Parte la Primavera Fiesolana: il 29 marzo l’apertura con Mistero Buffo

La sindaca Scaletti: “Una rassegna che consolida l’idea di fare Fiesole città di cultura”

La città di Fiesole è pronta a partire per la seconda edizione della Primavera Fiesolana. Dopo il successo di un anno fa, dunque, il Teatro di Fiesole apre le porte e il suo palcoscenico a un nuovo calendario ricco di spettacoli di teatro, musica e concerti che, a partire dal 29 marzo prossimo, andranno in scena, a conferma della voglia di cultura che c’è in città.Le parole di Claudio Bertini, responsabile del Teatro di FiesoleSiamo alla seconda edizione della Primavera Fiesolana, si parte con “Mistero buffo”, un cult, però si parla anche di musica…“Sì, è un’edizione che ricorda la prima edizione della Primavera Fiesolana e la prima edizione dell’Autunno Fiesolano, che a loro volta ricordano l’Estate Fiesolana, quindi un mix tra teatro, prosa, musica di vario genere, con delle puntate anche sul cinema. È un piccolo mix che si ritrova anche in questa seconda edizione della Primavera Fisolana. Si inizia con un super classico di un Premio Nobel per la Letteratura, che è “Mistero Buffo” di Dario Fo, fatto questa volta da Matthias Martelli, che vi consiglio caldamente, però abbiamo anche musica con Roberto Cacciapaglia, Simona Molinari, c’è questo duo praticamente inedito formato da Giulio Wilson e Tonino Carotone e tanti altri. Abbiamo seguito la linea di gusti che abbiamo tracciato già con la prima edizione e che in parte è stata tracciata nell’ultima edizione dell’Estate Fiesolana”.E poi c’è anche il cinema musicale…“Sì, è un po’ più di un cinema, nel senso che ci sarà un cinema commentato. Ci saranno un giornalista e dei musicisti che dicono la loro su queste perle di musica che sono i grandi concerti e i grandi film fatti sui grandi artisti italiani e stranieri. In questa edizione, in questa prima volta, ci saranno Guccini e Dalla come artisti italiani e Talking Heads e Nick Cave come artisti stranieri. Però chiederemo a delle persone che si intendono di musica un commento live a questi film. E credo sarà interessante vedere questi film in compagnia di qualcuno che ne sa più di te”.Novità rispetto alla prima edizione della Primavera Fiesolana ce ne sono?“No, non ci sono molte novità, se non una ricerca di artisti e di spettacoli che possono essere giusti per questo contenitore. E per contenitore intendo non solo la rassegna in questione, ma anche questo Teatro di Fiesole con determinate caratteristiche di autistica e tante altre cose. Poi ci sono dei piccoli ritorni, perché Roberto Abbiati era già qui alla prima edizione col suo “Moby Dyck”, poi anche Roberto Mercadini era presente alla prima edizione. Sono tipo di artisti che sono adatti a questo spazio e che hanno un loro pubblico a Firenze, ma che, forse, certe loro proposte non sono adatte per esempio al Puccini. Quindi qui trovano uno spazio che altrimenti gli mancherebbe. Aggiungo il fatto della riproposizione di spettacoli che sono spettacoli di lungo corso, spettacoli che hanno avuto successo in tutto il mondo e sono stati riproposti per centinaia di volte. Questo è stato così nell’edizione dell’Autunno Fiesolano con “La merda”, che era uno spettacolo pluripremiato,  era stato rappresentato diverse volte anche a Firenze, ma che nonostante questo era giusto riproporre, perché non può uno spettacolo come quello esaudire il proprio pubblico in tre puntate a Firenze nel corso degli ultimi 10 anni, ha bisogno di un altro spazio. Così è anche per “Pasticceri”, così è anche per “Una tazza di mare in tempesta”, cioè sono spettacoli di culto, che sono stati visti già molte volte, ma che al tempo stesso hanno ancora pubblico: sono più quelli che li devono vedere che quelli che li hanno visti. E torno a “Mistero buffo”, c’è chi ha avuto la fortuna di vederlo fatto da Dario Fo a Teatro Tenda nel 1978,  ma comunque una pietra miliare del teatro, per cui è giusto che venga riproposto in questa edizione, anche perché Matthias Martelli è molto bravo”.Le parole del sindaco di Fiesole, Cristina ScalettiSiamo pronti per la seconda edizione della Primavera Fiesolana…“Sì, siamo pronti e siamo anche molto felici perché, con la seconda edizione della Primavera Fiesolana, insieme all’Autunno Fiesolano e insieme all’Estate Fiesolana, si consolida l’idea di fare Fiesole città di cultura, dove la cultura, appunto, non si ferma, dura tutto l’anno ed è estremamente importante che, non solo che le cittadine e i cittadini fiesolani abbiano un luogo dove poter il teatro, il cinema e passare del tempo alle famiglie, ma anche poter fruire della cultura per crescere da un punto di vista della pluralità e della comunità”.Autunno e Primavera sono la continuazione dell’Estate Fiesolana per un’offerta a tutto tondo…“Sì, proprio così, mi piace dire che a Fiesole la cultura non si ferma proprio grazie a questa offerta a tutto tondo, che permette di tenere viva l’attenzione sui temi fondamentali della nostra società, perché la cultura serve anche a questo, serve a far crescere una comunità e a renderla partecipe di una socialità diffusa che si consolida attraverso il teatro, il cinema, e a tutte le declinazioni della cultura stessa”.Da sottolineare, inoltre, che il Teatro di Fiesole e la rassegna Primavera Fiesolana sono nati ed operano grazie al sostegno di Officine Mario Dorin, Banca Cambiano 1884 S.p.A., Unicoop Firenze, Stefano Ricci e Ludovico Martelli. IL CALENDARIO DELLA PRIMAVERA FIESOLANA TeatroSabato 29 marzo 2025 - ore 21MATTHIAS MARTELLI Mistero buffo di Dario Fo e Franca RameRegia Eugenio AllegriAiuto regia Alessia DonadioTeatroLunedì 31 marzo 2025 - ore 21PAOLO RUMIZ e VANGELIS MERKOURISIl Legno del mare e Divagazioni sulla malinconiaMusicaMartedì 1 aprile 2025 - ore 21SCUOLA DI MUSICA DI FIESOLEMusicaMercoledì 2 aprile 2025 - ore 21ROBERTO CACCIAPAGLIATime to beQuesta architettura è un obbrobrioVenerdì 4 aprile 2025 - ore 21Incontro con MAX ADIANSIArchiterrorMusicaSabato 5 aprile 2025 - ore 21GIULIO WILSON e TONINO CAROTONEMondo divinoCinema e MusicaMartedì 8 aprile 2025 - ore 20Introduzione di Benedetto Ferrara e ospitiFRANCESCO GUCCINI: FRA LA VIA EMILIA E IL WESTRegia Giuliano NicastroTALKING HEADS -  STOP MAKING SENSERegia Jonathan DemmeMusicaGiovedì 10 aprile 2025 - ore 21SIMONA MOLINARITeatroSabato 12 aprile 2025 - ore 21ROBERTO MERCADINIMoby DickCinema e MusicaMartedì 15 aprile 2025 - ore 20Introduzione di Benedetto Ferrara e ospitiLUCIO DALLA - DALLAMERICARUSO. IL CONCERTO PERDUTORegia Walter VeltroniNICK CAVE - THE BIRTHDAY PARTY - MUTINY IN HEAVEN – LA PRIMA FILA NON È PER I FRAGILI Regia di Ian White, prodotto da Wim WendersTeatroMercoledì 16 aprile 2025 - ore 21Compagnia OrsiniROBERTO ABBIATI e LEONARDO CAPUANOPasticceri. Io e mio fratello Roberto

Supercoppa Femminile, Fiorentina sconfitta 3-1 dalla Roma

Non basta la rete di Jagony, le viola cedono alle giallorosse

Niente da fare. La Fiorentina esce sconfitta dal Picco di La Spezia contro la Roma per 3-1 e perde la finale di Supercoppa femminile. La Roma, ancora una volta, ha dimostrato di essere più forte della Fiorentina sia tecnicamente che fisicamente. Peccato, perché la squadra viola ci ha provato e, quando ha raggiunto il momentaneo pareggio, ha illuso i tifosi presenti, che speravano in un epilogo diverso. Inizia meglio la Roma il match, più aggressiva e convinta, tanto che al 18' si porta in vantaggio con un tiro dalla distanza di Glionna che Firkestrand non trattiene. Le viola provano a riordinare le idee e hanno un paio di occasioni nel corso del primo tempo, con Janogy e Snerle, dove con un po' più cinismo avrebbero potuto pareggiare i conti. Ma si va a riposo sul risultato di 1-0 per le giallorosse. Nella ripresa la Fiorentina entra in campo con più verve e al 60' trova il meritato pareggio con Janogy che trafigge Kresche con un tiro dalla distanza (anche in questo caso, il portiere non è immune da colpe). Ma la gioia del pari dura poco, perché al 64' la Roma si porta nuovamente in vantaggio con un gol dell'ex Giacinti che, su cross dalla sinistra, di testa, fa 2-1.Nonostante lo svantaggio e la forza della Roma, la Fiorentina prova a gettare il cuore oltre l'ostacolo e va in avanti alla ricerca del nuovo pari. Ci prova con Janogy al 70' e Catena all'82'. Ma a chiudere i giochi, all'89' è la Roma che fa 3-1 con Corelli che, sradica il pallone dai piedi di Severini in area, e con un destro potente trafigge il portiere viola. È il 3-1 finale. La Roma dimostra di essere ancora una volta la bestia nera della Fiorentina: è la 13ª sconfitta in 21 gare giocate contro le giallorosse tra campionato e coppe. Ora, archiviata la delusione dell'ennesima finale persa, la Fiorentina torna a concentrarsi sul campionato e sulla Coppa Italia, dove in questo mese di gennaio, affronterà il Milan si quarti. "Le finali sono partite secche, c'è tanta delusione. Eravamo riuscite a riprendere il possesso del pallone ma la Roma è stata più cinica, hanno anche più esperienza e sono più abituate a giocare queste partite. Ora voltiamo pagina e pensiamo alla prossima gara, la stagione non è finita, il nostro obiettivo rimane portare un trofeo a Firenze, ora testa al Milan e al campionato" ha commentato Alice Tortelli.Mister De La Fuente parla di un sogno infranto: "Volevamo riportare un trofeo a Firenze. Ci rimane l'esperienza di aver giocato due finali in otto mesi e la qualificazione in Champions League. Siamo orgogliosi del lavoro fatto ma peccato per la partita, per me le ragazze si meritavano qualcosa in più. C'è ancora da lavorare, raggiungere la finale è già stato un primo passo, vincere la coppa sarebbe il secondo. Adesso dobbiamo pensare al Como, poi penseremo anche alla Coppa Italia".Sddosfatto l'allenatore della Roma Alessandro Spugna: "Questa vittoria rappresenta qualcosa di importante, volevamo portarlo a casa per dimostrare che nonostante le difficoltà siamo ancora una squadra che ha voglia di lottare e di vincere. Questa vittoria ci deve dare la forza per ripartire anche in campionato e per iniziare una rincorsa sulle squadre che ci precedono. Oggi, comunque, era un'opportunità per dimostrare che la Roma c'è ancora". Poi, sulla Fiorentina "ha cambiato tanto, è molto più offensiva. In campionato sta facendo bene, ma oggi nel primo tempo abbiamo dominato il gioco, e questo è stato sufficiente per farci portare a casa il trofeo".

Supercoppa: Fiorentina, voglia di rivincita contro la Roma al Picco di La Spezia

148 telecamere collegate per la prima del 2025 del calcio femminile

Poco più di un'ora al fischio d'inizio della finale della Supercoppa femminile tra Roma e Fiorentina, in campo alle 15.30 allo Stadio Picco di La Spezia. La squadra di De La Fuente, dopo la sconfitta in finale di Coppa Italia contro la Roma, ai rigori, nel mese di maggio 2024, ha voglia di rivalsa, anche perché non vince un trofeo dal lontano 2018, quando proprio a La Spezia, le gigliate alzarono la Supercoppa battendo la Juventus con un gol di Ilaria Mauro. Poi, la Fiorentina femminile, non è più riuscita a vincere una coppa. Infatti nel 2019 e nel 2020 ha perso la Supercoppa contro la Juventus e nella stagione 2023-24 ha perso la Coppa Italoa contro le giallorosse. Gara non facile per le gigliate, considerando la statistica: la Fiorentina, in 20 gare giocate contro la Roma, ha vinto solamente 2 volte (nel 2019), poi ha pareggiato 6 volte e perso 12 volte. Per quanto riguarda lo Stadio Picco rimesso a nuovo, si prepara ad ospitare l'evento d'apertura del 2025 con 148 Paesi collegati da tutto il mondo e con 12 telecamere a riprendere lo spettacolo della Supercoppa femminile. Restiamo in attesa delle formazioni ufficiali.

Cna Firenze Metropolitana sta per compiere 80 anni

Il presidente Giacomo Cioni: “Più siamo, più saremo efficaci”

CNA Firenze Metropolitana, l’associazione che dal 1945 dà voce e tutela l’artigianato e la piccola e media impresa, sta per compiere 80 anni. Un traguardo sicuramente importante, di cui parla il presidente proprio di CNA Firenze Metropolitana, Giacomo Cioni: “Era il 12 luglio 1945 quando un piccolo gruppo di artigiani fondò CNA Firenze. Oggi – racconta – con circa 8.000 associati, CNA Firenze Metropolitana è la principale associazione di rappresentanza dell’artigianato e della piccola e media impresa della provincia di Firenze. I motivi che videro la nascita di questa associazione sono validi tutt’oggi, anzi… La necessità di un soggetto promosso e portato avanti da piccoli imprenditori artigiani è sempre crescente e resta l’unico strumento di intermediazione e confronto con la politica nazionale, regionale e territoriale. L’unico soggetto dentro il quale gli imprenditori si ritrovano, suddivisi per mestieri e territori, per confrontarsi su tematiche legate allo sviluppo, alle crisi settoriali o strutturali che il paese, di volta in volta, attraversa. E dove creare risposte di sistema alle esigenze burocratiche e amministrative ed adempimenti di legge, dove trovare tutele”.Quanti sono stati gli obiettivi raggiunti e quelli ancora da raggiungere in questi 80 anni di storia?“Gli obiettivi raggiunti in questi 80 anni a tutela e vantaggio della piccola e piccolissima impresa sono innumerevoli. È troppo complicato stilarne un elenco in poco tempo, rammento comunque obiettivi raggiunti nel modello di calcolo pensionistico, nelle norme che hanno promosso aiuti tramite detrazioni fiscali per l’epicentamento energetico e che hanno garantito un grande sviluppo per le nostre aziende che operano nel settore. La continua interlocuzione dove riportiamo al legislatore la reale dimensione delle imprese italiane, le loro caratteristiche e la necessità di interpretare e calare nel modo appropriato leggi europee pensate per un target di più grande dimensione d’impresa. Ci adoperiamo nel ricercare trend veritieri della nostra economia. Come abbiamo constatato, in un paese che sostanzialmente non cresce da oltre vent’anni, è difficile promuovere l’imprenditoria e tantomeno il passaggio generazionale, sempre più in crisi, che viene invece naturale in un paese che cresce e che può contare su politiche a sostegno della trasmissione d’impresa”.Ecco, presidente, essendo in un periodo storico in cui sempre più imprese medio-piccole sono costrette a fare un passo indietro, le chiedo qual è lo stato dell’imprenditoria locale?“Le imprese del nostro territorio stanno attraversando un momento di particolare crisi che è frutto di una sommatoria di criticità che sono iniziate sicuramente nel 2020 col problema del Covid19, ma che comunque scontano anche difficoltà che arrivano da lontano, dal 2008 in poi, la crisi americana che si è riversata sul nostro continente e in particolare sull’Italia. Ebbene, l’economia, negli ultimi quattro anni, ha avuto degli shock e degli stress test particolarissimi. Ricordo la chiusura per codice ATECO legata a problematiche relative al Covid19, penso a una stagione inflazionistica che ha messo a dura prova tutta l’imprenditoria italiana, penso alla difficoltà che stiamo registrando in settori strategici e importanti per il nostro territorio quali l’abbigliamento, la pelletteria e la parte di imprese della metalmeccanica che sostanzialmente sono in filiera con questi settori. Ebbene, il modello di impresa della piccola e piccolissima imprenditoria ha sì delle criticità maggiori ed è meno strutturata per sostenere questi momenti di crisi, ma è anche vero che è la più duttile e capace di rinnovamento per aderire a cambiamenti e a nuovi processi produttivi che vengono richiesti di volta in volta. Imprese piccole ma più duttili, imprese piene di sapienza imprenditoriale, di capacità artigianale, del saper fare, che riescono ad andare avanti nonostante le difficoltà. In questo caso, l’associazione di categoria deve in tutti i modi richiamare l’attenzione su queste imprese, su questo target di imprese che a livello italiano rappresenta oltre il 90% delle imprese complessive, e quindi andare a mirare degli aiuti, laddove necessari, per poter attraversare questi momenti di crisi. Io reputo, tra l’altro – e questo è un consiglio al legislatore nazionale e regionale – sia utile promuovere un nuovo framework dove poter sviluppare delle azioni in contrasto a questa crisi che in questo momento sono vietate dalle regole europee. Ebbene, un temporary framework che potrebbe servire ad uscire da un impasse particolare, da una congiuntura particolare, che non è solo frutto di un momento storico come quello accorso negli ultimi dodici mesi, ma è la sommatoria di problematiche che si sono stratificate nel tempo e che è difficile risolvere con strumenti convenzionali, ma occorrono strumenti eccezionali ad una eccezionalità di difficoltà economica”.Quanto sono importanti, per le piccole e medie imprese, le associazioni datoriali?“Le associazioni di categoria sono uno strumento utilissimo per le piccole e piccolissime imprese. Infatti, grazie alla loro lungimiranza, tanti piccoli imprenditori hanno deciso di riunirsi, sottoforma di associazione, per discutere e promuovere azioni a favore del loro modello d’impresa, della loro dimensione di impresa, e per tutelarsi, diciamo tutti insieme, di fronte a temi che era difficile affrontare singolarmente. Oggi noi portiamo avanti delle rivendicazioni particolarmente critiche e importanti a tutti i livelli: a livello nazionale, a livello regionale, a livello territoriale. Sì, questi sono i tre livelli di cui si compone anche il nostro sistema CNA: abbiamo una rappresentanza territoriale, abbiamo un soggetto a livello regionale e chiaramente uno a livello nazionale. All’interno dell’associazione si può intraprendere qualunque tipo di percorso possa portare un vantaggio alla piccola e piccolissima impresa. Noi siamo artigiani, a dire la verità siamo intersettoriali, ci sono diverse tipologie di impresa all’interno della nostra associazione e, nel tempo, ci siamo organizzati e abbiamo dato vita anche a degli strumenti per superare delle difficoltà. Penso al mondo del credito dove, tantissimi anni fa, gli imprenditori, sottoforma mutualistica, misero in piedi dei Consorzi Fidi per aiutare all’accesso al credito le imprese di più piccole dimensioni. Penso a tutta quella rete di informazioni che vengono recepite dalle strutture di CNA, vengono tradotte, sezionate, declinate per ogni singolo mestiere, per fare arrivare informazioni puntuali più aderenti alle necessità delle singole realtà e anche un supporto continuo di confronto per essere spiegate e per essere messe a terra. Penso anche all’importanza che i servizi resi da un’associazione di categoria hanno rappresentato nel corso di questi decenni. Penso a tutto il settore che dà risposte in ambito di sicurezza sul lavoro. Ma se dovessi fare una sintesi dell’importanza delle associazioni datoriali per le piccole e piccolissime imprese, resta su tutto il fatto che l’associazione è un ambito dove ci si ritrova. Dove ci si confronta. Dove si prendono spunti. Dove si fa rete. Dove si incontrano clienti e fornitori. Dove si può, insieme, disegnare un futuro diverso da quello che la politica di turno ci sta propinando. Occorre aprire gli occhi (spesso) di fronte a fatti che solo chi opera nel mondo del lavoro può avere, e può farlo in maniera più specifica laddove si entra a parlare delle singole categorie, dei singoli mestieri. Io credo che il legislatore stesso, i politici che partono dai territori ricordiamocelo, se hanno avuto modo di stare a fianco delle associazioni di categoria, se si sono confrontati con loro, ebbene questi politici salgono ai livelli superiori, quelli regionali e nazionali, portandosi dietro un bagaglio culturale di informazione legato al tessuto produttivo del territorio di cui provengono, ma sanno anche di avere a disposizione un interlocutore che può raccontargli lo stato dell’arte del periodo storico e può stimolarli sulla necessità del settore produttivo – nel nostro caso, conoscere bene le tipicità che sono molteplici per settore dell’artigianato. Ebbene, questo è uno strumento efficace e virtuoso per poter prendere le giuste decisioni, per poter rappresentare al meglio il proprio territorio per impiegare bene le risorse pubbliche”.Chiudo con una domanda sulla campagna associativa per il 2025. Le chiedo modalità, costo ed eventuali novità?“Come campagna associativa 2025 noi portiamo avanti, reiteriamo quello che è il messaggio che annualmente portiamo all’interno dei nostri associati, ma specialmente a chi associato non è. Associarsi, a qualunque di associazione – meglio chiaramente alla CNA – è un atto etico e di responsabilità, perché è un po’ lavorare per un bene comune che poi torna sicuramente indietro anche come opportunità personale. Quel bene comune che, in questo caso, rappresenta uno strumento utile a tanti. Uno strumento che può portare un beneficio. E guardate, quando un’associazione di categoria porta un beneficio perché ha vinto una battaglia in un confronto legislativo, in un confronto dove si pianificano scelte e leggi che hanno a che fare col mondo del lavoro, con la piccola e piccolissima impresa, ebbene quando noi portiamo a casa un risultato positivo, lo portiamo a casa per tutti. Per gli associati e per chi non è associato. E proprio per questa grande eticità che sta nell’operato degli imprenditori che si associano alle associazioni datoriali, questo richiamo, questa responsabilità dovrebbe essere di tutti. E sapendo che nella rappresentanza occorre sì essere bravi, quello che spesso conta è essere in molti, avere un peso specifico per cui essere percepiti come un soggetto dal quale non si può esimere il confronto, per esempio, politico. Quell’importanza che ti viene dai numeri, oltre che dalle idee che uno promuove. Ebbene, la campagna associativa punterà su questo. Sul dire che stare insieme il più numerosi possibili ci rende sicuramente più efficaci. Stare insieme è l’unica opportunità che abbiamo di mettere in campo un’azione propedeutica a portare vantaggi al nostro target di imprese. I costi, poi, tralasciamoli, sono veramente esigui rispetto al grande lavoro che le associazioni fanno. Inutile dire che con poco più di 200 euro una ditta individuale si può tranquillamente associare alla nostra associazione CNA Firenze. Quello che più mi preme, però, non è tanto l’aspetto monetario, ma io spero che, chi si associa, riesca a trovare momenti da dedicare al confronto, all’azione che spesso mettiamo in campo nelle nostre riunioni. È inutile continuare a lamentarsi delle cose che non vanno senza mettersi alla prova, senza dare il proprio contributo. E guardate, quel contributo può essere veramente piccolo in termini di tempo, ma il fatto di farsi vedere, di rendersi disponibile è già un collante incredibile per tutti coloro che si dedicano all’associazione di categoria. Inoltre, ormai è stato appurato il fatto che i corpi intermedi non solo sono necessari, ma forse sono anche l’unico strumento per tenere insieme un paese che sembra sempre più avere una scollatura tra la parte politica che governa, i cittadini e in particolare le piccole e piccolissime imprese. Perché ribatto sulle piccole e piccolissime imprese? Non solo perché sono il target della mia associazione, ma perché la grande impresa ha regole completamente diverse, regole di mercato completamente diverse. Ha la possibilità di portare il lavoro laddove è più conveniente. Oltre i confini italiani. Oltre i confini europei. La piccola e piccolissima impresa lavora laddove è nata, rimane ancorata al territorio, dà posti di lavoro e dignitosi. Chi lavora nelle imprese spesso sono i nostri migliori amici, i figli dei nostri migliori amici, magari i nostri parenti. E vogliamo far bella figura e vogliamo prosperare. E normalmente è più facile prosperare dove viene rispettata dignità nei salari, nei trattamenti, nelle attenzioni che riguardano la sicurezza – altro tema molto caro alle associazioni di categoria, perché all’interno dei luoghi di lavoro, al fianco dei dipendenti ci sono gli imprenditori. Ebbene, tutti questi aspetti noi li raccontiamo nella nostra campagna associativa che non ha mai fine. Non è che inizia a gennaio e finisce a marzo… Noi ci raccontiamo e proponiamo a tutti gli imprenditori di aderire alle associazioni di categoria. È uno strumento efficace e forte tanto più forte è l’adesione a questo modello particolare che è l’associazione di categoria. Io invito tutti coloro che hanno delle domande, sono curiosi, che vogliono capire e conoscere qual è l’azione, quali sono le prospettive e le particolarità di un’associazione di categoria, di venire a trovarci e scambiare due parole. Poi, parliamoci chiaro, gli imprenditori che hanno un ruolo nella nostra associazione, quando gli parli li riconosci, e spesso affascinano gli altri imprenditori, perché sentono una forza viva, sentono un ardore che è proprio di chi fa attività sindacale. Un’attività sindacale che serve. Come serve quella per i dipendenti, serve anche per gli imprenditori. E non è detto che le due rappresentanze non debbano andare insieme su alcuni temi che stanno a cuore a entrambe le realtà”.

