A Firenze è allarme per l’aumento dei costi degli affitti che, secondo quanto riporta questa mattina La Nazione, arriva ad inghiottire mediamente tra il 45 ed il 50% del reddito familiare, attestandosi ad un livello ben superiore rispetto al 25% previsto a livello nazionale.
Secondo il segretario generale di Sunia, Fabio Seggiani, la situazione ha raggiunto ormai un livello decisamente allarmante.
Come spiega il segretario al quotidiano, tra il 2023 e il 2024 il numero degli sfratti, anche di quelli eseguiti con la forza, è diminuito di più di cento unità, ma che dietro ad un dato che può sembrare positivo si nasconde in realtà una generale diminuzione del numero di affitti di lunga durata stipulati in provincia di Firenze.
Come riporta il quotidiano, nel 2022 c’erano quasi quindicimila contratti di locazione di lunga durata attivi a Firenze, nel 2023 erano 14.226 e nel 2024 ben sotto i tredicimilacinquecento, a fronte di un aumento importante del numero di affitti transitori, cioè a studenti, supplenti e lavoratori a tempo.
Con sempre meno persone che stipulano un contratto di locazione di lunga durata, giocoforza, aumentano gli affitti brevi per le locazioni turistiche, conseguenza che non fa altro che peggiorare una situazione già molto difficile costringendo le famiglie ad andare a cercare un alloggio in periferia, contribuendo, così, all’aumento dei prezzi.
La soluzione non è semplice, ma come spiega Seggiani al quotidiano, si può partire dai cosiddetti “patti territoriali”, ovvero strategia condivise con le amministrazioni locali fiorentine per “restituire gli immobili a chi vive e lavora a Firenze”, e di promuovere una stretta sugli affitti brevi.
Con una precisazione, però, ovvero quella di non cercare un colpevole nei proprietari che decidono di trasformare un immobile di proprietà in un alloggio destinato ad accogliere turisti.
Secondo il segretario generale di Sunia, Fabio Seggiani, la situazione ha raggiunto ormai un livello decisamente allarmante.
Come spiega il segretario al quotidiano, tra il 2023 e il 2024 il numero degli sfratti, anche di quelli eseguiti con la forza, è diminuito di più di cento unità, ma che dietro ad un dato che può sembrare positivo si nasconde in realtà una generale diminuzione del numero di affitti di lunga durata stipulati in provincia di Firenze.
Come riporta il quotidiano, nel 2022 c’erano quasi quindicimila contratti di locazione di lunga durata attivi a Firenze, nel 2023 erano 14.226 e nel 2024 ben sotto i tredicimilacinquecento, a fronte di un aumento importante del numero di affitti transitori, cioè a studenti, supplenti e lavoratori a tempo.
Con sempre meno persone che stipulano un contratto di locazione di lunga durata, giocoforza, aumentano gli affitti brevi per le locazioni turistiche, conseguenza che non fa altro che peggiorare una situazione già molto difficile costringendo le famiglie ad andare a cercare un alloggio in periferia, contribuendo, così, all’aumento dei prezzi.
La soluzione non è semplice, ma come spiega Seggiani al quotidiano, si può partire dai cosiddetti “patti territoriali”, ovvero strategia condivise con le amministrazioni locali fiorentine per “restituire gli immobili a chi vive e lavora a Firenze”, e di promuovere una stretta sugli affitti brevi.
Con una precisazione, però, ovvero quella di non cercare un colpevole nei proprietari che decidono di trasformare un immobile di proprietà in un alloggio destinato ad accogliere turisti.
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