Tanti applausi, e qualche coro di dissenso, per le immagini di distruzione che richiamavano la Palestina

La prima del Macbeth di Verdi al Teatro del Maggio, spettacolo di Mario Martone con la scenografia curata da Mimmo Paladino, ha suscitato grande emozione e anche qualche dissenso: durante il coro 'Patria oppressa', infatti, sono state mostrate delle scene in bianco e nero che ritravenao edifici distrutti, richiamando esplicitamente Gaza.
Una volta terminata la rappresentazione, le maestranze sono uscite mostrando degli striscioni con su scritto "mai più vittime innocenti, mai più genocidi, mai più massacri" mostrando anche bandiere dell'Ucraina e della Palestina.

Presentando l'opera alcuni giorni fa Martone aveva detto: "Questo spettacolo è da un lato un viaggio interiore nella psiche di un uomo e sua moglie, dall'altro una manifestazione scenica delle forze che li manovrano, attraverso la presenza delle streghe. Per questo Macbeth è un manuale. Verdi ci parla dal suo tempo. C'è il popolo che soffre per la guerra e la violenza, dunque il coro ci ricorda la patria oppressa e non può non farci pensare a quello che succede al popolo palestinese. Un'opera come questa è eterna".
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