Nel mese di luglio 2024 le assunzioni programmate dalle imprese della città metropolitana di Firenze sono circa 9.300, con un calo del 13,1% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. E' quanto affermano i dati Excelsior diffusi dalla Camera di Commercio di Firenze, secondo cui la proiezione trimestrale (periodo luglio-settembre 2024), con circa 26.520 assunzioni previste, evidenzierebbe un calo di circa 4.300 unità sullo stesso trimestre 2023.
Riguardo ai settori di attività si è avuto in un anno un assestamento dei vari comparti con contrazioni tendenziali per costruzioni (-30,8%) e turismo (-25,3%), mentre i flussi aumentano solo nelle attività commerciali (+6,8%). La difficoltà di reperimento rimane sempre su un livello elevato, arrivando al 52% a luglio, "segnalando come per le imprese sia sempre più rilevante - afferma la Camera di commercio - riuscire ad orientare e a collegare le politiche di assunzione a quelle formative e la necessità di tutelare e incentivare la conservazione del posto di lavoro, soprattutto per i dipendenti maggiormente specializzati e in grado di rappresentare una risorsa base e strategicamente rilevante".
Secondo i ricercatori, l'inflazione non è stata coperta dall'aumento delle retribuzioni nominali, "nonostante l'aumento, determinando una diminuzione dei salari reali, rispetto ai due anni precedenti. Si è avuto di conseguenza un calo del costo del lavoro che ha influito sulla tonicità della domanda di lavoro. In altre parole il potere d'acquisto delle retribuzioni tende a rimanere inferiore al livello del 2019 e richiederà del tempo per chiudere il divario, che dovrebbe persistere anche nel corso del 2025".
Riguardo ai settori di attività si è avuto in un anno un assestamento dei vari comparti con contrazioni tendenziali per costruzioni (-30,8%) e turismo (-25,3%), mentre i flussi aumentano solo nelle attività commerciali (+6,8%). La difficoltà di reperimento rimane sempre su un livello elevato, arrivando al 52% a luglio, "segnalando come per le imprese sia sempre più rilevante - afferma la Camera di commercio - riuscire ad orientare e a collegare le politiche di assunzione a quelle formative e la necessità di tutelare e incentivare la conservazione del posto di lavoro, soprattutto per i dipendenti maggiormente specializzati e in grado di rappresentare una risorsa base e strategicamente rilevante".
Secondo i ricercatori, l'inflazione non è stata coperta dall'aumento delle retribuzioni nominali, "nonostante l'aumento, determinando una diminuzione dei salari reali, rispetto ai due anni precedenti. Si è avuto di conseguenza un calo del costo del lavoro che ha influito sulla tonicità della domanda di lavoro. In altre parole il potere d'acquisto delle retribuzioni tende a rimanere inferiore al livello del 2019 e richiederà del tempo per chiudere il divario, che dovrebbe persistere anche nel corso del 2025".
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