Presentato al cinema The Space di Novoli “Io e te dobbiamo parlare”

Siani e Pieraccioni: “Un film per far divertire il pubblico”

Questa mattina, al cinema The Space di Novoli a Firenze, è stato presentato “Io e te dobbiamo parlare”, il nuovo film di Alessandro Siani che, insieme a Leonardo Pieraccioni, ha dato vita a un duo comico che riporta un po’ indietro nel tempo, a quando, esattamente 40 anni fa, Troisi e Benigni diedero vita all’indimenticabile “Non ci resta che piangere”.Siani e Pieraccioni non sono Troisi e Benigni, ma sicuramente chi ha scommesso su di loro sa che il binomio può rivelarsi assolutamente vincente. Lo dimostra il successo dell’esordio del film, uscito nelle sale giovedì 19 dicembre riscuotendo un ottimo successo.Entrambi con una lunga gavetta alle spalle, Siani e Pieraccioni si sono sempre stimati e si sono spesso “annusati”, come hanno sottolineato entrambi, fino a decidere di lavorare insieme in un film che non è l’esempio della loro solita commedia sentimentale dove dar vita a delle gag divertenti, bensì un film con un taglio diverso, dove la commedia viene contaminata dal genere action e poliziesco.La trama è semplice. Una donna in comune, una figlia a metà e una volante per due. Antonio (Alessandro Siani) e Pieraldo (Leonardo Pieraccioni) condividono molte cose: una carriera non sempre luminosa (anzi!), un legame di lungo corso, due esistenze apparentemente troppo tranquille per due agenti di polizia che il destino ha voluto sapientemente intrecciare. Il pericolo, insomma, non era il loro mestiere, fino a quando non dovranno affrontare un vero crimine, un caso molto intricato e rischioso che, fra sfide contro il tempo e colpi di scena, cambierà la loro vita. Il tutto, condito da un cast importante dove non solo i protagonisti alzano il livello. Basti pensare a Francesca Chillemi, Gea Dall’Orto, Sergio Friscia, Brenda Lodigiani, Enrico Lo Verso, Biagio Izzo e molti altri ancora.Le parole del regista e attore del film, Alessandro Siani“Io e te dobbiamo parlare” – ha detto il regista nonché attore del film Siani – è un film che vuole assolutamente portare il pubblico a divertirsi. Non è facile portare il pubblico in sala in questo momento storico. La crisi della commedia è nel pieno. Io e Leonardo non abbiamo una Ferrari e stiamo viaggiando con una bellissima Panda, cercando di raggiungere il nostro obiettivo. Ma nella strada che stiamo percorrendo, stiamo ritrovando il nostro desiderio, la nostra voglia, quella di divertirsi, di stare insieme. La commedia va vista insieme a tante persone, ti contagia, ti fa sentire meglio. Uscire dalla sala dopo essersi fatti delle sane risate è salutare. E anche grazie a voi, può arrivare al pubblico, alla gente, la nostra voglia di rivedere queste sale piene e soprattutto di gente che ride”.Com’è Pieraccioni come attore?“Leonardo è il più forte attore italiano, dopo Ceccherini - sorride.  È un attore di grande sensibilità, comicità, gioco, riesce a capire sempre la scena e a entrarci dentro con profondità. È uno dei grandi maestri. Queste cose che ho detto non sono né banali né retoriche, le ho dette perché lo penso. Leonardo è un fuoriclasse. Ci siamo divertiti tanto insieme, sia durante le riprese del film, sia in questo periodo di promozione. Abbiamo creato un rapporto importante e solido”.Un napoletano, un fiorentino… sembra l’inizio di una barzelletta, ma è una domanda: com’è stato lavorare insieme?“Con Leonardo c’è una complicità davvero curiosa. A volte capita che io inizio una frase e lui la finisce, e viceversa. Però c’è una dinamica meravigliosa, non mi divertivo così da un film che si chiamava “Natale a New York”, ero con De Sica. Ci siamo fatti davvero grandi risate”.Le parole di Leonardo Pieraccioni“L’intenzione di essere diretto da Siani è nata tutta da una telefonata precisa che Alessandro mi ha fatto dicendomi: “Ti vuoi venire a divertire con me?”. Mi sembrava la sceneggiatura perfetta – ha detto Pieraccioni – perché il divertimento non si rifiuta mai, in nessun tipo di proposta. E devo dire la verità, è stato bravo a farmi leggere due paginette di un’idea di un soggetto che era veramente lontano da tutte le cose che abbiamo fatto.Pieraccioni torna al cinema, tra l’altro, nei panni del “semplice” attore. Come mai questa decisione?“Mi ero dimenticato, dopo l’altro film che avevo fatto da attore e basta con Giovanni Veronesi, la pacchiosità di fare l’attore e basta. Poi io e Alessandro ci siamo conosciuti, ci siamo annusati come i cani e, quando si viene dal cabaret, si sa, siamo simili e vicini nell’intento. La pistola? Io ho avuto a che fare con le pistole, oltre in questo film, soltanto nel 1998, quando recitai (appunto) ne Il mio West. Infatti, mi viene da pensare che io accetti un film non mio solamente se c’è qualche pistola e qualche pallottola da sparare o da schivare. Comunque, tornando a Siani, ci siamo tanto divertiti nel fare questo film e già il risultato della prima di ieri è stato eccezionale, per essere stato un giovedì, quindi significa che il film ha suscitato curiosità. Ed è uno di quei film, l’ha già detto Siani, che dovrebbe riempire le sale in un periodo in cui, ancora di più, il pubblico e la gente vuole staccare da quelli che sono i problemi che si conoscono bene”.Un napoletano, un fiorentino… sembra l’inizio di una barzelletta, ma è una domanda: cosa hanno realmente in comune?“Da sempre napoletani e fiorentini smussano gli angoli, per cui non prendono mai le cose in fronte. Se c’è un problema cercano di giocarci intorno. Per quanto riguarda i fiorentini, l’argomento è stato toccato in maniera meravigliosa da Monicelli con la paura di morire che avevano i quattro protagonisti di Amici Miei e che prendevano assolutamente tutto a ridere. L’indolenza napoletana è l’indolenza fiorentina. Loro dicono “Vabbuò, ja, ci pensiamo domani”, noi si dice “Vienvia stai bono, e ci si pensa dopo, gnamo”.

Edoardo Bove ha lasciato il Viola Park

Il centrocampista è tornato a fare visita a staff e compagni dopo essere stato dimesso da Careggi

Edoardo Bove ha passato tutta la giornata con i compagni, uscendo dal Viola Park alle 18.10, solamente dopo che anche il pullman della Fiorentina, con a bordo tutta la squadra, era partito allo volta di Bologna.Il centrocampista viola è entrato al Viola Park prima di tutti gli altri compagni alle 11.50. All'ingresso del centro sportivo ha trovato un piccolo gruppo di tifosi che l’hanno fermato per salutarlo e chiedergli un paio di selfie. Poi, una volta entrato "a casa" ha aspettato l’arrivo di tutti gli altri componenti del gruppo viola per fargli una bella sorpresa. Sorrisi, abbracci con dirigenti, allenatore e compagni, e tante emozioni l’hanno fatta da padrone per tutto il tempo. Poi il pranzo tutti insieme, la partecipazione alla riunione tecnica e l’allenamento seguito con attenzione.Infine l’attesa della partenza dei compagni per Bologna, prima di uscire dal centro sportivo viola, ormai vuoto. Rimasto al buio.In poche parole ha “aperto e chiuso” il Viola Park, rimanendo con la sua “famiglia sportiva” per ben 6 ore e mezzo.All’uscita, nessun tifoso, solo qualche fotografo e qualche cronista ad attenderlo. E lui, stanco ma soddisfatto, si è concesso per un saluto volante, senza rilasciare dichiarazioni, ma regalando un sorriso da immortalare.Finisce così, la giornata di Edoardo Bove. La prima dopo le dimissioni dall’ospedale di Careggi.

Appuntamento con ARTour del Gusto Toscano dal 20 al 22 dicembre in piazza Strozzi

Francesco Fossi, coordinatore CNA Agroalimentare: “Presenti prodotti di alta qualità da assaggiare o regalare per Natale”

Dopo il fine settimana dedicato ad ARTour – il bello in piazza, in programma da venerdì 13 a domenica 15 dicembre, in piazza Strozzi, il prossimo week-end sarà la volta di ARTour del Gusto Toscano, che si terrà, sempre in piazza Strozzi, con orario 8-20, da venerdì 20 a domenica 22 dicembre. ARTour del Gusto Toscano, mostra mercato dedicata all’artigianato alimentare di qualità, è organizzata da CNA Firenze Metropolitana, con il patrocinio del Comune di Firenze, e consentirà ai visitatori di fare un viaggio alla scoperta dei sapori e dei profumi autentici della tradizione enogastronomica toscana. Che sono molteplici e conosciuti in tutto il mondo.31 gli espositori che presenteranno, anche con degustazioni, il meglio della produzione artigianale locale: salumi, formaggi, vino, verdure, cioccolato, biscotti, birra, olio, pasticceria, miele, pasta, sughi e molto altro. Saranno inoltre disponibili accessori per la tavola realizzati a mano.Un modo per valorizzare la filiera alimentare toscana e offrire ad un pubblico sempre più esigente e alla ricerca di prodotti tipici la possibilità di acquistare direttamente dalle mani dei produttori.Le parole di Francesco Fossi, coordinatore CNA Agroalimentare:Con quale scopo è nato ARTour del Gusto Toscano, oltre a quello di valorizzare la filiera alimentare toscana, già molto conosciuta nel mondo?“Intanto un ringraziamento va all’Amministrazione Comunale che ha accolto il nostro progetto e ci ha dato la possibilità di organizzare questo mercato esclusivo di prodotti e attività che costantemente cerchiamo di selezionare su tutto il territorio provinciale e toscano. Abbiamo fatto nascere ARTour del Gusto Toscano, proponendo questo progetto al Comune, per favorire le attività del territorio che hanno caratteristiche strutturali e dimensioni, diciamo, limitate. Per favorirle nell’aprirsi un mercato di prossimità e di avere una vetrina su una piazza esclusiva come quella di piazza Strozzi. Piccole attività, in alcuni casi nate da pochissimi mesi o da qualche anno, che altrimenti non avrebbero avuto la possibilità di avere un punto vendita in una piazza centrale fiorentina. Si parla di attività – continua – che hanno prodotti sostenibili, di filiera corta, quindi in questo modo riusciamo a promuovere anche uno stile di vita sano e sostenibile”.Si può affermare che l’arte culinaria – in Toscana come in ogni altra Regione d’Italia – è uno degli elementi più importanti che attirano cittadini e turisti e che va conservata, tutelata, coccolata e che, per questo, eventi come ARTour del Gusto sono importantissimi?“Certo. Noi vogliamo tenere legato il più possibile anche l’agroalimentare a quello che è il patrimonio culturale del nostro territorio, perché ricordiamoci che comunque le ricette della tradizione vengono fuori da una cultura che si respira fortunatamente su tutto il nostro territorio. Quindi ci piace che anche l’agroalimentare sia costantemente legato a quello che è l’artigianato tradizionale e i nostri beni culturali. Un legame indissolubile importante che promuove un’identità territoriale integrata. Questo è un po’ il senso e il motivo di questi importanti eventi. Del resto, l’arte culinaria è sicuramente un elemento importante che contraddistingue il nostro territorio”.Quanti saranno gli espositori?“Saranno 31 gli espositori presenti e posso affermare che sono un bel numero”.Quali saranno le novità di questo anno, se ce ne saranno?“Invito tutti a partecipare e visitare questa nuova edizione sia perché gli espositori sono – ripeto – ben 31 sia perché si parla di prodotti e ricette della tradizione toscana. Diciamo che per i turisti sono tutte novità… Per i fiorentini doc un po’ meno, però quest’anno, per esempio, posso segnalare una qualità altissima dell’olio, perché la stagione ha permesso di avere una produzione, sia per quantità che per qualità, eccelsa. E poi ci saranno tantissimi altri prodotti che vale la pena assaggiare e scoprire, dall’alta pasticceria, per esempio i panettoni di Gabriele e Francesco Rocchi; poi conosciamo benissimo la lavorazione del cioccolato per come la fa Pistocchi; e ancora il gin, i vini fatti in modo biologico e tanto altro ancora. Insomma, tante produzioni esclusive che invito a venire ad assaggiare e, perché no, regalare per Natale a familiari, amici e parenti”.

