Inaugurata a Firenze la mostra 'Dai binari della morte alle prigioni della mente' che presenta le foto di Claudio Tamburini dedicate al tema della Shoah e dei manicomi. La rassegna è ospitata negli spazi espositivi del Consiglio regionale.
"Per il tema dell'Olocausto - ha detto Claudio Tamburini - ho iniziato ad elaborare questo progetto, leggendo un libro che mi ha scosso, coinvolgendomi emotivamente dalla prima all'ultima pagina, 'L'ultimo sopravvissuto', di Sam Pivnik, le cui parole sono illuminanti su quanto accaduto, e sull'abisso in cui sprofondava l'umanità in quegli anni.
Mentre per il tema dei manicomi, ho avuto l'opportunità di visitare questi luoghi e, al loro interno, ho percepito lo stato di disagio e sofferenza che queste persone erano costrette a provare quotidianamente, vivendo in quella che per loro era non solo una prigione fisica ma anche mentale.
È nata, quindi, l'idea di poter unire insieme questi due temi".
Per il presidente del Consiglio regionale, Antonio Mazzeo "nelle fotografie esposte i luoghi spogli e privi di vita hanno la forza di raccontare con delicatezza ma anche con efficacia le esperienze umane che lì si sono consumate: la morte, il dolore, la paura, l'umiliazione, il rifiuto".
"Per il tema dell'Olocausto - ha detto Claudio Tamburini - ho iniziato ad elaborare questo progetto, leggendo un libro che mi ha scosso, coinvolgendomi emotivamente dalla prima all'ultima pagina, 'L'ultimo sopravvissuto', di Sam Pivnik, le cui parole sono illuminanti su quanto accaduto, e sull'abisso in cui sprofondava l'umanità in quegli anni.
Mentre per il tema dei manicomi, ho avuto l'opportunità di visitare questi luoghi e, al loro interno, ho percepito lo stato di disagio e sofferenza che queste persone erano costrette a provare quotidianamente, vivendo in quella che per loro era non solo una prigione fisica ma anche mentale.
È nata, quindi, l'idea di poter unire insieme questi due temi".
Per il presidente del Consiglio regionale, Antonio Mazzeo "nelle fotografie esposte i luoghi spogli e privi di vita hanno la forza di raccontare con delicatezza ma anche con efficacia le esperienze umane che lì si sono consumate: la morte, il dolore, la paura, l'umiliazione, il rifiuto".
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