“Con la legge sulle aree idonee faremo un ulteriore salto di qualità”

"Credo che la Toscana possa ragionevolmente nell'arco di 3-4 anni anche avvicinarsi al 70% di autoproduzione" di energia rinnovabile. Lo ha affermato il presidente della Regione Eugenio Giani a margine del suo intervento alla terza edizione del Forum energia organizzato da Legambiente Toscana a Firenze.

"Abbiamo enormi potenzialità e la Giunta regionale sta lavorando per trasformare quelle potenzialità in atto, pure nel rispetto di un paesaggio prezioso e complesso, che rappresenta l’essenza di una regione fortemente vocata al turismo come la nostra”.

La legge sulle aree idonee, "che colma un significativo vuoto normativo", ha evidenziato il governatore, "ci consentirà di fare un ulteriore salto di qualità nel portare la Toscana ad essere regione leader sul piano dell'energia rinnovabile". Non solo con la geotermia.

Un "bell'incremento", ha specificato ancora Giani, "può avvenire dal fotovoltaico e anche dall'eolico facendo un lavoro di buonsenso sui siti idonei", siti che non siano "compromettenti per il paesaggio, per gli equilibri ambientali e dal punto di vista agricolo". In ogni caso "la transizione energetica non è più rimandabile".

    
Sulla legge regionale, ha aggiunto l'assessora all'ambiente Monia Monni, "la discussione è ancora aperta", anche perché, ha ammesso, "ci sono ancora posizioni da far convergere su un testo che non è semplice".

Il testo viene definito da Monni "di grande equilibrio perché ci consente di raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione che vogliamo assolutamente raggiungere e di farlo nel rispetto dell'ambiente e del paesaggio".

L'assessora ha quindi evidenziato come la legge affronta anche il "rischio speculazione che investe i campi, soprattutto del sud della Toscana, alcune parti della costa e della Val di Cornia. Noi abbiamo definito che l'agrivoltaico all'interno dei campi è zona idonea soltanto laddove sia l'imprenditore agricolo professionale a presentare il progetto. In questo modo riusciamo a far sì che la transizione sia un elemento di sostegno al reddito agricolo e a contenere l'utilizzo estensivo dei campi".
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