Ecco “ARTour – il bello in piazza”, dal 13 al 15 dicembre in piazza Strozzi

Lorenzo Cei, coordinatore CNA Artigianato Artistico e Tradizionale: “L’obiettivo è sostenere un settore in difficoltà. Presenti 31 espositori”

Questo fine settimana, da venerdì 13 a domenica 15 dicembre, in piazza Strozzi, con orario 8-20, si terrà ARTour – Il bello in piazza, la mostra mercato dell’artigianato di eccellenza che CNA Firenze Metropolitana organizza da anni con il Comune di Firenze ed Artex, il Centro dell’Artigianato artistico e tradizionale della Toscana. Il progetto ARTour nasce come evento itinerante che ha toccato negli anni diverse località della Toscana. La prima edizione si è svolta nel 2010 e da allora Artour ha fatto tappa in piazze di grande prestigio come Cortona, Siena, San Gimignano e Montepulciano, oltre a Prato, Lucca, Arezzo, San Miniato e infine Sesto Fiorentino, arrivando fino al mare, con le tappe di Porto Santo Stefano e Castiglione della Pescaia.Da qualche anno la mostra ha trovato una stabile sistemazione a Firenze in una delle location più centrali e belle del centro storico come è piazza Strozzi.L’obiettivo principale di questo progetto è quello di condurre i visitatori della mostra alla conoscenza delle realtà produttive dell’artigianato, una risorsa strategica per tutto il territorio. L’iniziativa si pone dunque anche un obiettivo dal carattere culturale, ossia diffondere il tema dell’artigianato come risorsa caratterizzante e rappresentativa del territorio.ARTour, fin dalla sua prima edizione, ha puntato sulla valorizzazione dell’artigianato di alta qualità, su un allestimento elegante, caratteristico ed omogeneo, che desse risalto ai numerosi e variegati prodotti esposti. In ogni edizione dell’evento è garantita un’ampia varietà di prodotti: gioielli, foulard, bigiotteria, pelletteria, calzature, oggettistica, cappelli, cosmetici, argenteria, ceramica, miniature, abbigliamento. Tutto rigorosamente Made in Italy.Le parole di Lorenzo Cei, coordinatore CNA Artigianato Artistico e Tradizionale. L’artigianato nelle piazza, un progetto che ha quale scopo principale?“Riprendiamo una tradizione fiorentina legata ai mercati e all’utilizzo pubblico delle piazze, quindi riprendiamo un filone che connota Firenze e la sua tradizione. In più, questo tipo di manifestazioni, in chiave contemporanea, risponde anche a un bisogno crescente da parte delle piccolissime imprese artigianali. Quindi attività artigianali che sono gestite sostanzialmente da un singolo artigiano o con dei collaboratori familiari rispondono alle esigenze di avere una vetrina, un modo per farsi vedere, per promuovere i propri prodotti, per vendere i propri oggetti, per far si che Firenze e tutti i turisti che frequentano la nostra città possano conoscere le maestranze artigianali. Molti di loro hanno un laboratorio o una bottega, però non hanno un punto vendita e quindi, ogni tanto, per qualche giornata all’anno, potersi affacciare in una piazza fiorentina è sicuramente un punto di forza per queste piccole attività che sono piccole, sì, ma anche molto preziose per l’economia e l’identità fiorentina”. L’artigianato è una risorsa culturale che sta attraversando un periodo di crisi, eventi come questo possono aiutare a rilanciarlo?“Sicuramente sì. Una delle finalità principali è quella di sostenere un settore già abbastanza in difficoltà e non sono elementi secondari per una piccola impresa artigianale, le fiere, le manifestazioni in cui potersi affacciare fuori dal proprio laboratorio. Spesso e volentieri sono le uniche occasioni in cui un artigiano può affacciarsi a un pubblico numeroso. Oltre alle grandi fiere diciamo più strutturate come la Mostra dell’Artigianato, appuntamenti più piccoli ma più ricorrenti hanno proprio l’obiettivo di sostenerli sia da un punto di vista della promozione sia da un punto di vista della vendita”. Quanti saranno gli espositori?“Gli espositori di ARTour, in questa edizione, saranno 31, tuttavia aggiungo che, considerando anche l’altra manifestazione che noi facciamo in piazza dei Ciompi e che si è svolta tra il 7 e l’8 dicembre, noi, nel mese di dicembre, abbiamo consentito a quasi 60 artigiani (58 per la precisione) di affacciarsi sulla città e di poter promuovere la propria maestranza e i propri prodotti. Quindi un numero abbastanza consistente…”. Quali saranno le novità di questo anno, se ce ne saranno?“Noi cerchiamo, ovviamente, di variare un po’ gli artigiani che via via partecipano a questa manifestazione, anche per dare il senso della grande varietà che compone questo settore, perché si va dai preziosi alla ceramica, dalla carta fiorentina alla lavorazione del legno, dalla piccola tessitura alla piccola pelletteria… In questa edizione ci saranno molti artigiani che si affacciano per la prima volta ad ARTour e che porteranno non solo delle tecniche tradizionali, ma anche degli elementi di design più contemporaneo. Penso specialmente a un paio di nuovi espositori, di nuovi artigiani, che proporranno degli oggetti di un dehor e di complemento arredi”.

Arriva “La strana coppia” al Verdi

Gianluca Guidi e Giampiero Ingrassia: “Saremo in scena il 28, 29 e 31 dicembre. Divertimento assicurato”

Gianluca Guidi e Giampiero Ingrassia saranno al Teatro Verdi di Firenze il 28, 29 e 31 dicembre con lo spettacolo “La strana coppia – revival”, un testo di Neil Simon tradotto e adattato dallo stesso Guidi – anche regista della commedia – e che non ha bisogno di presentazioni. Questo, perché è una storia nota in tutto il mondo grazie al film del 1968 che ha visto come protagonisti Jack Lemmon e Walter Matthau e che oggi torna a teatro, portata in scena da due mattatori del palcoscenico come, appunto, Guidi e Ingrassia.“La strana coppia” è la storia della difficile e complicata convivenza tra due uomini dalle personalità diametralmente opposte.Felix (interpretato da Giampiero Ingrassia) e Oscar (interpretato da Gianluca Guidi), accomunati da un divorzio alle spalle, decidono di andare a vivere insieme in un appartamento situato in uno dei tanti grattacieli di New York, sulla Riverside Drive.Questo incontro-scontro quotidiano darà vita a continue ed esilaranti gag, garantendo sicuro divertimento al pubblico che sarà a teatro nei giorni del 28, 29 e 31 dicembre. «La differenza sostanziale col film del 1968 è che non ci sono Lemmon e Matthau – dicono Guidi e Ingrassia ridendo, durante la conferenza stampa di presentazione delle date fiorentine del loro spettacolo – e purtroppo ci siamo noi… Ma il testo è quello lì. Tra l’altro Simon è sempre stato, credo involontariamente, un autore al passo con i tempi, malgrado i tempi di scrittura fossero degli anni Sessanta, Settanta, qualcosa anche degli anni Ottanta. Testi che poi tornano in auge, perché le problematiche sono quelle. Per quanto riguarda “La strana coppia”, commedia brillante che celebra l’amicizia, noi abbiamo ambientato la storia da originale. Sarebbe stato inutile cambiarla, perché avremmo fatto male a un testo che già funziona di suo. Perché cambiarlo se già funziona, non ha senso no?”, chiede Guidi. “Volevamo ambientarla nel futuro – interviene ironicamente Ingrassia – però ci abbiamo ripensato”.Al centro dello spettacolo, l’amicizia: “L’amicizia è molto importante. Giampiero e io – dice sempre Guidi – siamo amici da tanti anni, per cui fare uno spettacolo del genere con un rapporto di base, fuori palcoscenico, come il nostro, aiuta molto. Trovarsi a fare “La strana coppia” con due persone che non si conoscono e che prima di arrivare a trovare un’intesa sul palcoscenico ci mettono un po’ di tempo, sarebbe più difficile. E noi abbiamo questo vantaggio, che non è poco”.“Un vantaggio per noi attori – incalza Ingrassia – ma anche per il pubblico, perché se becchi due attori che non si sopportano e fanno finta di essere amici e complici in scena, per quanto possano essere bravi, si avvertirebbe il clima arido. E invece, con noi questo problema non c’è”.Sulle date fiorentine: “Ci aspettiamo che il pubblico di Firenze venga numeroso – dice Guidi – e speriamo che lo spettacolo piaccia. Ma conosciamo il calore del pubblico del Verdi, dove siamo stati tante volte con svariati spettacoli”. “Noi coppia rodata? Sì, ma non siamo una coppia comica, che lavora sempre insieme, abbiamo storie separate e forse la nostra forza – dice Ingrassia – è proprio questa, il fatto di ritrovarci ogni tot anni e lavorare insieme”.E sui personaggi di Oscar e Felix, protagonisti de “La strana coppia”, i due attori si esprimono così: “Sono personaggi particolari – dice Ingrassia, aggiungendo – sono divorziati, hanno avuto un cattivo rapporto con le proprie mogli. Uno è stato lasciato, l’altro se n’è andato; uno è ordinatissimo, maniacale (Felix, che interpreto io), l’altro disordinatissimo (Oscar, interpretato da Gianluca); sapranno divertire il pubblico. Se ci assomigliano in qualcosa? No, per fortuna sono diversi da noi, ma per questo ci divertiamo di più a interpretarli”. E a proposito di divertimento, i due protagonisti assicurano: “Lo spettacolo è molto divertente”.L’appuntamento con Gianluca Guidi, Giampiero Ingrassia e “La strana coppia” al Teatro Verdi, dunque, è per sabato 28 dicembre (ore 20.45), domenica 29 dicembre (ore 20.45) e martedì 31 dicembre, con un doppio spettacolo: il primo alle 17.30, il secondo alle 21.30. Un modo anche per festeggiare l’arrivo del 2025 in modo diverso. Originale. Sorridendo…

Dal 26 al 31 dicembre, Alessandro Riccio al Teatro di Fiesole col nuovo spettacolo “Incompiuti”

“Chi di noi non ha qualcosa di incompiuto lasciato lì?...”

Questa mattina Alessandro Riccio ha presentato il suo nuovo spettacolo, dal titolo “Incompiuti”, che andrà in scena al Teatro di Fiesole dal 26 al 31 dicembre 2024.Scrivere la parola “fine” è sempre doloroso: alle storie d’amore, a un lavoro, alle vacanze. Ed è così sfiancante che dire “ci penserò domani” diventa meravigliosamente liberatorio. “Incompiuti”, dunque, è il nuovo, esilarante, spettacolo dell’attore, autore e regista Riccio che, per scrivere questo nuovo testo teatrale, ha preso spunto da se stesso. Gli “incompiuti” sono i numerosissimi personaggi ideati e lasciati lì ad aspettare un destino, e che cercheranno in ogni modo di superare il confine che li separa dal mondo reale per convincere e stimolare l’artefice a dare loro la parola “fine”.Alessandro Riccio – autore, regista e attore teatrale – e il prestigioso cast dello spettacolo formato da Miriam Bardini, Sabina Cesaroni, Vania Rotondi, Piera Dabizzi, Daniele Favilli, Lorenzo Carcasci, Elisa Vitiello, Fabio Magnani, Sofia Busia, Vieri Raddi, Michela Stellabotte, Joe Manganas e Daniela D’Argenio: attrici e attori con cui Riccio ha condiviso tanti spettacoli nella sua trentennale carriera.Ecco le come spiega “Incompiuti” Riccio: “Chi è che, di noi, non ha qualcosa di incompiuto, di lasciato lì? Tutti. Proprio perché siamo surclassati dagli stimoli, dalle cose da fare e tante cose rimangono a metà. E questo spettacolo parla proprio di questo, di tutte le cose che noi abbiamo scritto, pensato, voluto fare, ma che poi rimangono lì e che, a loro volta, chiedono il riscatto. Loro vogliono essere concluse. Perché soltanto nella conclusione tu capisci se hai fatto bene o hai fatto male”.Quali sono le tue cose lasciate a metà?“A me piace tantissimo costruire, le cose, i mobili, etc., e ci sono tante parti di casa mia che sono rimaste a metà, perché è faticoso, perché non hai più voglia, perché c’è il momento in cui ti viene di dire… no, basta, anche no…”.C’è anche qualcosa nell’anima rimasta a metà?“Sì, tantissime cose. Credo che sia importante, però, riuscire sempre a chiudere i cerchi. Soprattutto nei rapporti con le persone, altrimenti quelli li trascini per anni e anni”.Però una cosa rimasta a metà può essere sempre ripresa e portata a termine in un secondo momento…“Sì, diciamo che ti rendi conto, spesso, che quando la concludi dopo tanto tempo, forse era meglio concluderla prima”.Sul palco, insieme a te, un cast importante e numeroso…“Quattordici attori insieme a me, proprio perché a me piace lavorare insieme in gruppo, perché credo che le energie teatrali siano molto forti. E ci sono attori di tutti i tipi, dai più giovani ai più anziani, da persone che hanno più esperienza a chi ne ha meno. Tutto questo proprio per creare un colore che coinvolga il pubblico il più possibile”.Uno spettacolo divertente, ma che fa anche riflettere, come sono tutti i tuoi spettacoli…“Il divertimento per me è alla base. Io vado a teatro per divertirmi, per avere un coinvolgimento, per ridere insieme. Mi piace tantissimo. Chiaramente, quello che mi auguro sempre, è che lo spettatore a casa, durante la notte, si svegli e ripensi a quella battuta, a quella cosa che quel personaggio ha detto e che magari gli possa essere utile per concludere qualche cosa a sua volta”.E l’appuntamento, dopo i 12 solt-out filati dell’anno passato, è ancora una volta sotto Natale, al Teatro di Fiesole…“Esattamente. È il terzo anno che siamo al Teatro di Fiesole. Due anni fa con “Si son sassi”, l’anno scorso con “La Bruna”, quest’anno con “Incompiuti”. Per questo ringrazio il Teatro di Fiesole che è un luogo dove io posso portare le mie idee e loro mi dicono sempre “sì, vai in scena””.

Rari Nantes Florentia, premiati oggi gli atleti olimpici e internazionali

Il presidente Pieri ha commentato: 'Questi ragazzi non sono l'orgoglio solo della Florentia, ma di tutta Firenze'

Questo pomeriggio, presso l’Aula Magna del Centro Tecnico Federale di Coverciano, si è tenuta la cerimonia intitolata “Dalle ceneri al Rinascimento: verso un nuovo orizzonte”, un evento organizzato dalla Rari Nantes Florentia in occasione del suo 120° anniversario, che ha rappresentato un momento di celebrazione e riflessione per una delle società sportive più storiche d’Italia.Durante la cerimonia, presieduta da Andrea Pieri, e alla quale hanno preso parte il Segretario Generale della Federazione Italiana Nuoto, Antonello Panza, l’Assessore allo sport del Comune di Firenze, Letizia Perini, il Presidente Regionale del Coni, Simone Cardullo e il Presidente Nazionale ANSMES, Francesco Conforti.La Rari Nantes ha mostrato i gioielli e celebrato gli otto olimpici e le dieci medaglie internazionali della passata stagione portate in riva all’Arno dai diciotto portacolori in Europa e nel mondo, della più antica e vincente società sportiva toscana. Un parterre d’onore per un bottino complessivo di 1 Bronzo Olimpico, 5 Ori, 2 Argenti e 1 Bronzo alle maggiori manifestazioni internazionali  giovanili (Euro Junior Vilnius, Coppa Comen Limassol, Mondiali Under 16 maschili pallanuoto), oltre ai numerosi titoli italiani singoli e di squadra di categoria, assoluti e paralimpici.PREMIATI STAGIONE 2023-2024Giochi Olimpici Parigi 2024-        Lorenzo Zazzeri (nuoto), Bronzo 4X100 SLM-        Filippo Megli (nuoto)-        Matteo Restivo (nuoto)-        Matilde Biagiotti (nuoto)-        Costanza Cocconcelli (tesserata azzurra 91)-        Paolo Palchetti (tecnico federale nuoto)-        Caterina Banchelli (portiere nazionale italiana femminile di pallanuoto)-        Simone Ciulli (nuoto paralimpico)Pallanuoto, Mondiali Under 16 maschili Malta-        Giulio Bianchi (portiere nazionale italiana Under 16 maschile, Argento Mondiale) Nuoto, Europeo Junior Vilnius (Lituania)-        Emma Vittoria Giannelli (Argento 1500, Bronzo 800 SL)-        Irene Mati (Oro staffetta 4X100 mista, 4X100 mista mixed)-        Giulia Pascareanu (Bronzo 200 misti, Argento staffetta 4X200 SL)-        Lorenzo Palagi (tecnico federale)Nuoto, Mediterranean Cup, Limassol (Cipro)-        Bianca Sbaragli (Oro 200 SL, 4X200 SL, 4X100 SL)-        Niccolò PapettiAltri premiati-        Donato Quinto (preparatore atletico della Billie Jean King Cup con la Federazione Italiana Tennis)-        Team di Pallanuoto Paralimpica (vincitore della Coppa Italia 2024)-        Axel Belig (record europeo 200 delfino e pluricampione del mondo con Sindrome di Down)A questi ai sono aggiunti i neo tesserati della Florentia, l’anno scorso in forza ad altre società: Mahila Spennato (Bronzo nella 5 km agli Europei di fondo a Vienna), Bianca Nannucci (Argento nella staffetta 4X200 SL agli Euro Junior Vilnius) e al giovane Andrea Dondoli, accompagnati dal tecnico federale a Euro Junior 2024 Roberto Merlini.L’evento ha anche voluto sottolineare il percorso della società “verso un nuovo orizzonte”, non solo celebrando i successi sportivi, ma anche guardando al futuro con ambiziosi progetti di crescita e rinnovamento.Queste le parole del presidente Andrea Pieri a margine dell’evento: “Per capire che la Rari Nantes è un fiore all’occhiello dello sport – ha detto – basta vedere il numero delle medaglie che hanno conquistato questi ragazzi. Ragazzi che sono l’orgoglio non soltanto mio e della Rari, ma di tutta Firenze. Questa è una bellissima giornata, che credo possa essere di auspicio anche per le prossime iniziative”.Con tutte le medaglie conquistate a livello internazionale e olimpico, si può dire che siano poche le società in Italia che fanno bene come la Rari Nantes Florentia. Il presidente Pieri ha confermato: “Non ci sono società così, assolutamente no, perché oltre a tutte queste medagli conquistate nel nuoto, la Rari si contraddistingue anche per avere la squadra di serie A1 di pallanuoto maschile. E non solo, oggi verrà premiata una giovane che ha preso una medaglia internazionale proprio nella pallanuoto”.Ci sono anche gli atleti paralimpici. E con la squadra paralimpica la Rari Nantes vince da diversi anni la Coppa Italia, ma non solo. Anche questo è un motivo di vanto: “Credo che questo sia motivo di maggior vanto, perché è bello vedere questi ragazzi in acqua, vedere come riescono a vincere ogni loro… non le voglio chiamare disabilità, perché sono abilità che loro hanno innate… Ragazzi  che hanno vinto la Coppa Italia e che il 1° dicembre disputeranno la Supercoppa a Roma. Per questo faccio loro un grande in bocca al lupo”.Presente, ma anche futuro, verso un nuovo orizzonte. Quale orizzonte? “Un orizzonte che vorrei fosse sempre più bello – ha detto Pieri – perché guardiamo verso l’orizzonte dopo essere rinati dalle ceneri. Sappiamo quello che ha passato la Rari Nantes. Da queste ceneri si è rialzata, lo dimostrano le medagli conquistate e il ruolo che adesso sta occupando nel panorama natatorio italiano, e credo che saremo sempre più protagonisti perché, quando vado in piscina e vedo i nostri ragazzi giovani, sono consapevole che loro sono veramente la speranza. La speranza del nuoto, la speranza del nostro sport. La speranza di una società migliore”.

