Da uno studio medico nato ai tempi del Granducato all’Intelligenza Artificiale

Il mondo del lavoro negli ultimi anni è cambiato molto, tutt’ora sta cambiando ed è destinato a continuare ad evolversi per anni.

Rispetto già a trent’anni fa i computer, e ora gli smartphone, hanno completamente rivoluzionato il modo in cui intere categorie professionali svolgono il proprio lavoro, e ora che l’Intelligenza Artificiale sta iniziando ad entrare sempre più nella vita quotidiana stanno nascendo nuove professioni.
Questa mattina La Nazione dedica spazio ad una sorta di “confronto fra il vecchio e il nuovo”, intervistando due professionisti testimoni di quel dualismo tra tradizione ed innovazione che può essere un valore aggiunto per l’economia di una città.

A Firenze esiste infatti una start-up, la Binoocle, che addestra l’Intelligenza Artificiale: come ha spiegato il suo fondatore, Mario Puccioni, si occupa di insegnare ai sistemi di intelligenza artificiale a riconoscere le varie situazioni a partire dalle immagini.

In questo modo l’IA sarà in grado di distinguere fra le varie situazioni e prendere decisioni a riguardo. Le potenzialità dell’intelligenza artificiale sono immense e forse incalcolabili ad oggi, ma secondo Puccioni non si deve essere spaventati dal ruolo che l’IA potrà avere in futuro nel mercato del lavoro, perché potrà essere chiamata a svolgere compiti ripetitivi o pericolosi lasciando agli esseri umani tempo ed energia per attività più complesse o creative.

L’altra faccia della medaglia è lo studio medico situato al civico 83 di Borgo Pinti, un autentica istituzione fiorentina che, racconta La Nazione, ha aperto i battenti nel Settecento, ai tempi del Granducato di Toscana, arrivando sano e salvo all’Italia Unita ed esercitando ininterrottamente la propria attività fin dal 1893.

Ben sei generazioni di medici della famiglia Berzi, cominciato da Angiolo di Lorenzo di Filippo Meucci, poi proseguito con Carlo Ceccherini e poi passato ad Aldo Berzi e agli attuali Alberto e Niccolò Berzi.
Una vera e propria storia dinastia di medici e dottori attivi in quell’angolo suggestivo di Firenze che, raccontano al quotidiano, non si fermò neanche durante l’ultima guerra.

E riguardo ai cambiamenti, racconta Alberto Berzi di averne visti avvenire tanti nel corso degli anni, di aver assistito all’evoluzione della professione e alle sue innovazione, e di avere tanta fiducia nei confronti dei giovani, “bravissimi e competenti anche in materie lontane dalla medicina”. Come, ad esempio, i computer.
Condividi
La funzionalità è stata disattivata perché si avvale di cookies (Maggiori informazioni)

Attiva i cookies