Che Firenze sia una città decisamente votata al turismo non è una novità: e se, da una parte, l’immensa folla di visitatori che ogni anno raggiunge la città per ammirarne le bellezze -circa quattordici milioni nel 2024- rappresenta un problema per la vivibilità di un luogo in cui vivono trecentocinquantamila persone, dall’altra parte rappresenta una fonte importantissima di guadagno.
La Nazione questa mattina scrive che nel 2024 il Comune di Firenze ha incassato la cifra importantissima di 77 milioni di euro dalla tassa di soggiorno, un dato in aumento di sei milioni di euro rispetto al 2023 e che, secondo le stime del Comune, è destinato ad aumentare ancora nel 2025, toccando quota 82 milioni.
Come ricorda il quotidiano, dal primo febbraio la tassa di soggiorno è stata aumentata di cinquanta centesimi, passando da cinque euro e cinquanta a sei, per i pernottamenti nelle strutture non alberghiere che hanno le caratteristiche delle civili abitazioni, una norma esattamente ricamata sulle strutture ricettive più moderne come, appunto, B&B, case vacanza o affittacamere.
Inoltre, spiega ancora La Nazione, tra AirB&B e il Comune di Firenze vige una convenzione in base alla quale è la stessa società a raccogliere l’imposta di soggiorno, al momento del pagamento del pernottamento, e poi a pagarla al Comune.
Analizzando i numeri, il quotidiano riporta che nel 2024 il colosso ha pagato ben 16,8 milioni di euro a Palazzo Vecchio, una cifra in aumento rispetto al 2023 di due milioni e mezzo di euro, registrando dati diversi a seconda del periodo dell’anno, passando dal picco massimo di 1,9 milioni a marzo ai 949mila euro tra novembre e dicembre.
Il sistema sembra funzionare, come riporta il quotidiano citando l’assessore comunale allo Sviluppo Economico Jacopo Vicini, tanto che si sta pensando se estenderlo anche agli altri giganti dell’affitto breve come Booking o Expedia, anche considerando che i proventi vengono utilizzati per finanziare i servizi pubblici.
La Nazione questa mattina scrive che nel 2024 il Comune di Firenze ha incassato la cifra importantissima di 77 milioni di euro dalla tassa di soggiorno, un dato in aumento di sei milioni di euro rispetto al 2023 e che, secondo le stime del Comune, è destinato ad aumentare ancora nel 2025, toccando quota 82 milioni.
Come ricorda il quotidiano, dal primo febbraio la tassa di soggiorno è stata aumentata di cinquanta centesimi, passando da cinque euro e cinquanta a sei, per i pernottamenti nelle strutture non alberghiere che hanno le caratteristiche delle civili abitazioni, una norma esattamente ricamata sulle strutture ricettive più moderne come, appunto, B&B, case vacanza o affittacamere.
Inoltre, spiega ancora La Nazione, tra AirB&B e il Comune di Firenze vige una convenzione in base alla quale è la stessa società a raccogliere l’imposta di soggiorno, al momento del pagamento del pernottamento, e poi a pagarla al Comune.
Analizzando i numeri, il quotidiano riporta che nel 2024 il colosso ha pagato ben 16,8 milioni di euro a Palazzo Vecchio, una cifra in aumento rispetto al 2023 di due milioni e mezzo di euro, registrando dati diversi a seconda del periodo dell’anno, passando dal picco massimo di 1,9 milioni a marzo ai 949mila euro tra novembre e dicembre.
Il sistema sembra funzionare, come riporta il quotidiano citando l’assessore comunale allo Sviluppo Economico Jacopo Vicini, tanto che si sta pensando se estenderlo anche agli altri giganti dell’affitto breve come Booking o Expedia, anche considerando che i proventi vengono utilizzati per finanziare i servizi pubblici.
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