A rischio usura a Firenze 2.433 tra artigiani, esercenti e commercianti. Piccoli imprenditori che, nell’ultimo anno, sono «scivolati» nell’area dell’insolvenza e dopo la segnalazione alla Centrale rischi della Banca d’Italia si vedono preclusa, come riporta il Corriere Fiorentino, la possibilità di accedere a un nuovo prestito.
In Italia sono 117.713 aziende che risultano insolventi al 30 giugno 2024 e il capoluogo toscano si posiziona al quinto posto nella classifica, dietro Roma (10.827 aziende) Milano (6 834) Napoli (6.003) e Torino con 4.605. A lanciare l’allarme è l’Ufficio Studi Cgia di Mestre, secondo cui il dato nazionale è in crescita rispetto all’anno scorso di oltre 2.600 unità, dopo anni di calo.
Dall’elaborazione dati della Banca d’Italia, a Firenze le aziende in sofferenza sono meno rispetto al 2023 (-104), con una flessione del 4,1%. La Toscana è al 19esimo posto per rischio usura: le imprese insolventi, al 30 giugno 2024, risultano 9.260 contro le 9.593 dello scorso anno, con una riduzione del -3,5%, in controtendenza alla media italiana che registra un +2,3%.
Ad eccezione degli anni della pandemia, secondo la Cgia, dal 2011 i prestiti bancari alle imprese sono crollati: a fronte dei 1.017 miliardi di euro erogati verso la fine del 2011, si è scesi ai 711,6 del febbraio 2020. In 12 anni, le imprese hanno perso 350 miliardi di prestiti, pari al -52,4%.
D’altra parte, le indagini svolte dalla Direzione investigativa antimafia dimostrano che il denaro proveniente dall’usura viene riciclato sempre più in Toscana, Lombardia, Emilia Romagna e Veneto. Proprio per evitare questa deriva, la Cgia chiede il potenziamento delle risorse a disposizione del Fondo di Prevenzione dell’usura.
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