CNA, Paolo Gianassi: “Con la burocrazia non si è mai riusciti a salvare nessuno”

Il coordinatore dei servizi di CNA Firenze Metropolitana sul nuovo sistema di qualificazione delle imprese e dei lavoratori autonomi tramite crediti

Dal 1° ottobre 2024 è entrato in vigore il nuovo “Sistema di qualificazione delle imprese e dei lavoratori autonomi tramite crediti”, previsto dal nuovo art. 27 del d.lgs. 81/08. Da questa data l’accesso nei cantieri temporanei o mobili da parte di imprese e lavoratori autonomi sarà subordinato al possesso della patente a crediti. A tal proposito le chiedo come deve fare un’impresa per ottenerla?«Esatto, come ha detto lei, dal 1° di ottobre è entrato in vigore questo nuovo sistema, e c’era tempo fino al 31 di ottobre per iscriversi e completare le domande. Per ottenere la patente a crediti è necessario produrre una serie di autocertificazioni sul sito dell’ispettorato del lavoro. Autocertificazioni che riguardano soprattutto le tematiche che esistevano già precedentemente, quindi relative alla sicurezza e alla formazione».CNA Firenze, CNA Servizi e Consulenze e Ambiente Impresa hanno deciso di attivare e rendere disponibile un servizio di verifica preliminare dei requisiti necessari all’ottenimento della patente. Ecco, quali sono i requisiti che un’impresa deve avere per ottenere la patente a credito?«Sì, abbiamo predisposto, con le nostre strutture, in tutti nostri uffici della provincia di Firenze, un servizio di verifica che facciamo in modo gratuito, proprio per verificare i requisiti per ottenere la patente a crediti. I requisiti da controllare sono soprattutto tre: sulla sicurezza (quindi avere un DVR, che è il Documento di Valutazione Rischi, valido), sulla formazione per i soggetti che sono obbligati (per esempio le ditte individuali non hanno obbligo di formazione) e il documento DURC, (ovvero il Documento Unico di Regolarità Contributiva) che è importantissimo che sia in regola, soprattutto al momento dell’effettuazione della domanda. Anche se è chiaro che, per quanto riguarda i contributi, devono sempre essere in regola».Ecco, ma la domanda che le pongo è questa: con questo adempimento e con la patente a crediti, si risolverà il problema (o almeno parte del problema) della sicurezza sul lavoro?«No, diciamo che intanto non ci sono nuovi obblighi rispetto a quelli che c’erano precedentemente, e quindi siamo andati a fare un ulteriore adempimento burocratico che riguarda le imprese che hanno dovuto, non solo iscriversi entro il mese di ottobre, ma successivamente, in qualche maniera, dovranno manutenere questa patente, cercando di acquisire nuovi punti che potrebbero dargli qualche vantaggio nei confronti dei committenti. Il problema è che la motivazione è legata a una attenzione diversa rispetto ai rischi, e quindi gli infortuni sul lavoro, motivo di nostra forte preoccupazione perché purtroppo, a volte, si infortunano anche i titolari non solo i dipendenti. Ma va detto che con la burocrazia non si è mai riusciti a salvare nessuno».Questo sistema che prevede la patente a crediti vale per tutte le aziende?«No, sono esclusi dalla patente a crediti le imprese che hanno la Soa di 3° livello, quindi sono le imprese più grandi. Quindi, per questa tipologia di aziende, anche se ci sono infortuni gravi, alla fine si continua a lavorare come prima. E questo non lo riteniamo assolutamente un sistema corretto».Chi non è riuscito a fare domanda entro il 31 ottobre, cosa deve fare?«In teoria, se uno non ha lavori, non sta lavorando, non ha un cantiere edile, può aspettare a fare l’iscrizione prima di avere la maturazione dell’obbligo e, da questo punto di vista, c’è ancora tempo».

Andrea Pieri è tra i premiati con la Stella d'Oro al Merito Sportivo

Il riconoscimento è stato consegnato oggi in una cerimonia presieduta dal Presidente del Coni Malagò e dal presidente del Coni toscano Cardullo

Questo pomeriggio, presso il Centro Tecnico Federale Figc di Coverciano, nel corso della giornata delle Benemerenze del Coni organizzata dal Presidente regionale Simone Cardullo e dal Delegato fiorentino Gianni Taccetti, sono stati consegnati tanti riconoscimenti a uomini e donne che hanno dato lustro allo sport regionale e nazionale.Presente a Coverciano per questa importante giornata di sport, il Presidente del Coni Giovanni Malagò, che ha un rapporto bello e consolidato con il Presidente del Coni toscano Simone Cardullo, in una regione, la Toscana, che tanto ha fatto per lo sport toscano e italiano – per esempio nelle ultime Olimpiadi. “Mi sono programmato di andare in tutte le regioni – ha detto Giovanni Malagò – compatibilmente con l’agenda, col calendario. Questo è un momento che, dalla punta estrema del nord del Paese a quella più a sud, è veramente molto sentito dalla nostra gente. Ci sono quasi 14 milioni di italiani, sono tutti tesserati, ci sono 320 mila associazioni, perché non si premiano solo le stelle ma diamo anche riconoscimenti ai tecnici, alle associazioni, a cui dobbiamo essere grati. Sono tutte persone che sono volontarie – non tutti lo sanno, non tutti se lo ricordano – e lo sport si fa sul territorio. Io sono sempre stato molto vicino e ho dato sempre una connotazione molto chiara, precisa, forte. È vero, il mio rapporto con la Toscana è meraviglioso, siamo confinanti, salvo ritardi è veramente una passeggiata venire a Firenze e tornare indietro, però questo rapporto sul territorio, credetemi, ce l’ho con tutte le regioni. Quest’anno, poi, la Toscana è stata molto brava. Insomma, noi facciamo un po’ di calcoli, non solo con le medaglie olimpiche ma anche per altri risultati, se andate a guardare dopo Parigi, la Toscana va sul podio, subito dopo la Lombardia che ha un territorio più ampio e soprattutto 12 milioni di abitanti. Quindi la Toscana è stata bravissima. C’è una cosa che mi sento di aggiungere e che mi ha stupito: come quasi tutte le province hanno espresso medaglie – cosa per niente banale e in altre regioni non è così – e come molte di queste vengono da piccole associazioni non legate al capoluogo di provincia, ma a piccoli comuni che sono all’interno di province. È la fotografia di una regione multidisciplinare, abbastanza impressionante. Come noi abbiamo fatto a Parigi. Un tempo erano due o tre gli sport dove noi eravamo particolarmente consolidati, oggi se vai a guardare, anche solo le medaglie d’oro: una nel tennis, una nel tiro, una nel ciclismo, una nella pallavolo. Uomini, donne, sport di squadra, sport individuali. La Toscana è una fotografie dell’Italia di cui siamo orgogliosi”.Ma il Presidente Malagò si è soffermato anche sulla modifica dello Statuto della Figc, dove non sono mancati i dissidi: “Tanti dissidi – ha detto – fanno parte del mondo del calcio da decenni. Non penso ci siano stati lunghi periodi senza che questi non siano stati all’ordine del giorno: tradizionalmente, storicamente, geneticamente è un mondo con forti personalità all’interno. Mi pare che ieri si siano fatti passi in avanti, forse non risolutivi al 100% per conto di qualcuno, ma qualcosa è stato fatto. Le dichiarazioni dell’Onorevole Molè sono dichiarazioni propositive, quantomeno ha riconosciuto che alcune cose si sono fatte. Poi c’è una minoranza, che va sempre ascoltata, che non ritiene questo percorso completo, fa parte delle cose”.Infine, trovandosi a Coverciano, non poteva mancare un pensiero sull’Italia di Spalletti che, adesso, può contare anche su due attaccanti come Kean e Retegui che stanno segnando con continuità: “Se questo aumenta il mio ottimismo per le sorti azzurre? Io sono sempre stato ottimista su Spalletti, mi sono anche esposto pubblicamente, figurarsi se non lo sono dopo le ultime buone prestazioni. Se poi la squadra trova anche qualche bel centravanti le cose si vedono con positività diversa. I due stanno facendo bene e spero che anche Scamacca torni presto dal suo infortunio”.Queste, invece, le parole del Presidente del Coni regionale Simone Cardullo: “È un momento importante per tutto lo sport toscano – ha detto – che vede riconosciuto con l’assegnazione delle Benemerenze, nella magica sede della Federcalcio del Centro Tecnico di Coverciano, i valori sportivi che dirigenti, tecnici atleti e società toscane rappresentano, alla presenza del presidente Malagò, massima autorità dello sport italiano e a cui va il nostro grazie per tutto quello che ha fatto e fa per difendere l’autonomia dello sport da attacchi esterni”Tornando alla premiazione, l’alta onorificenza dello sport Italiano, cioè la Stella d’Oro al Merito Sportivo istituita dal Comitato Olimpico Italiano, è stata ufficialmente consegnata dal Presidente del Coni Giovanni Malagò ai dirigenti Franco Lachi, Andrea Pieri (in foto), Andrea Payer Galletti, Guido Turri, Gabriele Moretti, Stefano Sarti, Enrico Rustichelli e Giovanni Giannone.Ma tante anche le benemerenze consegnate in questa importante giornata di sport fiorentina che ha visto la presenza anche dell’assessore allo Sport di Firenze Letizia Perini e del presidente della Regione Toscana Eugenio Giani.Le stelle argento e bronzo sono state assegnate ai dirigenti Angelo Faggioli, Andrea Da Roit, Francesco Franchi, Maurizio Francini, Franca Feducci, Palmiro Finamori, Claudio Del Rosso, Stefano Rossi, Claudio Marchetti, Enzo Picchi, David Bini.La Palma d’oro (riservata ai tecnici) è stata assegnata a Marco Guazzini, mentre quella argento e bronzo a Roberto Bagnoli, Riccardo Calcini, Maurizio Cito e Pierluigi Mazzia.Premiate, inoltre, con le stelle di bronzo anche due importanti associazioni sportive del territorio: l’Atletica Empoli ed il Sesto Rugby.Infine, ma non per ultimi, altre 90 medaglie ad atleti e atlete campioni italiani e mondiali della Città Metropolitana di varie discipline sportive, tra cui spicca la medaglia alla olimpionica Larissa Iapichino, e vari campioni del mondo tra cui Stefano Narducci e Licia Randazzo.

Edoardo Leo ha incontrato gli studenti dell'Università di Firenze per parlare di violenza di genere, gelosia e razzismo

“I ragazzi sono sensibili e vogliono discutere di queste tematiche”

Ieri pomeriggio, il Campus delle Scienze Sociali dell’Università di Firenze ha ospitato l’attore e regista romano Edoardo Leo per una delle tappe del suo “#L’OTELLODILEO tra amore, morte e gelosia”, un tour nelle Università italiane che precede l’uscita del film “Non sono quello che sono”, fissata per il prossimo 14 novembre. Una tappa, quella fiorentina, che ha visto come protagonista un dibattito tra l’attore e gli studenti, per parlare di tematiche importanti come violenza di genere, gelosia e razzismo, prendendo spunto proprio dal film di Edoardo Leo, che ambienta nei primi anni 2000 il dramma dell’Otello di William Shakespeare.Edoardo Leo, all’Università di Firenze, ha dunque incontrato gli studenti per confrontarsi sui suddetti temi. E l’incontro, che ha riscosso un importante successo in fatto di adesione e affluenza di studenti, è stato introdotto dalla rettrice dell’Università di Firenze, Alessandra Petrucci ed è stato moderato da Chiara Brilli, direttrice editoriale di Controradio.Edoardo, perché la decisione di precedere l’uscita nelle sale del film con una serie di incontri con gli studenti in tutta Italia e, oggi, qui a Firenze?“Perché questo film è proprio diverso da tutte le cose che ho fatto negli ultimi anni. C’era la possibilità di discutere con gli studenti dell’Università di tanti temi, sia dal punto di vista contenutistico –  è un film che parla di violenza di genere, di femminicidi, temi drammaticamente contemporanei – e c’era qualcosa che era più attinente al mondo accademico, ovvero capire come un grande classico riesce a rileggere il contemporaneo, capire insieme agli studenti che tipo di lavoro è stato fatto sulla traduzione dall’inglese in dialetto di quest’opera. Quindi, messe sul piatto della bilancia tutte queste cose, ci siamo convinti, insieme al produttore e al distributore, che potevamo chiedere agli atenei di ospitarci e fare queste MasterClass. E quasi tutti hanno aderito con grande entusiasmo”.La storia di Otello racconta di un femminicidio. Ecco, leggendo negli occhi degli studenti, che sensibilità ha captato tra i giovani di oggi sui temi di grande attualità?“Molto più alta di quella che viene attribuita a questa generazione. Dico spesso che questa generazione viene tacciata di essere distratta, attenta solo a quello che succede sui social, mentre io la penso diversamente. Sono ragazzi molto più informati di noi, molto più sensibili di noi. Bisogna dar loro attenzione, contenuti giusti e quello che sto scoprendo girando le Università, è che sono attenti, partecipi, che hanno voglia di questi incontri e hanno voglia di discutere di questi temi, perché siamo talmente che in ritardo che non si può più aspettare”.Violenza di genere, gelosia, razzismo: passano gli anni, passano i tempi, ma sono temi che continuano a rimanere vivi. Come poter trasformare la violenza in amore? La gelosia in rispetto e fiducia? Il razzismo in inclusione?“Eh se lo sapessi non farei il regista, farei il legislatore. Non ho una risposta, poi non amo i tuttologi che sanno tutto di tutti. Io già faccio fatica a fare mediamente bene il mio mestiere. I film servono a porre domande. Non a dare risposte. Io metto sul piatto della bilancia una domanda: se un testo scritto nel 1604, ancora oggi legge perfettamente le dinamiche tossiche di possesso del maschile e del femminile, dobbiamo farci delle domande. Prima noi come maschi e poi, in generale, come società”.È con questi incontri che si sensibilizzano le nuove generazioni a migliorare?“Anche con questi incontri. Io penso che qualche film mi ha cambiato la vita. Che qualche romanzo me l’ha migliorata la vita. Che qualche poesia mi ha acceso un faro. Quindi spero semplicemente che questo film possa quantomeno accendere la discussione, che già è tanto. E quando una comunità come quella universitaria si ritrova di fronte a un tema, è importante”. Che tipo di risposta ha avuto dai ragazzi durante questi incontri?“Incredibile. Ho iniziato dalla Sapienza, poi sono stato a Napoli, Bari, Taranto, Pescara, Firenze e ho visto come i ragazzi abbiano voglia di confrontarsi, di tirar fuori quello che stanno vivendo. Io glielo dico sempre: io lo so che dentro le aule ci sono una o due ragazze che sicuramente, in quel momento, sta vivendo una relazione tossica, che ha un fidanzato un po’ prevaricante. E sapeste quanti occhi ho visto abbassarsi in questi giorni… Noi come artisti, da questo punto di vista, abbiamo delle responsabilità, non di trovare soluzioni, ma di accendere la discussione sì”.

Francesca Durante: “Firenze è casa e qui sogno il secondo scudetto”

“I Della Valle iniziatori, Commisso passionale”

Ospite dell’ultima puntata di Toscana al…Femminile, in onda su Radio Bruno ogni mercoledì dalle 20.30 alle 21, Francesca Durante, portiere della Fiorentina femminile, ha parlato dell’inizio della stagione della squadra di De La Fuente, ma anche della sua carriera che ha toccato tante tappe fiorentine (dal Firenze alla Fiorentina dei Della Valle a quella di Commisso) e della laurea in ingegneria elettronica, indirizzo biomedico, che sta per prendere.Francesca, iniziamo dalla fine, quindi da questa stagione. Dopo quattro anni lontano da Firenze tra Verona e Inter, sei tornata in viola. Come ti stai trovando in questo nuovo gruppo, tu che a Firenze c’eri già stata ed eri andata via da vincitrice… “Mi sto trovando molto bene. Devo dire che è stata una sensazione particolare perché, da una parte, mi è sembrato di non essere mai andata via, dall’altra sono cambiate tantissime cose, quindi è veramente una sensazione strana: mi sento a casa ma ho notato che la casa è cambiata. Però sono molto contenta”.Quanto ti sono servite le esperienze al Verona e all’Inter a livello personale?“Sono state delle esperienze molto importanti, che mi hanno fatto crescere tantissimo sia dal punto di vista personale che dal punto di vista professionale. Penso che in quel momento siano state delle scelte importanti, delle scelte che mi hanno aiutata a crescere, ma quest’anno, quando l’ultimo giorno di mercato c’è stata l’opportunità di tornare a Firenze, l’ho colta al volo. Perché sono tornata? Perché Firenze è casa. Qua sono cresciuta tanto come ragazza, perché sono arrivata che avevo 17 anni, e sono andata via solo per una mia necessità dal punto di vista professionale, ma per me Firenze è unica”.Una stagione iniziata con 4 vittorie su 5 gare in campionato (e il secondo posto momentaneo con 12 punti, dietro alla Juve prima con 15 punti), e l’eliminazione al secondo preliminare di Champions per mano del Wolfsburg dopo grandi prestazioni contro Brondby e Ajax. Non c’è via di mezzo in questo inizio di stagione. Che Fiorentina ci dobbiamo aspettare da qui in avanti? Quali sono gli obiettivi?“Devo dire che anche la Champions è stata un’esperienza importante, perché penso che l’obiettivo sia migliorare e continuare quella crescita, appunto, che la squadra ha dimostrato di portare avanti in modo costante negli ultimi anni, quindi nonostante la sconfitta contro il Wolfsburg, abbiamo imparato tantissimo. È importante continuare questa crescita che ogni settimana proviamo a portare in campo. Per quanto riguarda l’obiettivo, beh, è migliorare quello che abbiamo fatto lo scorso anno. Lavoriamo tutti i giorni per poter regalare a questa città un trofeo. Sarebbe una cosa bellissima”.Avendo vissuto la Fiorentina che ha vinto – e non stiamo parlando di secoli fa – quanto è cambiata la serie A femminile da quegli anni a oggi?“C’è stata un’evoluzione importante, perché da quando abbiamo vinto noi lo scudetto a oggi sono entrate tante società professionistiche maschili e il livello del campionato si è alzato. Sono arrivate tante giocatrici straniere molto forti che hanno alzato il livello tecnico. E quindi non ci sono più le famose “squadre cuscinetto”, ma tutte le squadre del campionato sono su livelli molto simili e quindi in ogni partita, per ottenere tre punti, bisogna veramente dare il massimo”.Quanto manca, alle squadre italiane, per ridurre il gap con le squadre dei campionati europei più importanti?“Secondo me non ci manca tantissimo. Il Wolfsburg è una squadra storicamente molto forte, sicuramente noi abbiamo mancato un po’ di esperienza, perché ad esempio, martedì la Roma, che negli ultimi anni ha accumulato tanta esperienza a livello europeo, è riuscita a vincere contro le tedesche. Questo per farti capire che ci stiamo avvicinando tanto al livello di queste squadre. Ripeto, manca un po’ di esperienza e un po’ di convinzione nei propri mezzi. Più partite giochi, più incontri queste squadre, più riesci a crescere”.E la Fiorentina, tra l’altro, l’aveva già incontrato il Wolfsburg, nel 2017, quando fu eliminata dalle tedesche agli ottavi di finale. Ma qui voglio entrare nel personale, perché nella sfida di ritorno di quegli ottavi di finale finita 3-3 tu c’eri… Cosa ricordi di quel giorno?“È stata una delle partite che ricordo con più piacere, perché è stata la mia prima partita in Champions ed era contro una grande squadra, quasi inarrivabile per noi. Io avevo 20 anni e ricordo che fu una partita rocambolesca che mi regalò tantissime emozioni. Come quella di parare un rigore. Insomma, esordire in Champions, con un rigore parato e con un pareggio contro il Wolfsburg… mi porto dentro un bel ricordo”.Tu sei arrivata a Firenze nel 2014, quando esisteva ancora il Firenze. Poi la squadra è stata inglobata dalla Fiorentina durante la gestione Della Valle. Tu hai vissuto i tempi degli allenamenti e delle partite a San Marcellino, hai vissuto il Bozzi. Hai vissuto le prime vittorie e oggi sei tornata e stai vivendo il Viola Park, fortemente voluto dal presidente Commisso. Ti chiedo un parere sulle tre epoche della tua esperienza a Firenze: dai primi tempi a San Marcellino ai Della Valle fino a Commisso….“Penso che queste tre fasi rappresentino un po’ quelle che sono state, in generale, le fasi del calcio femminile. Siamo partite da un calcio dilettantistico dove non esisteva la Fiorentina ma c’era un Firenze. Iniziavamo già ad allenarci in modo impegnativo, però eravamo trattate a tutti gli effetti come delle dilettanti. Poi quando è entrata la Fiorentina dei Della Valle, abbiamo iniziato a vedere un cambio di rotta, uno stacco importante rispetto a prima, ma eravamo ancora dilettanti nella nomenclatura. Infine, dopo l’arrivo di Commisso, con  il professionismo a livello legislativo e con la gioia di vivere appieno una struttura unica come il Viola Park, abbiamo visto davvero come sono le cose quando sei una professionista”.Quanto è appagante e quanto può dare in termini di crescita un centro sportivo come il Viola Park?“È appagante ma anche determinante per quelle che sono le prestazioni, perché alzando il livello, poter allenarsi in un certo modo e in certe strutture, è fondamentale sia per quanto riguarda la prevenzione degli infortuni sia per quanto riguarda la performance nella partita”.Un aggettivo per descrivere Della Valle e un aggettivo per descrivere Commisso.“I Della Valle sono stati gli iniziatori. Hanno dato il via a quella che è stata la rivoluzione del calcio femminile, sono stati i primi a investire davvero nel femminile. Sono stati gli artefici di quella che poi è diventata la normalità. Mentre Commisso è sempre presente e lo definirei tifoso, passionale. Spesso viene a vedere le nostre partite, viene nello spogliatoio prime delle gare a parlarci. Si vede quanto abbia a cuore la Fiorentina, quanto è importante per lui. E ovviamente questo ci motiva”.A Firenze tu hai vinto 1 scudetto 2 coppe Italia e 1 supercoppa. Ti chiedo quale è stato il successo più bello?“Direi lo scudetto, perché è stato il primo della Fiorentina e poi l’abbiamo conquistato in una partita al Franchi in cui il pubblico era presente in grandi numeri che, per l’epoca, erano impensabili per il calcio femminile. Quel giorno lo ricordo come se fosse ieri, perché è stato memorabile”.Sei tornata per vincere ancora in viola?“Certo, possiamo lottare, anche se ci sono un paio di squadre abituate a vincere e noi dobbiamo vincere sempre di più per abituarci a vincere (scusate il gioco di parole). Stiamo crescendo tanto, nonostante ci sia qualche squadra che è più avanti di noi in questo processo di crescita. Ma lavoriamo per provarci”.Tu sei portiere. Come è nata la scelta di giocare in questo ruolo, se è stata una scelta?“È stata una scelta dettata un po’ dalle esigenze. Io giocavo con i ragazzi, ero l’unica ragazza e quindi mi misero in porta. E da quella porta non mi sono più mossa, perché mi divertivo da morire e sono rimasta portiere. I portieri matti? Chi mi conosce dice che anche io un po’ lo sono. Ma per essere portiere devi avere un po’ questa caratteristica”.Qual è il tuo idolo? “Sono cresciuta col mito di Buffon. Nel femminile, invece, sono cresciuta senza modelli perché non sapevo neanche che esistesse il calcio femminile. Ho iniziato a scoprirlo giocando. In generale, mi piace guardare sia i portieri stranieri che quelli del nostro campionato e rubare qualcosina da ognuno di loro”.E a Firenze c’è De Gea…“Si può rubare tanto da lui…”.Tu non sei solo un portiere, sei anche una giovane donna che si sta per laureare in ingegneria elettronica, indirizzo biomedico? Quanto ti manca alla laurea e quanto è stato difficile portare avanti la vita professionale con quella di studente…“Ci siamo, mi manca soltanto la tesi. È l’ultimo passo di un percorso impegnativo, perché non è stato facile conciliare calcio e studio, soprattutto negli ultimi anni che il calcio, essendo diventato professionistico, ha richiesto un investimento enorme dal punto di vista del tempo. Tra impegni del campionato, della Nazionale, partite, allenamenti, è stato decisamente impegnativo. Ma studiare è sempre stato importante per me quindi, se un atleta di alto livello vuole davvero studiare, la possibilità c’è. Il tempo si trova”.Come lo trovi tu, che studi e prepari la tesi in pullman o in treno durante i viaggi per andare in trasferta…“Si, si. Le trasferte possono rivelarsi utili, perché tanto sei sul pullman, qualcosa devi pur fare...”.Perché ingegneria biomedica?“Mi sono sempre piaciute le materie scientifiche e era un’ingegneria nuova, mi piaceva vedere la medicina dal punto di vista più fisico e matematico, così ho pensato: è una cosa che mi piace, proviamo. Vediamo se è fattibile. Poi, piano piano, perché mi ha richiesto del tempo e non è stato per niente facile, sono riuscita passo dopo passo a concludere gli esami. Le difficoltà maggiori? Sicuramente non riuscire a frequentare. Trovare il tempo e la volontà di fare tutto da sola è stato difficile. In più, io sono iscritta all’università di Firenze e quando sono stata a giocare a Verona e a Milano non è stato facilissimo. Mi ricordo l’anno scorso quando, il giorno dopo una gara, sono partita in macchina alle 5 del mattino da Milano per venire a Firenze a sostenere un esame. C’è da fare qualche sacrificio, ma i sacrifici poi vengono ripagati. Come è andato quell’esame? Bene, ho preso 30”.Sei ancora giovane, hai 27 anni, ma ti chiedo se già sai cosa vuoi fare da grande?“Non ho ancora pensato in modo preciso alla carriera dopo il calcio, però sicuramente voglio continuare questo corso di studi e mi piacerebbe poter lavorare in questo ambito”.Un sogno nel cassetto?“Mi piacerebbe vincere un altro scudetto”.

