Inaugurata a Firenze, a Palazzo Strozzi Sacrati la mostra 'Nonostante il lungo tempo trascorso...Le stragi nazifasciste nella guerra di liberazione 1943-1945'. Un'esposizione che, attraverso foto, video, testimonianze, celebra un sacrificio che fu determinante nel processo di costruzione della nostra Repubblica. Il titolo della mostra, ha ricordato il curatore Marco De Paolis, procuratore generale militare alla Corte militare di appello, prende spunto "dalla famosa archiviazione provvisoria con la quale il procuratore generale militare del 1960 aveva messo una pietra tombale su 695 fascicoli relativi alle stragi nazifasciste commesse in Italia e all'estero sulla popolazione civile e sui nostri militari prigionieri di guerra. Queste parole che sancivano, appunto, la fine di una iniziativa giudiziaria che non aveva mai visto la luce: noi l'abbiamo intesa invece come il recupero dei valori sui quali oggi è costituita la nostra nazione".
Tra i presenti anche il governatore della Toscana Eugenio Giani, il generale di corpo d'armata Maurizio Riccò, comandante delle forze operative nord dell'Esercito.
"La memoria non è solo una geografia di luoghi e un calendario di commemorazioni. Se si limitasse a questo sarebbe a rischio, col passare degli anni, il venire meno dei testimoni, il succedersi delle generazioni. Perché ci sia memoria abbiamo bisogno di una capacità di comprensione profonda, direi empatica. Dobbiamo partire dalle vite che si sono incrociate con la storia e che da quest'ultima sono state cancellate", le parole di Giani.
La mostra, realizzata sotto l'alto patronato del presidente della Repubblica, dallo Stato maggiore di difesa e dalla procura generale militare presso la Corte militare di appello, è visitabile fino al 5 maggio.
Tra i presenti anche il governatore della Toscana Eugenio Giani, il generale di corpo d'armata Maurizio Riccò, comandante delle forze operative nord dell'Esercito.
"La memoria non è solo una geografia di luoghi e un calendario di commemorazioni. Se si limitasse a questo sarebbe a rischio, col passare degli anni, il venire meno dei testimoni, il succedersi delle generazioni. Perché ci sia memoria abbiamo bisogno di una capacità di comprensione profonda, direi empatica. Dobbiamo partire dalle vite che si sono incrociate con la storia e che da quest'ultima sono state cancellate", le parole di Giani.
La mostra, realizzata sotto l'alto patronato del presidente della Repubblica, dallo Stato maggiore di difesa e dalla procura generale militare presso la Corte militare di appello, è visitabile fino al 5 maggio.
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