Siani e Pieraccioni: “Un film per far divertire il pubblico”

Questa mattina, al cinema The Space di Novoli a Firenze, è stato presentato “Io e te dobbiamo parlare”, il nuovo film di Alessandro Siani che, insieme a Leonardo Pieraccioni, ha dato vita a un duo comico che riporta un po’ indietro nel tempo, a quando, esattamente 40 anni fa, Troisi e Benigni diedero vita all’indimenticabile “Non ci resta che piangere”.

Siani e Pieraccioni non sono Troisi e Benigni, ma sicuramente chi ha scommesso su di loro sa che il binomio può rivelarsi assolutamente vincente. Lo dimostra il successo dell’esordio del film, uscito nelle sale giovedì 19 dicembre riscuotendo un ottimo successo.

Entrambi con una lunga gavetta alle spalle, Siani e Pieraccioni si sono sempre stimati e si sono spesso “annusati”, come hanno sottolineato entrambi, fino a decidere di lavorare insieme in un film che non è l’esempio della loro solita commedia sentimentale dove dar vita a delle gag divertenti, bensì un film con un taglio diverso, dove la commedia viene contaminata dal genere action e poliziesco.

La trama è semplice. Una donna in comune, una figlia a metà e una volante per due. Antonio (Alessandro Siani) e Pieraldo (Leonardo Pieraccioni) condividono molte cose: una carriera non sempre luminosa (anzi!), un legame di lungo corso, due esistenze apparentemente troppo tranquille per due agenti di polizia che il destino ha voluto sapientemente intrecciare. Il pericolo, insomma, non era il loro mestiere, fino a quando non dovranno affrontare un vero crimine, un caso molto intricato e rischioso che, fra sfide contro il tempo e colpi di scena, cambierà la loro vita. Il tutto, condito da un cast importante dove non solo i protagonisti alzano il livello. Basti pensare a Francesca Chillemi, Gea Dall’Orto, Sergio Friscia, Brenda Lodigiani, Enrico Lo Verso, Biagio Izzo e molti altri ancora.

Le parole del regista e attore del film, Alessandro Siani

“Io e te dobbiamo parlare” – ha detto il regista nonché attore del film Siani – è un film che vuole assolutamente portare il pubblico a divertirsi. Non è facile portare il pubblico in sala in questo momento storico. La crisi della commedia è nel pieno. Io e Leonardo non abbiamo una Ferrari e stiamo viaggiando con una bellissima Panda, cercando di raggiungere il nostro obiettivo. Ma nella strada che stiamo percorrendo, stiamo ritrovando il nostro desiderio, la nostra voglia, quella di divertirsi, di stare insieme. La commedia va vista insieme a tante persone, ti contagia, ti fa sentire meglio. Uscire dalla sala dopo essersi fatti delle sane risate è salutare. E anche grazie a voi, può arrivare al pubblico, alla gente, la nostra voglia di rivedere queste sale piene e soprattutto di gente che ride”.

Com’è Pieraccioni come attore?

“Leonardo è il più forte attore italiano, dopo Ceccherini - sorride.  È un attore di grande sensibilità, comicità, gioco, riesce a capire sempre la scena e a entrarci dentro con profondità. È uno dei grandi maestri. Queste cose che ho detto non sono né banali né retoriche, le ho dette perché lo penso. Leonardo è un fuoriclasse. Ci siamo divertiti tanto insieme, sia durante le riprese del film, sia in questo periodo di promozione. Abbiamo creato un rapporto importante e solido”.

Un napoletano, un fiorentino… sembra l’inizio di una barzelletta, ma è una domanda: com’è stato lavorare insieme?

“Con Leonardo c’è una complicità davvero curiosa. A volte capita che io inizio una frase e lui la finisce, e viceversa. Però c’è una dinamica meravigliosa, non mi divertivo così da un film che si chiamava “Natale a New York”, ero con De Sica. Ci siamo fatti davvero grandi risate”.

Le parole di Leonardo Pieraccioni

“L’intenzione di essere diretto da Siani è nata tutta da una telefonata precisa che Alessandro mi ha fatto dicendomi: “Ti vuoi venire a divertire con me?”. Mi sembrava la sceneggiatura perfetta – ha detto Pieraccioni – perché il divertimento non si rifiuta mai, in nessun tipo di proposta. E devo dire la verità, è stato bravo a farmi leggere due paginette di un’idea di un soggetto che era veramente lontano da tutte le cose che abbiamo fatto.

Pieraccioni torna al cinema, tra l’altro, nei panni del “semplice” attore. Come mai questa decisione?

“Mi ero dimenticato, dopo l’altro film che avevo fatto da attore e basta con Giovanni Veronesi, la pacchiosità di fare l’attore e basta. Poi io e Alessandro ci siamo conosciuti, ci siamo annusati come i cani e, quando si viene dal cabaret, si sa, siamo simili e vicini nell’intento. La pistola? Io ho avuto a che fare con le pistole, oltre in questo film, soltanto nel 1998, quando recitai (appunto) ne Il mio West. Infatti, mi viene da pensare che io accetti un film non mio solamente se c’è qualche pistola e qualche pallottola da sparare o da schivare. Comunque, tornando a Siani, ci siamo tanto divertiti nel fare questo film e già il risultato della prima di ieri è stato eccezionale, per essere stato un giovedì, quindi significa che il film ha suscitato curiosità. Ed è uno di quei film, l’ha già detto Siani, che dovrebbe riempire le sale in un periodo in cui, ancora di più, il pubblico e la gente vuole staccare da quelli che sono i problemi che si conoscono bene”.

Un napoletano, un fiorentino… sembra l’inizio di una barzelletta, ma è una domanda: cosa hanno realmente in comune?

“Da sempre napoletani e fiorentini smussano gli angoli, per cui non prendono mai le cose in fronte. Se c’è un problema cercano di giocarci intorno. Per quanto riguarda i fiorentini, l’argomento è stato toccato in maniera meravigliosa da Monicelli con la paura di morire che avevano i quattro protagonisti di Amici Miei e che prendevano assolutamente tutto a ridere. L’indolenza napoletana è l’indolenza fiorentina. Loro dicono “Vabbuò, ja, ci pensiamo domani”, noi si dice “Vienvia stai bono, e ci si pensa dopo, gnamo”.
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