Ornella Bucci, psicologa e progettista della Cooperativa Sociale Matrix racconta la Onlus

“Operiamo sul territorio da 25 anni. Tra Matrix e Radio Bruno stima reciproca”

Ospite dell’ultima puntata di Toscana al…Femminile, in onda su Radio Bruno ogni mercoledì dalle 20.30 alle 21, Ornella Bucci, psicologa e progettista della Cooperativa Sociale Matrix ha parlato della Onlus e di tutto quello che fa per le persone fragili e quelle che hanno bisogno di aiuto.Ornella, partirei con lo spiegare il lavoro della Cooperativa Sociale Matrix, nata nel 1999…“Sono 25 anni che la Cooperativa opera sul territorio. È nata grazie all’iniziativa di un gruppo di professionisti in risposta ai bisogni del territorio, nei settori della disabilità, e mi preme sottolineare che opera senza fini di lucro, con servizi di qualità certificati in stretta connessione con enti e associazioni private e pubbliche, e con altre realtà no profit e profit, proprio per dare risposta a dei bisogni che sono sempre più emergenti, soprattutto dopo l’epoca del Covid, e vista la necessità di ottimizzazione delle risorse che abbiamo a disposizione. Opera con know how specifico nella progettazione e gestione di percorsi integrati, di persone fragili, non solo adulti ma anche minori, affermandosi come interlocutore anche di amministrazioni. Insomma, cerchiamo di offrire dei servizi di qualità, con metodologie e scientificità degli interventi. Sono ormai tanti anni che Matrix è sul territorio, e si sta espandendo, perché ha servizi sia su Firenze, dove troviamo il Centro Linar a Nave a Rovezzano e la Casa Famiglia, ovvero la Casa Armonica a Brozzi, ma abbiamo anche servizi che si spostano sul territorio, come il progetto Fan Club, poi andiamo anche a casa delle persone con l’assistenza educativa domiciliare, e abbiamo anche un centro che accoglie i minori con difficoltà che si trova a Montevarchi”.  Lei è una psicologa. Quanto è importante il rapporto con le persone più fragili e, in particolar modo, in quale momento hanno più bisogno di un aiuto professionale?“Hanno bisogno di un aiuto professionale soprattutto nei momenti di isolamento, quando c’è davvero la mancanza di un supporto, ecco che lì vengono aiutati anche a chiedere aiuto, perché è importante che loro siano a conoscenza di queste risorse, quindi di persone a supporto che possono dare ascolto e che possono dare strumenti per capire e affrontare positivamente una difficoltà. Aggiungo che non è solo nel momento in cui c’è una difficoltà che si interviene, ma lo si fa anche per fare messa a terra, per fare il punto della situazione, perché Matrix sta lavorando per il benessere di tutta la Cooperativa, sia per gli utenti che per gli operatori stessi, tutti quelli che collaborano a questa realtà”.Possiamo fare degli esempi pratici di come vengono aiutate le persone?“Le persone possono accedere, nella settimana, a dei gruppi di discussione con uno psicologo che fa questo, che fa il supervisore psico-educativo e accoglie le esigenze delle persone che già fanno parte e partecipano alle attività. Poi c’è uno sportello di ascolto dei bisogni sul territorio, che è legato più a figure come assistenti sociali, che sono tra l’altro le coordinatrici della Cooperativa e quindi mi permetto di sottolineare l’importanza delle donne in questa realtà, che cercano di attivare degli interventi per rispondere a delle esigenze che vengono ascoltate. Infine si interviene al bisogno: le persone possono contattarci tranquillamente quando hanno un problema, una difficoltà, un’emergenza, siamo assolutamente disponibili”.Qual è una delle difficoltà più frequenti che fa sì che voi interveniate?“Quando ci sono dei cambiamenti importanti, come è stata la pandemia, bisogna intervenire, e devo dire che l’attenzione che Matrix pone alle specificità di ogni utente è quella che la caratterizza. Abbiamo dei progetti individualizzati e gli operatori lavorano in equipe, quindi non c’è mai una sola persona che si occupa di un utente, di un familiare, di quello che non va, di quello che va, ma si lavora tutti insieme. Le tante figure che fanno parte della Cooperativa Matrix lavorano con una metodologia multidisciplinare”.Psicologa ma non solo. Lei, per la Cooperativa Sociale Matrix si occupa di molte altre cose: organizza corsi di formazione, è referente dei tirocini, è nel C.d.A. etc. Ci vuole raccontare quella che è la sua attività all’interno di Matrix?“Io, in questo momento, sono referente per la progettazione sociale, quindi vado alla ricerca di bandi e finanziamenti che possono attivare interventi sempre nuovi per rispondere in maniera variegata ai diversi bisogni, ma mi occupo anche della gestione dei progetti che si attivano, della rendicontazione, e insieme a tutto il gruppo dell’ufficio operativo, mi occupo dei tirocini e di tutta la parte burocratica. Inoltre seguo anche una parte della formazione degli psicologi e seguo i tirocinanti. Infine mi occupo anche di uno sportello di ascolto psicologico per gli operatori e vado a realizzare dei corsi di formazione quando si verificano delle richieste o ci sono dei bisogni nel gruppo di lavoro”.Spesso e volentieri il sociale va a braccetto con lo sport. Non a caso la Cooperativa Matrix è impegnata anche nello sport col basket integrato. Ci spiega di cosa si tratta?“Il basket integrato è un progetto che è nato tantissimi anni fa e che viene svolto in una palestra a San Marcellino, con cui c’è una bella collaborazione, con una squadra di basket del territorio in modo particolare, per cui un gruppo di persone con disabilità vengono rese partecipi di allenamenti da parte di professionisti, di giocatori e giocatrici di questa squadra, e ovviamente hanno il supporto educatori professionali e di operatori. Basket integrato perché ci sono tante persone che formano una squadra e si gioca non tanto per giocare ma per relazionarsi, incontrarsi, confrontarsi e, perché no, divertirsi”.A proposito di sport. Il direttore David Guetta, anche quest’anno ha avanzato la sua scommessa in favore di Matrix. Una scommessa che riguarda Kean: riuscirà l’attaccante viola a segnare almeno 16 gol in questa stagione? Se ci riuscirà, David Guetta offrirà la cena ai primi 30 ascoltatori che hanno accettato la sfida, se Kean invece non dovesse farcela, chi ha scommesso dovrà versare almeno 30 euro in favore di Matrix. Ad oggi l’attaccante viola è a quota 4 reti, ne mancano 12. Cosa dice Ornella di questa scommessa?“In Cooperativa parliamo di questa scommessa, anche perché il direttore David Guetta è molto affezionato alla Cooperativa Matrix, è venuto a farci visita al Centro Linar a Nave a Rovezzano e noi siamo venuti qui, negli studi di Radio Bruno, a intervistarlo e ci fa sempre piacere questa collaborazione. Anzi, più che collaborazione, mi diceva l’educatore Marco Nucci, quella che c’è tra Matrix e Radio Bruno è una stima reciproca, un sostegno reciproco. Io non posso che dire che, in qualsiasi momento vogliate fare una donazione, siete i benvenuti, non solo in termini di raccolta economica, ma anche per parlare delle nostre attività. Anche perché molte attività si svolgono grazie alle donazioni e alla connessione con il territorio e, nel tempo, negli anni, sono state fatte tante attività legate allo sport come il calcio, il basket, la danza etc. Quindi non possiamo che ringraziare ancora il direttore David Guetta. I gol di Kean? Siamo tutti tifosi, quindi ogni volta che Kean segna siamo contenti da una parte e un po’ meno dall’altra. Scherzi a parte, noi siamo sempre contenti, comunque vada sarà un successo, consapevoli che le donazioni arriveranno a prescindere dalla scommessa”.Torniamo alla Cooperativa Sociale Matrix, quali sono i prossimi obiettivi della Onlus?“Inventarci dei nuovi servizi, trovare delle modalità per rispondere in maniera personalizzata rispetto ai bisogni che emergono dal territorio, partecipando a bandi o costruendo nuove progettualità. In questo momento stiamo anche pensando a tutta la sfera che welfare aziendale che è molto importante. C’è sempre qualità nei servizi che eroghiamo, ma cerchiamo di massimizzare rispetto agli utenti e rispetto agli operatori”.

Katia Beni: “Difendo la leggerezza e la comicità per mandare messaggi importanti”

L’attrice comica sarà protagonista de “La Toscana delle donne” con lo spettacolo “Diritti o Rovesci…ma pari”

Tra le protagonista della 3ª edizione de “La Toscana delle donne”, c’è l’attrice comica Katia Beni che, nella giornata mondiale contro la violenza sulle donne, salirà sul palco del Teatro della Compagnia per portare in scena, insieme alla collega Benedetta Giuntini, lo spettacolo dal titolo “Diritti o Rovesci…ma pari”: “Finalmente – dice l’attrice ai microfoni di Firenzedintorni.it –  entro al terzo anno di questa importante manifestazione, “La Toscana delle donne”, e lo faccio con due cose. Prima di tutto con uno spettacolo in chiusura di manifestazione il 25 di novembre, che si chiama “Diritti o Rovesci…ma pari”. Insieme a me, in questo spettacolo, ci sarà un’altra attrice, ovvero Benedetta Giuntini. Di che cosa si tratta? Di un’intervista semiseria tra una giornalista un po’ fuori di testa e un’attrice comica che prova a rispondere a domande sulla parità di genere, sui diritti, sulla discriminazione generazionale, sulla conciliazione vita-lavoro, sul body shaming, sul body positivity, sulle donne nella scienza e, ovviamente, si parlerà anche di violenza. Tutto questo con una chiave totalmente comica e ironica, perché alla base c’è questa leggerezza – che non è superficialità, guai! – che secondo me serve per far arrivare a tutti un messaggio importante. Io difendo la leggerezza, così come difendo la comicità e l’ironia per mandare e portare messaggi”.Quanto è contenta, da toscana, di partecipare a “La Toscana delle donne”?“Sono contentissima e devo dire che ho anche un altro progetto di cui parlare… è un progetto collaterale a “La Toscana delle donne”, si chiama “Red carpet women” ed è uno spettacolo in cui il tappeto lo porto io. Io arrivo con un tappetino rosso sotto braccio che stendo ogni volta che vado ad intervistare, anzi la parola intervistare non mi piace, ogni volta che vado ad incontrare, a chiacchierare con le donne del mondo dello spettacolo, ma non solo. Anche artiste, cantanti, donne del mondo della cultura. Saranno degli incontri a modo mio. Anche tutto questo in chiave ironica, divertendomi a tirare fuori da parte di queste donne, anche quelle più seriose se si vuole, la parte più giocosa che hanno. Un modo, il mio, anche per promuovere le stagioni dei teatri, soprattutto nei tanti teatri che abbiamo in Toscana, anche in provincia, che sono bellissimi. Quindi valorizzare, a mio modo, anche questi teatri che forse non tutti conoscono”. 

Eugenio Giani: “Pronto un testo di legge dal nome ‘La Toscana delle donne’”

Il presidente della Regione Toscana parla di un’importante novità

Il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, si è espresso su quella che sarà la 3ª edizione de “La Toscana delle donne”, un appuntamento, ormai, diventato una ferma realtà…“Per la Regione Toscana – ha detto – la centralità di una politica di valorizzazione della donna è un elemento fondamentale. Per questo, tre anni fa, attraverso il Gabinetto della Presidenza, la mia Capo di Gabinetto, Cristina Manetti, diventò punto di riferimento per organizzare quella che è la fase in cui maggiormente vi è un richiamo alle tematiche femminili, nell’approssimarsi del 25 novembre che è la giornata mondiale contro il femminicidio, e per organizzare queste iniziative. Iniziative che, nel programma di quest’anno, sono diventate addirittura cinquanta”. E continua: “Questo perché, intorno ai giorni precedenti e successivi al 25 novembre, non si parli solo di femminicidi e di violenza alle donne, ma di un ruolo in positivo, in attivo, che la donna deve avere nella società. E quindi ecco che la centralità della valorizzazione femminile in tutti i ruoli – nell’economia, nello sport, nella società, nella sanità – diventa teorema di un’impostazione che vogliamo creare nella Toscana dei diritti. La Toscana dei diritti civili e dell’abolizione della pena di morte voglio diventi la Toscana della valorizzazione di avanguardia al sostegno a politiche che consentano alla donna di sviluppare pienamente la propria identità e la propria personalità”.Poi annuncia una importante e concreta iniziativa legata alla 3ª edizione de “La Toscana delle donne”“Oltre a quello che è già stato fatto nelle scorse edizioni, ovvero dibattiti, occasioni di approfondimento, conoscenza di personalità che possono tracciare una funzione di opinion leader nel ruolo che la donna può avere nella società, quest’anno c’è anche qualcosa di importante, ovvero il testo di legge che noi apriamo alla discussione alla società toscana, che ha proprio come titolo “La Toscana delle donne”. Abbiamo voluto fare una sorta di legge quadro, in cui quelli che sono i riferimenti (da un lato la parità di genere, dall’altro la violenza, un altro ancora l’assicurarsi che la posizione della donna sia salvaguardata nelle istituzioni pubbliche, e tutte le varie tematiche del caso) vengano messi tutti insieme. Facciamo una legge quadro che dia il senso di questa spinta che la Toscana dà alla valorizzazione del ruolo della donna. E la chiamiamo proprio come la rassegna che in questi tre anni è così cresciuta e si è sviluppata”.Ma è una legge già pronta?“La stiamo discutendo, alla fine della rassegna la presentiamo”.

