“Non c'è bisogno che nel decreto Schillaci“, poi convertito in legge, “vi sia scritto che si lavora il sabato e la domenica“

Il ricorso della Regione Toscana rivolto alla Consulta contro la legge Schillaci sulle liste d'attesa "ci porta ad una responsabilità, quella che se il governo non prevede delle risorse, noi come Regioni, sulle liste d'attesa, dobbiamo farne la battaglia delle battaglie". Lo ha dichiarato il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, a margine di una conferenza stampa a Palazzo Strozzi Sacrati.
 
In riferimento alla possibilità di reperire fondi per abbattere le liste d'attesa secondo Giani "maggiori risorse possono venire dai pronto soccorso dove gli stranieri attraverso la loro copertura assicurativa pagheranno" le spese sanitarie effettuate, ma anche "con una organizzazione dei punti di intervento rapido accanto alle strutture dei pronto soccorso negli ospedali, e quindi la differenziazione ed un esaurimento migliore delle domande dei codici bianchi e dei codici verdi" ed infine "comprimendo quelli che sono i tempi per ogni visita degli spazi previsti dalla piattaforma regionale".


Giani ha affermato che "non c'è bisogno che nel decreto Schillaci", poi convertito in legge, "vi sia scritto che si lavora il sabato e la domenica. Da gennaio fino a maggio scorso, in cinque mesi, in Toscana, sabato e domenica sono state garantite 2 milioni e 369mila prestazioni: conseguentemente noi ci troviamo ad essere una Regione che ha sostanzialmente anticipato quella che poteva apparire come una notizia del decreto legge".
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