In una lunga intervista rilasciata al quotidiano La Repubblica Firenze, Francesco Gabbani, che si esibirà al Mandela Forum il 15 marzo, ha parlato a tutto tondo non solo del suo nuovo disco ma anche, e soprattutto, della sua vita e della sua arte.
Partendo proprio dal nuovo album “Dalla tua parte”, Gabbani ha commentato il parere della critica, che lo ritiene, fin qui, il lavoro più maturo dell’artista: una maturità che però Gabbani accoglie solo in parte, considerandola un punto d’arrivo del percorso si crescita della persona e quindi la fine del viaggio, riassumendo il tutto con la frase “il destino di un frutto maturo è marcire”. Per questo l’artista carrarino preferisce la fanciullezza e l’atteggiamento di perenne scoperta, e curiosità, che caratterizza i bambini.
Il titolo dell’album, spiega Gabbani a Repubblica, significa accoglienza, inclusione a ascolto, atteggiamenti che l’artista non vede più nel mondo contemporaneo, soffocato da individualismo e prevaricazione: “mi auguro che chi ascolta faccia sue queste questioni e ne faccia un motivo di riflessione”.
Non poteva mancare, poi, il riferimento alle origini carrarine: origini che hanno plasmato sia l’arte di Gabbani sia il suo modo di pensare e di essere. Una città di frontiera e di duro lavoro, racconta Gabbani, nella quale ha trovato molto successo il pensiero anarchico e che ha inevitabilmente influenzato il suo pensiero e la sua arte, portandolo a muoversi sui confini angusti di stili espressivi e musicali differenti, creando il mix unico della sua arte.
Gabbani si esibirà a Firenze il 15 marzo al Mandela Forum.
Partendo proprio dal nuovo album “Dalla tua parte”, Gabbani ha commentato il parere della critica, che lo ritiene, fin qui, il lavoro più maturo dell’artista: una maturità che però Gabbani accoglie solo in parte, considerandola un punto d’arrivo del percorso si crescita della persona e quindi la fine del viaggio, riassumendo il tutto con la frase “il destino di un frutto maturo è marcire”. Per questo l’artista carrarino preferisce la fanciullezza e l’atteggiamento di perenne scoperta, e curiosità, che caratterizza i bambini.
Il titolo dell’album, spiega Gabbani a Repubblica, significa accoglienza, inclusione a ascolto, atteggiamenti che l’artista non vede più nel mondo contemporaneo, soffocato da individualismo e prevaricazione: “mi auguro che chi ascolta faccia sue queste questioni e ne faccia un motivo di riflessione”.
Non poteva mancare, poi, il riferimento alle origini carrarine: origini che hanno plasmato sia l’arte di Gabbani sia il suo modo di pensare e di essere. Una città di frontiera e di duro lavoro, racconta Gabbani, nella quale ha trovato molto successo il pensiero anarchico e che ha inevitabilmente influenzato il suo pensiero e la sua arte, portandolo a muoversi sui confini angusti di stili espressivi e musicali differenti, creando il mix unico della sua arte.
Gabbani si esibirà a Firenze il 15 marzo al Mandela Forum.
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