C. Manetti: “La Toscana delle donne è diventato un viaggio per i diritti delle donne”

L'ideatrice del festival: “Siamo arrivati alla terza edizione, siamo contenti”

A margine della conferenza stampa di presentazione della 3ª edizione de “La Toscana delle donne”, Cristina Manetti, ideatrice della manifestazione, ha risposto ad alcune domande sull’edizione 2024 che si terrà dal 15 al 26 novembre 2024, ricordando che “La Toscana delle donne è nato come un festival ma è diventato qualcosa di più, un progetto per le donne, al fianco delle donne, che affronta i temi delle donne: dal lavoro, alla salute, alla parità di genere, alla violenza. Credo che “La Toscana delle donne” sia un esempio efficace per raccontare le questioni femminili non in modo rivendicativo ma costruttivo, ricco e propositivo, un modo che veda insieme donne e uomini uniti in questa battaglia per vedere riconosciuto pienamente il ruolo della donna”.Ed è per questo che “La Toscana delle donne” è diventata, ormai, una manifestazione consolidata della Regione Toscana. A tal proposito, la domanda nasce spontanea: perché è importante parlare di parità di genere e quali sono le novità di questa edizione?“La parità di genere è importante – ha detto ancora Cristina Manetti – perché dobbiamo creare una società più accogliente, più giusta, più a misura di tutti. E quindi anche della più grande minoranza che abbiamo sul pianeta che sono le donne. Dobbiamo farlo, lo devono fare le Istituzioni, mettendo in campo tutta una serie di politiche che in qualche maniera tengano conto delle necessità di una donna. Quelle necessità che la donna ha nella società, nella famiglia e nella vita di tutti i giorni. Quindi è importante anche comunicarle, queste necessità… ecco perché esiste “La Toscana delle donne”, un progetto che prima di tutto vuole raccontare tutte queste politiche e tutto quello che la Regione Toscana fa per le donne, per la parità di genere, e che fa anche rispetto ad altre Regioni d’Italia, perché abbiamo politiche che oggettivamente mettiamo in pratica solo noi, come gli asili nido gratis. Per questo, possiamo anche essere un faro per gli altri. Come è successo per il Codice Rosa. Per fare due esempi…”.E ancora: “Siamo alla 3ª edizione, quindi siamo contenti, perché effettivamente questa manifestazione si sta consolidando. Una manifestazione che non si esaurisce nel periodo di novembre che va dal 15 al 26 (ovvero nei giorni degli eventi calendarizzati n.d.r.), ma che va avanti un po’ tutto l’anno anche se, è chiaro, ha il suo momento clou nel periodo del festival, che comprende – tra l’altro – il 25 novembre, ovvero il giorno internazionale di contrasto alla violenza di genere”.E sul tema scelto: “Se l’anno scorso avevamo deciso il tema “L’umanità”, quest’anno abbiamo optato per “Il viaggio”, perché effettivamente “La Toscana delle donne” è diventata un viaggio vero e proprio per i diritti delle donne. Un viaggio che non è iniziato oggi e che proseguirà anche dopo di noi. Quello che è importante è che anche noi facciamo parte di questo viaggio e che, in qualche maniera, contribuiamo a fare un passo in avanti per una parità di genere più compiuta, per una società più giusta”.Anche quest’anno, tanti ospiti importanti parteciperanno attivamente a “La Toscana delle donne”…“È proprio così. Il bello di questo “viaggio” è che, durante il percorso, si conoscono persone, si impara, ci si confronta, si fa anche un bilancio della strada fatta e di quella da fare ancora. E in questo percorso, come è successo negli anni passati, incontriamo anche persone importanti, famose, che in qualche maniera decidono di partecipare a questo viaggio. E lo fanno credendo nella battaglia che vogliamo fare. Nello specifico, quest’anno, ci saranno Alessio Boni – perché non ci sono solamente le donne e questo ci tengo a ribadirlo, perché stiamo parlando di una battaglia per tutti, donne e uomini –, Paolo Vallesi, Beppe Dari, e ancora Stefania Sandrelli, Monica Guerritore, la nostra toscanissima Katia Beni, poi Giulia Mazzoni e tanti altri. Qualcuno ha già partecipato alle edizioni passate e ci saranno anche quest’anno. E poi, tra gli artisti, vorrei sottolineare anche Marco Lodola, che ha deciso di donare a noi, a “La Toscana delle donne”, una delle sue opere. E ancora, tre fumettisti del Lucca Comics parteciperanno alla serata di apertura e, con le loro opere, faremo un’asta di beneficenza. Insomma gli eventi non mancheranno, così come le sorprese. Quindi, vi aspetto tutti numerosi agli oltre 50 eventi della 3ª edizione de “La Toscana delle donne””.

Presentata la 3a edizione de “La Toscana delle donne”

La manifestazione si terrà dal 15 al 26 novembre

È stata presentata questa mattina, presso la Sala Pegaso di Palazzo Strozzi Sacrati, la 3ª edizione de “La Toscana delle donne – Il Viaggio”, la manifestazione ideata da Cristina Manetti, che dal 15 al 26 novembre offrirà 10 giorni di eventi gratuiti, oltre 50, con nomi importanti del mondo della cultura, dello spettacolo, del sociale e dello sport che si incontrano per dare il proprio contributo, confrontarsi e condividere temi dedicati ai diritti e alla crescita della parità di genere, alla lotta all’odio e alle discriminazioni.Tra gli ospiti che parteciperanno attivamente a questa 3ª edizione de “La Toscana delle donne” troviamo Stefania Sandrelli, Monica Guerritore, Alessio Boni, Maurizio De Giovanni, Cristiano Militello, Simona Cavallari, Paolo Vallesi, Katia Beni, il paroliere Beppe Dati e molti altri. Da sottolineare, inoltre, che saranno tanti gli incontri sui temi della salute, del lavoro e della cultura, iniziative che, in collaborazione con la Commissione Regionale Pari Opportunità del Consiglio Regionale e finanziate dai Fondi Comunitari Europei, gettano luce sui molti temi legati alla scoperta o riscoperta delle potenzialità femminili, sui diritti delle donne oggi e su quanto ancora occorre lavorare per innescare il cambiamento culturale e sociale.IL PROGRAMMA DELLA MANIFESTAZIONE 2024Venerdì 15 novembre 2024Al Teatro Era di Pontedera si svolgerà una sorta di anteprima del festival con il reading “Pugni nel cuore” di Maurizio De Giovanni, un testo sulla violenza di genere. Sul palco ci saranno anche Marco Zurzolo, Marianita Carfora, Umberto Lepore, Carlo Fimiani.Sabato 16 novembre 2024Al Teatro del Maggio, in sala Mehta, ci sarà l’apertura ufficiale del festival. Alle 17.30, Stefania Sandrelli leggerà “Relazioni pericolose”, un reading centrato sull’universo femminile di Mascagni. L’intera vicenda di Cavalleria rusticana, infatti, viene letta dalla parte di Santuzza, impersonata dalla grande attrice italiana. Inoltre, ci saranno performance di canto pop e lirica dell’Italian Trio Soprano, composto dalle talentuose Elena Rossi, Marika Franchino e Viola Sofia Nisio e quella della compositrice e pianista Giulia Mazzoni.Domenica 17 novembre 2024Sarà la volta di una pedalata e camminata contro la violenza di genere, chiamata “Pedalo Rosso”, nata da un’idea di Marianella Bargilli, con il supporto organizzativo del campione Paolo Bettini e ATCommunication. “Pedale Rosso” è un progetto che si propone di calamitare, attraverso Ride e Walk, persone e interesse all’interno della città durante la giornata per sensibilizzare la popolazione sui valori dell’uguaglianza e della parità di genere. La partenza è prevista alle 10 dal Parco delle Cascine per arrivare, sul percorso del Tour de Frane, in piazza Duomo verso le 11, dove sarà allestito un palco sul quale, con dj Carletto, ci saranno Cristiano Militello, Paolo Vallesi e Beppe Dati per intrattenere il pubblico. Lunedì 18 novembre 2024 Alle 10 inizierà, presso il Centro Tecnico di Coverciano, una Giornata dello Sport, che vedrà la presenza di atlete toscane protagoniste delle Olimpiadi e delle Paralimpiadi. Per l’occasione sarà presentata la Carta etica dello sport femminile. La mattinata si concluderà con la consegna di un premio alla Società Pallavolo Castelfranco di Serie A2. Infine, alle 19, al Teatro della Pergola, andrà in scena lo spettacolo “Dialogo di una prostituta con il suo cliente” di Dacia Maraini con Simona Cavallari e Federico Benvenuto, per la regia di Guglielmo Ferro.Martedì 19 novembre 2024Sarà la giornata dedicata alla Salute di genere a cura di Ispro, Codice Rosa e Lions Kit. Dalla mattina, in piazza Duomo, ci saranno due unità mobili dotate di mammografo di Ispro per offrire una pluralità di interventi di prevenzione oncologica.Mercoledì 20 novembre 2024Ci sarà il primo dei due appuntamenti di AnimaeLoci, itinerario letterario e artistico alla ricerca dei luoghi dell’anima a cura dell’Associazione culturare “La Nottola di Minerva”. L’altro appuntamento sarà Domenica 24 novembre 2024 al Centro Pecci di Prato.Giovedì 21 novembre 2024Alle 9.30, presso la Sala Pegaso di Palazzo Strozzi Sacrati, le assessore regionali Alessandra Nardini e Serena Spinelli presenteranno il rapporto Antiviolenza 2024.Venerdì 22 novembre 2024Sempre presso la Sala Pegaso di Palazzo Strozzi Sacrati, per il terzo anno consecutivo, torna l’appuntamento con “Di Pari Passo – Idee, prassi e politiche per opportunità senza confini di genere”, organizzato dalla Commissione per le Pari Opportunità del Consiglio Regionale della Fondazione per la Formazione Politica e Istituzionale Alessia Ballini insieme e in collaborazione con Anci Toscana e Upi Toscana.Sabato 23 novembre 2024Sarà la consueta giornata dedicata alla visita del FAI e quest’anno la scelta è caduta sulla Villa medicea di Careggi, di proprietà della Regione Toscana. Nel pomeriggio, invece, presso Palazzo Strozzi Sacrati si svolgerà un incontro dedicato al cinema.Domenica 24 novembre 2024Alle 17.30, presso il Teatro Goldoni di Firenze, andrà in scena Monica Guerritore in “Quel che so di lei, donne prigioniere di amori straordinari”. La messa in scena in forma drammatica dei momenti finali della tragica vita di Giulia Trigona, zia di Giuseppe Tomasi di Lampedusa.Lunedì 25 novembre 2024Nella giornata contro la violenza sulle donne, tanti saranno gli eventi. Palazzo Strozzi Sacrati si illuminerà di rosso e alle 18, presso il Teatro della Compagnia, Katia Beni e Benedetta Giuntini interpreteranno “Diritti e Rovesci…ma pari”, spettacolo in cui una giornalista a volte fuori di testa intervista un’attrice comica a volte intelligente, sui diritti delle donne e pari opportunità, esperienze di lavoro e di vita. Un’esilarante catena di gag e monologhi che lascia spazio a riflessioni semiserie su stereotipi di genere e diritti violati.Martedì 26 novembre 2024Il festival, nel suo ultimo giorno di eventi, vede andare in scena, alle 21, al Teatro Era di Pontedera, Alessio Boni in “Uomini si diventa”. Nella mente di un femminicida, reading contro la violenza sulle donne con, appunto, Alessio Boni e Omar Pedrini.Per saperne di più e per leggere il calendario completo degli eventi della 3ª edizione de “La Toscana delle donne”, è possibile consultare il sito www.latoscanadelledonne.it  

Presentato l'evento “Oltre lo sport - LO SPORT, SPECCHIO DEI TEMPI”

Un viaggio tra parità ed uguaglianza

Questa mattina, nella Sala Macconi di Palazzo Vecchio a Firenze, è stato presentato l’evento “Oltre lo Sport – LO SPORT, SPECCHIO DEI TEMPI”, organizzato da Assi Giglio Rosso Firenze e U.S. Affrico, due società dalla storia centenaria.In particolare sono stati presentati i dettagli degli eventi previsti il 26 settembre, 27 ottobre e 7 dicembre, in cui verranno affrontati temi cruciali legati a parità ed uguaglianza nel mondo dello sport.All’evento sono intervenuti, oltre alle Istituzioni, rappresentate dal Presidente della Commissione Cultura e Sport Fabio Giorgetti, anche il presidente Assi Giglio Rosso, Marcello Marchioni, il presidente U.S. Affrico, Valeria Pisacchi, alcuni rappresentanti delle associazioni coinvolte nell’evento, come l’Associazione Centro Antiviolenza Artemisia (insieme alla responsabile di Artemisia, Tania Berti, presenti anche Paola e Massimo, ovvero i genitori di Michela Noli, vittima di femminicidio per mano dell’ex marito), e gli sponsor che hanno dato una mano affinché questo grande evento venisse realizzato, tra cui Ferragamo.Questi i tre eventi in programma: - 26 settembre, ore 17, presso Impianto Sportivo U.S. Affrico Firenze: evento Contro la Violenza sulle Donne, in ricordo di Michela Noli (vittima di femminicidio).- 27 ottobre, ore 9, presso Impianto Sportivo Assi Giglio Rosso Firenze: Staffetta 100X1000 mt – Sport, inclusione, uguaglianza e parità di genere.- 7 dicembre, ore 10.30, Tavola Rotonda – La presenza femminile nel contesto sportivo. «Sono tre eventi che abbiamo fortemente voluto – ha detto Valeria Pisacchi –. Io, Marcello e Patrizia ci siamo incontrati a una cena in modo del tutto casuale, e abbiamo pensato a questo progetto che va oltre allo sport e che vuole mandare un messaggio ai giovani. Un progetto che abbiamo un ruolo educativo. Sì, perché quello che vogliamo è cercare di parlare ai nostri ragazzi e alle nostre ragazze della violenza sulle donne, della parità di genere e tutte le problematiche legate al nostro tempo. Già oggi siamo arrivati a ben 65 femminicidi nel 2024 ed è per questo che è importante parlarne. Ed è importante far riconoscere alle ragazze quelli che sono i segnali che possono portare a una violenza o a un abuso». «Questa idea che è nata casualmente – ha detto Marcello Marchioni – è una cosa complessa, ma che ci piace fare e portare avanti. Viviamo in luoghi dove la gente sta insieme, vengono i ragazzi, vengono i genitori, vengono le persone. Vogliamo fare qualcosa per sensibilizzare su determinati argomenti. Saranno tre eventi, uno per mese. Il primo, il prossimo 26 settembre, si terrà all’Affrico, contro la violenza sulle donne e vedrà la presenza anche dei genitori di Michela e dell’Associazione Artemisia. Il secondo, in programma il 27 ottobre, si svolgerà agli Assi, e vedrà in scena una staffetta atipica dove i protagonisti saranno uomini e donne disabili che si sfideranno alla pari. Il terzo, quello del 7 dicembre, sarà una tavola rotonda, che si dovrebbe tenere in Regione, dove vorremmo partire da un concetto: la presenza femminile nel mondo dello sport è ancora un traguardo da raggiungere, anche se negli ultimi anni si è fatto molto» Saranno occasioni importanti per discutere l’evoluzione dello sport inteso come specchio della società contemporanea e della sua capacità di promuovere inclusione e rispetto nei confronti di ogni persona.

Fiorentina, prosegue la preparazione agli ordini di Palladino

Terzo giorno di allenamento per i viola

Terzo giorno di allenamento a porte aperte ai tifosi (non piu di 100) per la Fiorentina, questo pomeriggio, al Viola Park. La squadra viola è scesa in campo alle 18 in punto, con i soliti assenti (Ikone, Nzola, Pierozzi e Sabiri) oltre a Terracciano e Kean, quest'oggi impegnati in un lavoro individuale programmato. Dopo una prima fase di riscaldamento, la squadra è stata divisa in due gruppi. Ogni gruppo ha lavorato un una porzione di campo ridotta, per svolgere un esercizio quattro contro quattro, più due vertici, dove ogni mini squadra aveva il compito di effettuare 3 tocchi e andare a fare gol in una delle quattro porticine poste ai vertici del mini-campo.Concluso questo esercizio, Palladino ha fatto svolgere alla squadra una partitella a tutto campo di una ventina di minuti dove sono balzati agli occhi visti pressing e intensità. Da una parte, schierati quasi tutti i giovani, dall'altra Kayode, Ranieri, Biraghi, Dodo, Mandragora, Infantino, Parisi, Sottil, Brekalo, Kouame.Ultimi 20 minuti di allenamento dedicata a un'altra partitella, questa volta a campo ridotto. Da segnalare una botta presa da Krastev, costretto a terminare anzitempo l'allenamento.Curiosità: il tecnico viola, sempre molto attento nel preparare gli esercizi da far eseguire alla squadra, per comunicare con i suoi collaboratori - anche in campo, durante l'allenamento - usa il walkie talkie. L'appuntamento per tutti i tifosi viola è per domani alle 18.30 quando, al Viola Park, la Fiorentina sarà impegnata nel primo test contro la Primavera.

Fiorentina, secondo giorno a 35 gradi

Le immagini dell'allenamento viola

Secondo giorno di allenamento aperto al pubblico per la Fiorentina di Raffaele Palladino. Presenti circa 150 tifosi nonostante la temperatura di oltre 35°. Ma la voglia di Fiorentina, per gli appassionati, è più forte del caldo. E allora anche questo pomeriggio la squadra è stata attesa, seguita e applaudita. Arrivati in campo alle 18 in punto, i giocatori viola hanno prima ascoltato le parole di Palladino, poi, dopo una prima fase di riscaldamento con la squadra posta in cerchio per il classico torello, i viola hanno iniziato la seduta di allenamento vero e proprio. Squadra divisa in due gruppi. Ogni gruppo con cinque giocatori con pettorina e cinque senza, tutti disposti in cerchio tranne due, in mezzo, impegnati in una sorta di uno contro uno finalizzato a fare gol in una porticina, aiutandosi con le sponde dei compagni posti (appunto) in cerchio. Molto apprezzato l'uno contro uno tra Kean e Biraghi, con l'attaccante che spesso è riuscito ad arrivare al gol. Conclusa questa fase di allenamento, la squadra, sempre divisa in due gruppi - una a una estremità del campo, l'altra dalla parte opposta - ha iniziato a duellare in partitelle 6 contro 6 a campo ridotto. Applausi a ogni gol dei viola che, a fine allenamento, hanno salutato, dal campo, i tifosi accorsi a sostenerli. Il secondo allenamento a porte aperte si è concluso alle 19. Pou tutti a fare la doccia.

Il primo allenamento al Viola Park dell'era Palladino

Il nuovo allenatore ha condotto il primo allenamento della stagione a porte aperte davanti a circa 200 tifosi

Primo allenamento della Fiorentina a porte aperte ai tifosi viola, questo pomeriggio, al Viola Park. La tribuna dello stadio Curva Fiesole ha ospitato circa 200 tifosi che, nonostante il caldo da bollino arancione, non si sono voluti perdere la prima seduta accessibile al pubblico degli uomini di Raffaele Palladino.Non appena Biraghi e compagni sono scesi sul terreno di gioco, non sono mancati gli applausi all'indirizzo di tutti. Poi, prima dell'inizio dell'allenamento, mister Palladino ha radunato la squadra in mezzo al campo e le ha fatto un discorso. E... pronti via, è iniziata la seduta. Torello di riscaldamento, squadra divisa in gruppi per le classifiche esercitazioni sul possesso palla - un tocco e via - , poi la partitella. Con i tifosi attenti e incuriositi soprattutto dall'ultimo arrivato, Moise Kean, che ha subito mostrato di essersi integrato bene nel gruppo ed è apparso fisicamente tonico e pronto.Durante la partitella, inoltre, non sono mancati i cori anti Juventus, quasi a voler rimarcare la rivalità storica a prescindere dalle lecite operazioni di mercato, e gli incitamenti a Palladino: "Forza miste", si è avvertito forte e chiaro dagli spalti, con uno scrosciante applauso al seguito.Nel frattempo, nel campo adiacente lo stadio Curva Fiesole è stato allestito il Summer Village, un sorta di Viola Village moenese, dove grandi e (soprattutto) piccini possono dilettarsi in giochi di vario genere.Quello di oggi non è stato che il primo allenamento a porte aperte di questo ritiro pre campionato Viola. La sensazione è che nei prossimi giorni, soprattutto nel fine settimana, i tifosi al Viola Park saranno o di più. Molti di più.

