La Giunta regionale della Toscana ha approvato un pacchetto di misure per velocizzare l’iter di installazione di parchi fotovoltaici e agrivoltaici, individuando le aree idonee all’applicazione delle nuove regole ma riducendole molto rispetto alla stima che era stata fatta dal Governo (dal 70% al 30%), provocando così vivaci proteste da parte del mondo ecologista e ambientalista, che rimprovera alla Regione di non essere stata sufficientemente coraggiosa nella spinta verso la transizione energetica.
Come riportato da La Repubblica Firenze, nella città capoluogo della Regione appare idoneo all’applicazione delle nuove regole appena un chilometro quadrato di superficie comunale, mentre per altre zone della regione, come l’Isola d’Elba o Stazzema, il semaforo è completamente rosso senza alcuna zona idonea.
Poca superficie risulta essere idonea anche a Sesto Fiorentino, Calenzano, Scandicci, Campi Bisenzio e Signa (tutte sotto il chilometro quadrato), mentre al contrario offrono grandi spazi per l’installazione comuni come Cortona, Arezzo, Montepulciano, Manciano e Scansano.
L’obiettivo della Regione è quello di allineare la produzione di energia a partire da fonti rinnovabili a quanto stabilito dall’Agenda 2030 dell’Onu, ma secondo le sigle ambientaliste ed ecologiste la riduzione della superficie in cui velocizzare gli iter per l’approvazione dei progetti infrastrutturali rischia di frustrare quest’ambizione: nel mirino del mondo ecologista c’è anche la scelta di tenere fuori dalle nuove procedure l’installazione di energia eolica, che la Regione sostiene essere una tecnologia complessa per la quale l’iter deve essere più lungo e approfondito.
Per questa ragione per gennaio l’associazionismo ecologista annuncia la mobilitazione per chiedere alla Regione di rivedere i criteri e le scelte, qualora non arrivi un cambiamento di rotta già nelle prossime settimane.
Come riportato da La Repubblica Firenze, nella città capoluogo della Regione appare idoneo all’applicazione delle nuove regole appena un chilometro quadrato di superficie comunale, mentre per altre zone della regione, come l’Isola d’Elba o Stazzema, il semaforo è completamente rosso senza alcuna zona idonea.
Poca superficie risulta essere idonea anche a Sesto Fiorentino, Calenzano, Scandicci, Campi Bisenzio e Signa (tutte sotto il chilometro quadrato), mentre al contrario offrono grandi spazi per l’installazione comuni come Cortona, Arezzo, Montepulciano, Manciano e Scansano.
L’obiettivo della Regione è quello di allineare la produzione di energia a partire da fonti rinnovabili a quanto stabilito dall’Agenda 2030 dell’Onu, ma secondo le sigle ambientaliste ed ecologiste la riduzione della superficie in cui velocizzare gli iter per l’approvazione dei progetti infrastrutturali rischia di frustrare quest’ambizione: nel mirino del mondo ecologista c’è anche la scelta di tenere fuori dalle nuove procedure l’installazione di energia eolica, che la Regione sostiene essere una tecnologia complessa per la quale l’iter deve essere più lungo e approfondito.
Per questa ragione per gennaio l’associazionismo ecologista annuncia la mobilitazione per chiedere alla Regione di rivedere i criteri e le scelte, qualora non arrivi un cambiamento di rotta già nelle prossime settimane.
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