi antipatici del Gasp),ma quando qualcosa funziona è anche giusto trarne ispirazione.
 
Da anni la Fiorentina ha dimostrato di essere più o meno al livello dell’Atalanta nella gara secca, spesso giocandosela e a volte anche vincendo, tanto che Italiano è stato a lungo la bestia nera di Gasperini. Non è mai stata a livelli siderali dall’Atalanta per spese o per valori, almeno ai nastri di partenza. Tante volte, infatti, è capitato che la Dea partisse con monte ingaggi inferiori a quelli elargiti da Commisso, peccato che i loro acquisti abbiano spesso (se non sempre) funzionato, e le loro cessioni abbiano portato valanghe di milioni reinvestiti per altri calciatori che hanno ri-funzionato e così via. A Firenze, invece, gli 80 milioni incassati per Vlahovic sono stati spesi per i vari Piatek (2 di ingaggio), Cabral (16 per il cartellino, poi rivenduto a 25), Jovic (5 milioni tra ingaggio e prestito), Belotti (2 di ingaggio e prestito), Nzola (14 milioni) e Beltran (25 milioni), fino  a Kean (18 milioni bonus compresi). E menomale che l’ultimo arrivato, almeno sin qui, sta dando la sensazione di poter far fare la differenza in attacco alla Fiorentina. Molti innesti, inoltre, non hanno funzionato, da Ikoné passando per Parisi, Christensen, Mandragora , sperando che anche Pongracic non finisca tra questi. Insomma, loro ne hanno sbagliate poche, se non pochissime, la Fiorentina molte, se non moltissime. Capire il perché ciò sia avvenuto spetterebbe a Commisso, noi al massimo potremmo avere la nostra idea.
 
Il loro fatturato è cresciuto esponenzialmente grazie alle partecipazioni in Europa, non la Conference, ma quelle che portano decine di milioni di euro anche solo dal parteciparvi, mentre la Fiorentina ha incassato circa 40 milioni totali per le due avventure in Conference.  E poi c’è pure lo stadio, che loro hanno fatto e la Fiorentina non riesce a fare. Insomma mentre là funziona tutto, qui funziona qualcosa, ma c’è da migliorare. Sì perché quello che sta facendo da diversi anni l’Atalanta lo ha fatto prima la Fiorentina, mentre questa non riesce proprio a farlo.
 
La speranza è che con l’estate andata or ora in archivio, la Fiorentina possa iniziare un percorso simile a quello dei bergamaschi. Dunque che gli innesti si rivelino essere più funzionali dei ceduti, che Palladino le azzecchi tutte e che la Fiorentina possa alzare al cielo un trofeo, che vorrebbe dire non fare (possibilmente mai più) la Conference League ma intanto l’Europa League, e darebbe il là ad un aumento di ricavi e quindi amplierebbe gli orizzonti ad oggi sempre fermi sul settimo/ottavo posto in Serie A.

Sponsor

Condividi
La funzionalità è stata disattivata perché si avvale di cookies (Maggiori informazioni)

Attiva i cookies