I Pooh presentano il concerto del 25 luglio al Parco Mediceo di Pratolino: “Per noi un orgoglio”

E il Presidente Giani consegna loro il Pegaso d'Oro

In attesa degli imperdibili appuntamenti toscani del Tour “Amici per sempre – Estate 2024”, quello del prossimo 25 luglio al Parco Mediceo di Pratolino (FI) in occasione del Musart Festival e quello del 7 agosto a Villa Bertelli a Forte dei Marmi (LU), i Pooh hanno incontrato la stampa presso la Sala Rossa di Villa Demidoff per presentare le due date toscane.Sono intervenuti Roby Facchinetti, Dodi Battaglia, Red Canzian, Riccardo Fogli, il Presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, e la Consigliera delegata alla Cultura della Città Metropolitana di Firenze, Letizia Perini.“Questo sarà il tour della bellezza per cui questo luogo non poteva assolutamente mancare – le parole di Roby Facchinetti, che continua – il nostro amore per la Toscana non è dovuto solo al fatto che negli anni 60 arrivò Riccardo Fogli nella nostra band e ci portò la toscanità. Abbiamo capito anche il tipico spirito dei toscani, di questo vostro modo di esprimervi, la vostra generosità, dite sempre quello che pensate… poi abbiamo scoperto che la Toscana è anche un luogo che stimola la creatività e l’ispirazione. Infatti, alla fine degli anni 70, presi in affitto, a Fiesole, la casa che era della mamma di Riccardo Del Turco, e ci rimasi un po’ di mesi. E devo dire che la Toscana mi ha completamente catturato al punto che presi una casa a Rosano, vicino a Pontassieve, casa che è diventata un po’ il nostro rifugio al punto che due album importanti della nostra vita, ovvero Stop e Tropico del Nord, sono nati proprio in questa casa, perché questa terra stimola l’arte. Stimola la creatività. Stimola l’ispirazione. Non possiamo che ringraziare la Toscana per tutto quello che ci ha regalato. Negli anni, poi, sono arrivati in questa terra concerti indimenticabili, per cui ci sono davvero tantissime ragioni che ci legano a questa vostra magica terra. Grazie per tutto quello che avete fatto per i Pooh ma soprattutto a quello che farete ancora per noi”.Dodi Battaglia: “Quando ci hanno proposto di fare questo tour che avrebbe dovuto toccare i posti più belli che ci sono in Italia, tra i quali questo, le Terme di Caracalla a Roma, Piazza San Marco a Venezia, abbiamo detto: dov’è che dobbiamo firmare? Qualcuno di noi, più o meno veneto (il riferimento a Red Canzian) ha detto “Io in Piazza San Marco vengo anche gratis”… Ma a parte gli scherzi, devo dire che questo luogo, la parola “bellezza” che è stata più volte citata, la rappresenta appieno. Siamo contenti di essere qui in un posto che io, personalmente, non mi aspettavo. Dovete sapere che nella mia storia c’è un passato da pilota automobilistico, per cui, per me, il Mugello era tutt’altra roba… Quando arrivando in questo meraviglioso parco, ho visto questo paesaggio bellissimo, mi sono detto “Dio esiste oltre agli autodromi”. Una cosa, tra l’altro, che avvicina le due regioni, la Toscana e l’Emilia Romagna da dove sono nati i Pooh e dalla quale io provengo: abbiamo tutti la passione dei motori, la passione dell’ambiente... e devo dire che l’ambiente qui viene rispettato ed esaltato e siamo orgogliosi di essere stati prescelti per fare questo concerto, che sarà per noi una grande emozione”.È la volta di Red Canzian: “Arrivando qui con il Van abbiamo visto più o meno dove verrà montato il palcoscenico e devo dire che, ancora una volta, noi faremo le cose meglio degli americani. Sarà una Woodstock ma molto più elegante, molto nobile, in questo prato incredibile che c’è qua sotto, con quel platano di 400 anni che sarà il nostro compagno di viaggio in quel concerto. Questi luoghi, grazie al Musart Festival, verranno reinterpretati, perché questi posti nascevano per la bellezza. Per dare uno spettacolo buono, importante alla gente e ai visitatori. Quindi, portare la musica, l’arte musicale in un posto così bello, credo che sia assolutamente di grandissimo valore civico. Volevo dirvi come è partita tutta questa avventura… noi, dopo 7 anni in cui ci eravamo separati per vari motivi e durante i quali non abbiamo fatto niente come Pooh, ci siamo presentati a Sanremo per presentare il docufilm sui Pooh realizzato dalla Rai. Amadeus ci disse: “Se venite su quel palco, però, cantate, non potete venire solo a presentare il docufilm…”. Così abbiamo cantato. E la cosa pazzesca è stata che, quando ci siamo presentati in sala d’incisione per preparare i brani che poi abbiamo cantato al Festival, era come se ci fossimo lasciati la sera prima. Ci veniva da ridere. Ci siamo resi conto di non aver mai mollato un attimo… Dopo la nostra presenza al Festival, dovevamo fare un concerto per il quale, in 24 ore, furono venduti 30.000 biglietti. E da un concerto siamo tornati a fare una lunga tournée, conclusa a capodanno. Ed era finita là, per noi. Poi, però, ci hanno convinto a fare questo nuovo tour estivo parlandoci di dove avremmo dovuto cantare: non abbiamo potuto dire di no a Pompei, Paestum, San Marco, Caracalla, qui a Pratolino, tutti posti per cui solitamente, per andare a vedere, paghi il biglietto. L’idea di portare la nostra musica all’interno di una bellezza del genere, ci ha fatto dire sì. Bellezza, tra l’altro, di cui ci dobbiamo inorgoglire. Perché l’Italia è un museo a cielo aperto. Il Pegaso, poi, è la ciliegina sulla torta”.Chiude Riccardo Fogli: “Devo ringraziare i Pooh che mi hanno invitato anche per questo tour. Volevo dire che la Toscana è la Toscana…e forza viola”.A margine della conferenza stampa, inoltre, il Presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, ha consegnato il prestigioso Pegaso D’Oro ai Pooh: “Per quello che significano i Pooh nella musica italiana – dice Giani – per quello che rappresentano in Italia, per il loro legame profondo e sentito con la Toscana, per quello che hanno rappresentato a livello di proiezione internazionale della canzone italiana, per quello che significa esibirsi in quello che è uno dei monumenti più belli, più importanti della nostra storia, della nostra cultura, si combina il tutto perfettamente per consegnare ai protagonisti della canzone italiana il Pegaso che è il riconoscimento della nostra Regione verso coloro che si sono particolarmente distinti in un rapporto speciale e particolare con la Toscana”:

Mauro Repetto al Teatro Puccini di Firenze con lo spettacolo “Alla ricerca dell'Uomo Ragno"

“Siamo tutti supereroi all'altezza dell'uomo ragno”

Mauro Repetto, ideatore e co-fondatore degli 883, torna in Italia per il suo debutto in teatro con il nuovo spettacolo “Alla ricerca dell’uomo ragno”. Lunedì 20 maggio sarà sul palco del Teatro Puccini di Firenze. E questa mattina, al Nelson Mandela Forum, Repetto ha incontrato la stampa per presentare il suo spettacolo fiorentino.Abbiamo appurato che non hai ucciso l’uomo ragno…“È impossibile uccidere l’uomo ragno, perché è un super potere che abbiamo dentro e che consiste nell’affrontare la vita col sorriso e nell’affrontare la vita fino in fondo. Peter Parker poteva essere di Pavia come me e il suo vero super potere non è la ragnatela o volare, ma proprio impegnarsi fino in fondo. Lui agisce d’istinto come tutti, provinciali o no, quindi è impossibile uccidere l’uomo ragno.E quindi ora sei alla ricerca dell’uomo ragno?“Adesso sono alla ricerca dell’uomo ragno, si, alla ricerca di qualcosa che è dentro di noi, quindi la capacità di poter concretizzare un sogno. “Alla ricerca dell’uomo ragno” è uno spettacolo che è una favola medievale in cui Max e Mauro sono due menestrelli in una Pavia un po’ tipo Gotham City, un po’ dark e un po’ gotica, e il loro compito è cercare il Conte Claudio Cecchetto e dargli una cassetta. Accedere alla sua corte piena di giullari molto conosciuti come il Cavalier Fiorello, il Dotto Amadeus o Lorenzo Il Giovane detto Jovanotti. E quindi questi due menestrelli che errano ignari nella Pavia gotica del tempo, accederanno alla corte di questo Claudio Cecchetto che era un Re Mida assoluto che trasformava in oro ogni cosa che toccava”.Sarai a Firenze, al Teatro Puccini, il prossimo 20 maggio, e in questo spettacolo cosa ci dobbiamo aspettare?“Una scorpacciata di canzoni degli 883 e un po’ di canzoni di Bon Jovi, perché alla fine, parlando di provincia, noi eravamo di fronte all’impero milanese un po’ come Bon Jovi, Bruce Springsteen, Tom Waits erano di fronte all’impero di Manhattan, nel New Jersey. Quindi noi, venendo dal rap, abbiamo sempre avuto bisogno di un link del sogno americano, in questo caso dei provinciali del New Jersey, per accedere alla Pop Rock. Io personalmente ho sempre amato molto Bon Jovi, e quindi canterò anche delle sue canzoni, come per accarezzare questo sogno di provincia che accede all’impero o milanese o di Manhattan. Poi ci sarà una cantante con me che canterà Anita Franklin, una voce che viene da Cuba eccezionale, ci sarà Marco Guarnerio che è l’arrangiatore storico degli 883, quindi ci saranno canzoni acustiche con voce e chitarra suonata da me e con la chitarra elettrica suonata da Marco Guarnerio. Una scorpacciata di canzoni, poi balleremo e ci divertiremo”.Quali sono tre canzoni a cui sei più affezionato?““Con un deca” e “Weekend” penso che siano veramente dei road mov, delle illustrazioni della vita di provincia, dei trasferelli, dei succhi d’anima di quello che poteva essere lo spleen baudelairiano di un ragazzo di provincia, tra i due di picche ricevuti il sabato sera in discoteca e la domenica in cui c’era l’affettato, la pasta in brodo dei genitori, ma andava benissimo così, e con un deca in cui si cercava qualcosa che si sapeva neanche cosa fosse. E poi direi “Hanno ucciso l’uomo ragno” perché è proprio il trionfo di un Peter Parker che può essere un normalone, un banalone come tutti noi, e qualche volta può anche assumere il ruolo di supereroe, difendere il suo quartiere, essere un supereroe antieroe, un supereroe di quartiere”.Qual è stata la chimica magica che girava intorno a Cecchetto negli anni 90?“Claudio Cecchetto verrà a vedermi a Bollate nella data precedente a quella di Firenze e questa per me è una soddisfazione enorme. Detto questo, posso dire che Cecchetto per me rappresenta veramente il Walt Disney italiano e vi assicuro che è un genio in marketing. Era uno che aveva un gusto dell’italiano medio, quindi aveva l’accesso alla popolarità, e capiva subito quando una cosa funzionava o no. Per fare un esempio, tutta la discografia italiana aveva scartato “Hanno ucciso l’Uomo Ragno”, “Come mai”, “Tieni il tempo”… mentre Cecchetto, ascoltando solo “Non me la menare”, che era un pezzo minore, ha capito tutto. Quindi è assolutamente un Re Mida, una macchina marketing importante, ma con i piedi per terra, con un gusto particolare”.Com’è cambiato Mauro Repetto dagli anni 90 a oggi?“Io non vedo nessun cambiamento, sono sempre uno che cerca di impegnarsi e di concretizzare le proprie voglie, perché per me non sono neanche sogni, sono proprio voglie che desidero fare veramente. Quindi non vedo nessun cambiamento in me, a parte un po’ più di saggezza che ho e che mi mette qualche limite rispetto al passato in cui c’era solo la cieca voglia di scavalcare delle sbarre che mettevo sempre più in alto, fino a prendere delle testate… Ma a parte un po’ di saggezza dovuta all’età, ripeto, non c’è stato nessun cambiamento in me”.Un ricordo legato a Firenze?“Sono venuto a Firenze col mio regista, Maurizio Colombi, due mesi fa, al Teatro Puccini, e ho cantato “Come mai”, ospite del suo spettacolo, “Caveman”. Il ricordo più vicino che ho è questo… poi, dopo, sono andato da lui, in Messico, perché ha una casa a Cancùn e, per farlo, ho preso un taxi  da Firenze a Malpensa. Il ricordo più incredibile di Firenze è una notte in taxi con una cantante con la quale lavoravo, per arrivare a Malpensa, per poi volare a Cancùn”.Potrebbe essere il titolo di una nuova canzone…“Assolutamente sì… “Rotta per casa di Dio” l’abbiamo già fatta, quindi la prossima sarà “Firenze-Malpensa” - scherza”Oggi c’è un supereroe all’altezza dell’uomo ragno?“Siamo tutti supereroi all’altezza dell’uomo ragno. Dentro di noi c’è l’uomo ragno. Dentro di noi c’è la capacità di impegnarsi ogni giorno, col sorriso sulle labbra, di fronte alla vita”. Lo spettacolo “Alla ricerca dell’uomo ragno”, prodotto da Raffaella Tommasi per Daimon Film e Sold Out, con la regia di Stefano Salvati e Maurizio Colombi, vanta l’uso di effetti visivi inimmaginabili solo fino a qualche mese fa, per far rivivere il mondo dei mitici 883. Realizzato con la collaborazione degli AI Artists Claudio Zagarini e Francesco Siro (vincitore dell’Oscar 2024 all'Aiff di Dubai) i registi Stefano Salvati e Maurizio Colombi sono riusciti a costruire mondi fantastici e a ricreare, come per magia, i giovani Repetto e Pezzali dei leggendari anni 90! Dal palcoscenico Mauro in carne e ossa interagirà con se stesso e con Max com’erano da ragazzi, prima dell’arrivo della grande ondata di successo delle loro canzoni.In questo nuovo spettacolo teatrale, Mauro Repetto, ideatore di una delle band culto degli anni ‘90 e autore di brani rimasti nell’immaginario collettivo del nostro Paese, ripercorrerà le tappe di un percorso straordinario, trasportando il pubblico in un viaggio a ritroso nel tempo attraverso il racconto della sua vita e dell’avvincente storia degli 883, istantanee di momenti intramontabili, con aneddoti e curiosità sulla genesi dei loro maggiori successi, mai raccontati finora. Repetto reciterà, ballerà e canterà tutte le hit che hanno fatto da colonna sonora a intere generazioni, e presenterà un suo brano inedito.I biglietti (posti numerati, 20 e 32 euro) sono disponibili sul sito del teatro www.teatropuccini.it, su www.ticketone.it e nei punti vendita Box Office Toscana www.boxofficetoscana.it (tel. 055.210804). Info tel. 055.362067 - biglietteria@teatropuccini.it - www.teatropuccini.it. 

MIDA 2024: la grande bellezza dell’artigianato fra maestri artigiani e new generation

Tante le novità dell’88ª Mostra Internazionale dell’Artigianato, dalla Fortezza da Basso dal 25 aprile al 1° maggio

Dal 25 aprile al 1° maggio, alla Fortezza da Basso di Firenze, MIDA, la Mostra Internazionale Dell’Artigianato, promossa e organizzata da Firenze Fiera in collaborazione con le principali istituzioni e associazioni di categoria, taglierà il traguardo dei suoi primi 88 anni, riconfermando il suo primato di prima fiera artigiana d’Italia.Una mostra che rappresenta un appuntamento irrinunciabile in primavera a Firenze per tanti amanti del “saper fare” e del bello, un viaggio sempre nuovo e stimolante alla scoperta di pezzi unici ed esclusivi realizzati da “mani d’oro” negli “scrigni” di storiche botteghe e nei laboratori esperenziali dove il know how di maestri artigiani si coniuga con le sperimentazioni delle nuove generazioni. Parole d’ordine: creatività, bellezza, innovazione e sostenibilità per un futuro del “fatto a mano” sempre più attrattivo e al passo con le nuove tendenze del gusto, dell’ambiente e del mercato.MIDA 2024, rappresenta un appuntamento irrinunciabile per quanti desiderino trascorrere una giornata intera all’interno di una Fortezza storica, nel centro di Firenze, in padiglioni e sale antiche e nei piazzali all’aperto fra le tante innovazioni dei vari settori merceologici (abbigliamento e accessori, complementi d’arredo, design e innovazione, oreficeria, gioielleria e bigiotteria, bellezza e benessere, artigianato internazionale, ecc.) e le infinite tentazioni della enogastronomia italiana e multietnica.530 gli espositori di questa edizione, in crescita del 18% rispetto al 2023, su una superficie complessiva di 34000 metri quadrati a conferma della forza attrattiva di MIDA per il lancio dell’artigianato contemporaneo. Saranno ancora una volta loro – imprese artigiane, designer, progettisti, giovani maker, start up – i veri protagonisti che si riprenderanno la scena in Fortezza sfoderando tutto il fascino della tradizione e la forza attrattiva di nuove soluzioni sostenibili e ipertecnologiche, per la gioia di un pubblico di appassionati e di operatori qualificati (65.000 i visitatori dell’ultima edizione).In aumento anche i paesi esteri partecipanti (sono 32 rispetto ai 28 del 2023). Fra questi: Belgio, Francia, Lituania, Polonia, Spagna, Turchia, Ecuador, Cina, Egitto, Costa d’Avorio, Giordania, India, Indonesia, Nepal, Pakistan, Perù, Siria, Singapore, Stati Uniti, Sud Africa, Thailandia, Ucraina e Vietnam.Novità assoluta dell’edizione 2024 sarà la contemporaneità con la 9ª edizione del Salone dell’Arte e del Restauro, il principale evento fieristico in Italia in campo della conservazione, restauro e valorizzazione del patrimonio culturale artistico mondiale.«I numeri sono molto buoni quest’anno, perché dovremmo arrivare sui 530 espositori, quindi il 18% in più rispetto allo scorso anno – dice il presidente di Firenze Fiera, Lorenzo Becattini – e questo è un primo dato. Abbiamo fiducia che si possa anche concretizzare in un aumento dei visitatori, l’anno scorso furono 65.000, quest’anno speriamo che ve ne siano di più. Dal punto di vista della caratterizzazione, quest’anno ospitiamo anche la 9ª edizione del Salone dell'Arte e del Restauro, che è una cosa Nazionale, dove dietro c’è il Ministero della Cultura, e quindi aggiungere questo salone a quello di cui già dispone Mida è un fatto molto bello. Ovviamente c’è anche un tema che riguarda il rapporto tra Mida, Firenze Fiera e la città, perché questa iniziativa la mettiamo su grazie a una grande collaborazione, non solo da parte delle Istituzioni, in primis Regione, Camera di Commercio e Città d Firenze, ma anche di tutte quelle strutture a servizio dell’Economia dell’Artigianato che operano nella città e che ci danno una mano sempre volentieri, per realizzare eventi. Insomma, in ogni spazio della Fortezza, c’è qualcosa che vale la pena di essere visto, e noi speriamo di poterlo mettere in scena bene e di fare contenti i visitatori e le imprese».Ma continua, parlando di quello che può fare la politica per aiutare gli artigiani toscani affinché l’artigianato scongiuri il rischio di scomparire: «Ricorderò una cosa che mi venne in mente quando ero Parlamentare… io credo che i mestieri artigiani siano molto importanti per i giovani, ma spesso un giovane è scoraggiato da un carico fiscale terribile: quando uno apre un’azienda, soprattutto all’inizio, ha delle botte di tasse enormi. Io penso che, poiché l’artigianato è anche rappresentato nella nostra Costituzione ed è l’anima dell’Italia e segnatamente della città di Firenze, dovremmo avere più cura e più attenzione nel costruire un cuscinetto, magari triennale, di grandi vantaggi fiscali affinché i giovani imparino determinati mestieri, li facciano con amore e possano trarne vantaggi economici. Non tutti, poi, arriveranno a dama, ma sarebbe bello che una percentuale ci potesse arrivare senza essere scoraggiata fin dal primo giorno. Aggiungo infine che siamo all’edizione numero 88 della Mostra Internazionale Dell’Artigianato, quindi, Mida è una vecchietta che gli anni se li porta bene, perché la prima edizione fu del marzo del 1931. Quindi, a parte il periodo della Guerra e del Covid, se ne sono fatte tante. E questa è la mostra più antica d’Italia, e di questo siamo orgogliosi per tutti quelli che l’hanno pensata e per tutti coloro che ci hanno lavorato in questi anni».

Roberto Vecchioni presto in concerto a Pratolino: "La Toscana è casa mia"

E sul Pegaso d'Oro ricevuto: "Per me vale il Nobel"

Questo pomeriggio, Roberto Vecchioni, nella fantastica location del Parco Mediceo di Pratolino, ha incontrato la stampa per parlare della tappa che lo vedrà in concerto proprio al Parco Mediceo di Pratolino il prossimo 18 luglio, con il suo “Infinito Tour”, un grande spettacolo di canti, immagini e monologhi. Nell’occasione, il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, ha consegnato al cantautore il Pegaso d’Oro, massimo riconoscimento dell’Istituzione: “Un premio che per me ha un valore straordinario – ha detto Roberto Vecchioni – un premio che per me vale quasi quanto il Nobel. Il Pegaso è un simbolo,la vittoria alata, l’andare in cielo, il muoversi tra le stelle, l’essere oltre le piccole cose di questa terra, e poi ha tutta la Toscana dentro, quindi l’amore per questa regione, per tutto quello che mi ha dato e ho tentato di darle, quindi posso dire solo grazie”.Lei e la Toscana, un rapporto che nasce da lontano e che è presente anche nelle parole di Una notte, un viaggiatore.“Non parlava proprio della Toscana, parlava di due giornate, una bella e una brutta, passate a Firenze. Un amore infranto, un’angoscia che ti prende, la voglia di scappare e tutto il resto. Ma la Toscana mi è nel cuore per tanti altri motivi, non solo per le canzoni. Per tutto: per chi ha dipinto in Toscana, per chi ha scritto in Toscana… in una parola, posso dire che sono onorato di ricevere questo premio. Ci sono tanti premi in Italia, ma questo è un premio che sia adatta al mio modo di essere, al mio carattere, che a volte è schivo e a volte è esageratamente pieno di parole, di gesti, di azioni, di voglia di vivere. E la Toscana ha l’una e le altre cose. Se sono arrivato a 80 in buona saluta, c’è anche un grande merito del piacere e del gusto dell’amore di vedere l’Italia, questo paese immenso, meraviglioso che in ogni cosa ti soddisfa e ti fa sentire un po’ sopra le altre Nazioni. E la Toscana  è il cuore dell’Italia. Il cuore di questa forza che dà forza. La Toscana è tutto: è città, è campagna, è vita, è cielo, sole, luce, donne, uomini, pianura, è storia. Tantissima storia! Pochissime regioni hanno una storia così immensa nel Medioevo e nel Rinascimento quanto Firenze e quanto la Toscana. Quindi qui mi trovo a casa”.Cosa si aspetta dal concerto del prossimo 18 luglio, qui, nel Parco della Villa Medicea?“Mi aspetto di fare il più bel concerto degli ultimi dieci anni. Lo voglio fare. Sarà lunghissimo, la gente dovrà annoiarsi, stufarsi e andarsene, perché io non mollo. Vedremo un po’ chi resiste, se io o gli altri… Qui ho molte nostalgie. Io ho cominciato in Toscana, negli anni Settanta ho cantato ovunque in Toscana e allora cantavo altre canzoni, molte sconosciute, le conoscono soltanto quelle dieci-ventimila persone che mi stanno seguendo da allora. E quelle canzoni le farò tutte. Rifarò le vecchie, vecchie canzoni, quelle degli anni Settanta e poi naturalmente andrò avanti con quelle degli anni Novanta, Duemila e tutto quanto. E chi resiste, resiste. Chi non resiste, vada ad un altro concerto – scherza – perché il mio è questo. Comunque, ripeto, sarà un lungo spettacolo. Questa soddisfazione, in Toscana, me la devo prendere. In un posto così, con il frescolino della sera, con tutta la gente davanti, con poche luci, recuperare una vita mia, nostra… non può durare poco. Voglio che la gente torni a casa all’alba piena di meraviglie dentro. Voglio che quella serata sarà indimenticabile”.Approfondisce il tema di quanto è ancora importante la poesia per i giovani…“L’argomento è complicatissimo, perché ci sono giovani e giovani. Però hanno bisogno di poesia. Hanno bisogno di questo altro vedere il mondo, di poterlo vedere come se lo immaginano, come lo sperano, come lo desiderano, come lo vogliono. Un po’ anche per dar forza agli altri e mettersi insieme, perché è importante, non si può stare da soli. Bisogna mettersi insieme e fare. Fare. Fare. Parlare tanto, ma fare significa altro. Fare azioni. Fare manifestazioni. Essere in piazza. Cantare alla vita. Dire le cose. Perché i vecchi diventano sempre più vecchi e sempre più c… e i giovani, invece, no. Molti giovani di oggi sanno cosa vorrebbero, cosa desiderano, non possono avere tutto, ma almeno una parte sì, perché è giusto”.In una recente intervista ha dichiarato che neanche ai tempi di Samarcanda vedeva nei suoi confronti tutto questo affetto e tanto amore. Perché secondo lei?“Perché ho avuto un’idea folgorante – che non ho avuto solo io – quella di rischiare di andare a Sanremo con una canzone quasi sconosciuta. Racconto un aneddoto: una signora, l’altro giorno, mi ha fermato per strada e mi ha detto: “Vecchio, lo sa che è bella quella sua nuova canzone che ha cantato a Sanremo”. Io le ho risposto: “Guardi che ha 25 anni…”. E lei ha detto: “Lei è molto gentile, ne ho 45…”. È finita così. Tornando al mio discorso… io sapevo che Sogna ragazzo sogna era una canzone totale, totale e di speranza per tutto il mondo, giovani, non giovani, tutti quanti, ma non aveva mai avuto quel greef, quel colpo che poteva meritarsi. E quando è arrivato Alfa, ragazzo straordinario, dolcissimo, bravo, praticamente ha sfondato una porta aperta. Gli ho detto sì, andiamo, dobbiamo emozionarci come due bambini. Dobbiamo raccontare alla gente che la vita è ancora questa. Io ti do il là, tu continui con il parlato, e vedrai che sarà un passaggio di consegne, di idee, di termini da un vecchio a un giovane e vedrai che faremo un colpo. E infatti così è stato. Da lì non mi sono più fermato, tanto che ho tanti concerti in programma”.

Alfa a Firenze: la rivelazione di Sanremo al Mandela Forum

Il 21 aprile chiuderà la prima parte del tour “Non So Chi Ha Creato Il Mondo Ma So Che Era Innamorato”

Questa mattina, al Mandela Forum di Firenze, Alfa, cantautore genovese che ha da poco partecipato al Festival di Sanremo con la sua “Vai!” e duettato con Roberto Vecchioni nella serata delle cover, ha incontrato la stampa in vista del suo concerto fiorentino del prossimo 21 aprile e che chiuderà la prima parte del tour “Non So Chi Ha Creato Il Mondo Ma So Che Era Innamorato”. Ecco quello che ha detto del tour (il suo primo nei palazzetti), della tappa fiorentina e di se stesso.Da Sanremo è partito il tuo primo nei palazzetti. Come ti senti?«Sono molto emozionato, è il mio primo tour nei palazzetti… io lo dico sempre, sei anni fa cantavo in una gelateria e il mio primo live l’ho fatto mentre chiedevano “stracciatella, pistacchio, coppetta…”, quindi fa strano arrivare nei palazzetti. Sono onorato di questo. E Firenze è sicuramente una delle tappe più importanti, visto che proprio qui, il 21 aprile, chiudiamo la prima parte del tour, quindi cerchiamo di sorprendere».Il titolo del tour è molto particolare, cosa vuoi esprimere con questa frase?«Che la vita è bella. Abbiamo vissuto tanta aggressività e tanta rabbia nel periodo di pandemia e nel post Covid, la mia generazione è molto ansiogena, però sto cercando di riportare, io come tante altre persone, un po’ di solarità, un po’ di bellezza».Cosa porterai in questo tour, a parte la tua musica, di te?«Considera che io, come racconto sempre, ho iniziato dalla mia cameretta, sul palco, in questo show un po’ teatrale, abbiamo costruito un’intera casa, con cucina, bagno, anche la mia stanza. Tutto questo perché, sì, sarei migliaia, ma sarà un po’ come fare una festa in casa nel soggiorno…».Nelle tue canzoni passate hai spesso parlato del bullismo, un’esperienza che vissuto in prima persona. Si può dire che sei un rapper un po’ sui generis visto che in realtà parli sempre di temi importanti e cose positive?«Diciamo che quella del bullismo è stata una parentesi che mi ha permesso di scrivere canzoni, perché la musica, per me, è stata un po’ l’alternativa sociale. E quindi ne parlo semplicemente perché so che ci sono un sacco di ragazzi che ci stanno passando e spero di essere per loro d’ispirazione».Temi importanti, ma alla base di tutto c’è l’amore…«Assolutamente, io sono innamorato dell’amore. Non sono innamorato di nessuno in questo momento, ma dell’amore tantissimo».È stata una rivincita, per te, arrivare a Sanremo dalla tua cameretta?«Sì, se penso da dove sono partito mi fa molto strano e mi onora. Però la mia è una storia di rivalsa sociale. Io non parlavo a scuola da piccolo e sono arrivato a cantare nei palazzetti, quindi…».La collaborazione con Roberto Vecchioni prosegue, in qualche modo?«Sì, si, dovrebbe venire in qualche mia data e io dovrei andare in qualche sua data. Il nostro connubio artistico, in realtà, è iniziato prima di Sanremo perché lui ha scritto la intro del mio disco, quindi ci conosciamo da un po’. Poi ho fatto amicizia coi suoi figli, abbiamo un rapporto speciale io e il Prof.».Essendo tu sempre stato un fan di Vecchioni, quanto ti ha fatto piacere questo connubio artistico?«Io sono nato perché i miei si sono innamorati con una canzone del Prof. Vecchioni, quindi sono su questo pianeta terra anche grazie a lui. Ma a parte questo, gli devo molto. I ragazzini crescono con dei poster di un o un altro cantante e io, nella mia famosa cameretta, avevo proprio il poster di Vecchioni, perché il mio papà me l’aveva regalato».Quindi, tu sogni… ragazzo…sogni…«Sì, sempre sempre. Tutti dovremmo sognare. Oggi abbiamo sempre un po’ paura di parlare di queste cose perché c’è molta disillusione, molto cinismo, però non c’è niente di male a sognare. Anche…».Questo tour, per te, è un punto d’arrivo ma anche di partenza, immagino.«Ovviamente, ho 23 anni e ancora tanti sogni da realizzare, ma sono molto superstizioso quindi se te li dico non succedono». I giovani oggi vivono nei social network. Ma quali sono le difficoltà più grandi, secondo te, che un ragazzo o una ragazza affrontano oggi?«I social hanno pro e contro. Io non avrei mai potuto fare questo lavoro senza social perché, essendo sempre stato molto timido, un talent per esempio non l’avrei mai potuto fare. I social sono chiaramente un mondo magico, molto interessante, ma bisogna capire che cosa è reale.  Secondo me ci sono un sacco di modi per riabbracciare la vita reale, per esempio, io quando mi sveglio la mattina, per un’ora non guardo il telefono. Mi permetto un attimo di capire dove mi trovo davvero. Perché altrimenti si rischia di essere intossicati».Sul palco fiorentino cosa ci farai sentire?«Ci saranno un po’ di ospiti, anche uno internazionale (se riusciamo) e spero di riuscire a invitare il Prof. Vecchioni, dico la verità. Se lo convinco, lo porto a mangiare bene e poi cantiamo insieme. Un appello ai fiorentini che verranno a vedermi il 21 aprile al Mandela Forum? Mettetevi qualcosa di giallo, da poter formare un mare giallo di persone durante il concerto».

'Da Fiorentino te ne sei andato'. Lo splendido striscione della Fiesole per Barone

La Curva Fiesole ha scelto di omaggiare così il dg gigliato

Il tifo organizzato della curva Fiesole ha voluto far sentire tutto il proprio affetto al compianto dg Barone presentandosi in massa al Viola Park con uno striscione struggente dedicato proprio allo scomparso dirigente. I tifosi hanno anche abbracciato con grande trasporto un commosso Rocco Commisso. 

Morte Barone, l'arrivo di Rocco Commisso

Tutto l'ambiente Fiorentina si stringe nel dolore per la perdita di Joe Barone

Rocco Commisso, insieme alla moglie Catherine, al fratello di Joe Barone e alcuni familiari e alcuni dirigenti di Mediacom sono atterrati a Firenze intorno alle 6.15. Rocco Commisso è apparso visibilmente provato in volto e stravolto dalla tragedia che ha colpito tutto l'ambiente Fiorentina.Tutto l'ambiente Fiorentina e lui personalmente, visto il rapporto di grande amicizia, fiducia e stima reciproca che c'era tra Rocco Commisso e Joe Barone.

Firenze, il Musart Festival si presenta

La kermesse, che si terrà dal 17 al 27 luglio 2024, trasloca al Parco Mediceo di Pratolino

È stato presentato quest’oggi, presso la Paggeria del Parco Mediceo di Pratolino, la nuova stagione del Musart Festival, in programma dal 17 al 27 luglio 2024, che quest’anno trasloca dal centro di Firenze. Infatti la kermesse fiorentina, che da otto anni a luglio ha animato piazza della Santissima Annunziata, quest’anno si sposta in un altro contesto straordinario, il Parco Mediceo di Pratolino, il parco paesaggistico più grande della Toscana che ospita il Colosso dell'Appennino - opera del Giambologna - inserito tra i siti patrimonio dell’Unesco.Lo spostamento dell’edizione 2024 del Musart Festival dal centro di Firenze al Parco Mediceo di Pratolino non è una decisione dell’ultimo minuto. Da tempo gli organizzatori stavano pensando a una location differente, per una evoluzione storico-culturale del progetto e (anche)per una questione climatica. Aumenterà anche il numero degli spettatori a ogni spettacolo. Infatti, se in centro a Firenze gli spalti ospitano circa 3.000 posti, nel Parco Mediceo di Pratolino, sulle colline della città, si potrà arrivare fino a 5.000 spettatori.Gli eventi in programmaPink Floyd Legend Orchestra della Toscana (il 17 luglio), Roberto Vecchioni (il 18 luglio), Loreena Mc Kennitt (il 21 luglio), Il Volo (il 22 luglio) e i Pooh (il 25 luglio) sono i primi nomi del Musart Festival 2024, la rassegna che porta a Firenze i protagonisti della musica e dello spettacolo. La prevendita dei biglietti online su TicketOne o nei punti vendita Box Office Toscana è partita. Per il concerto di Roberto Vecchioni i prezzi vanno da 28,75 a 57,50 euro, per Loreena McKennitt si parte da 40,50 per arrivare a 80,50 euro, per Il Volo i posti numerati vanno da 46,00 a 92,00 euro, così per il concerto dei Pooh. Per tutte le date è disponibile anche un Gold Pakage, che prevede biglietto di primo settore, catering con buffet e visite guidate al Parco Mediceo.Presenti alla conferenza stampa di presentazione del Musart Festiva:il presidente della Regione Toscana e delegato alla Cultura, Eugenio Giani; la consigliera delegata alla Cultura Città Metropolitana di Firenze, Letizia Perini; il sindaco di Vaglia, Leonardo Borchi; la vice sindaca e assessora alla Cultura del Comune di Firenze, Alessia Bettini; il sindaco di Vicchio e delegato alla Cultura Unione dei Comuni del Mugello, Filippo Carlà Campa; il sindaco di Scarperia e San Piero a Sieve e delegato al Turismo Unione dei Comuni del Mugello, Federico Ignesti; il presidente Unione dei Comuni del Mugello e sindaco di Dicomano, Stefano Passiatore; il sindaco di Marradi e delegato alla Montagna/Aree Interne Unione dei Comuni del Mugello, Tommaso Triberti; il vice presidente Fondazione CR Firenze, Oliva Scaramuzzi; il presidente Istituto degli Innocenti, Maria Grazia Giuffrida; il presidente AT-Autolinee Toscane, Gianni Bechelli; il presidente Associazione Culturale Musart, Claudio Bertini; il consigliere Associazione Culturale Musart, Massimo Gramigni.Interventi ospiti Musart Festival"Dopo il successo delle precedenti edizioni – spiega il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani - anche quest'anno Musart Festival si preannuncia ricco di sorprese, presentandosi al pubblico con un cartellone pieno di eventi di qualità, che come sempre porteranno in Toscana grandi nomi della musica e dello spettacolo di livello internazionale. E, da quest'anno, il festival lascia la splendida piazza rinascimentale della Santissima Annunziata, nel centro di Firenze, per spostarsi a Pratolino. Una location sicuramente più fresca, visto che Musart si svolge a luglio, ma anche un motivo di interesse in più per il pubblico che potrà visitare il grande Parco Mediceo, dove troneggia il colosso dell'Appennino opera del Giambologna, inserito tra i siti patrimonio dell'Unesco. Oltre ad offrire una suggestiva cornice e un assaggio di un inestimabile patrimonio culturale, paesaggistico ed ambientale, questa inedita location è in sintonia con quanto anche la Regione sta facendo per diffondere la cultura e la sua fruizione sul territorio. Un abbinamento virtuoso, di cui ringrazio l'associazione che organizza l'evento e che anche quest'anno, sono sicuro, regalerà emozioni e serate indimenticabili a chi vi parteciperà"."Il Parco di Pratolino accoglie volentieri Musart e gli spettacoli che vi saranno allestiti - spiega Letizia Perini, consigliera della Città Metropolitana di Firenze delegata alla Cultura e ai Parchi – È una rassegna coerente con gli obiettivi di valorizzazione paesaggistica, monumentale e culturale del Giardino delle Meraviglie, che con tanta tenacia abbiamo perseguito nel corso degli anni"."Posso finalmente dichiararmi contento per questa collocazione artistica di livello nel Parco Mediceo di Pratolino – aggiunge il sindaco di Vaglia Leonardo Borchi - per la cui valorizzazione e fruizione la mia Amministrazione si è sempre prodigata".“Una cultura senza confini che arriva ad abbracciare un ambito sempre più ampio –dichiara la vicesindaca e assessora alla Cultura e al turismo del Comune di Firenze, Alessia Bettini -: dal centro alle periferie, fino a coinvolgere tutto il territorio dell’ambito turistico fiorentino e dell’area metropolitana. È la visione che si riflette in questa nuova edizione di Musart, che offre un'opportunità straordinaria per immergersi nella musica e nello spettacolo di qualità in un contesto davvero unico come quello del Parco mediceo di Pratolino, in grado di trasformare ogni evento in un'esperienza magica. Un mix di generi musicali che si unisce all’impegno verso la sostenibilità ambientale e la valorizzazione dei tesori artistici di questo luogo straordinario, offrendo nuovi scenari e ampliando l'accessibilità culturale per far vivere la cultura in ogni parte del territorio”.“Crediamo in questa manifestazione – afferma la Vice Presidente di Fondazione CR Firenze Oliva Scaramuzzi – fin dalla sua prima edizione non solo per il suo valore culturale, ma anche perché ha contribuito moltissimo alla riqualificazione di Piazza Santissima Annunziata alla quale la Fondazione tiene moltissimo avendo sostenuto numerosi e significativi interventi che hanno interessato soprattutto il complesso della basilica. Il festival ha saputo coinvolgere, ricevendo una grande risposta, tutte le realtà pubbliche e private che si affacciano sulla piazza e siamo certi che anche in questo nuovo corso saprà valorizzare al meglio le bellezze e le caratteristiche del parco mediceo che è uno spazio davvero magico’’.“È un piacere per il Mugello collaborare per una rassegna culturale di qualità come quella di Musart Festival – aggiunge Stefano Passiatore, sindaco di Dicomano e presidente Unione dei Comuni del Mugello - offrire eventi culturali, in una cornice splendida come quella del Parco di Pratolino, valorizza quella bellezza che come territorio possiamo offrire. Una rapporto con MusArt che si rafforza e che vedrà aumentare gli eventi collaterali del Festival nei nostri comuni”.“Dopo otto edizioni, inauguriamo una nuova fase– dichiarano Massimo Gramigni e Claudio Bertini dell’associazione culturale Musart – figlia anche dei cambiamenti climatici. Entreremo al Parco di Pratolino in punta di piedi, con il rispetto che questo luogo richiede. Dagli allestimenti alla ristorazione, dalla mobilità alla riduzione dei consumi di acqua e plastica: abbiamo ripensato tutto, in una chiave ancora più eco-sostenibile. Il festival terrà fede al proprio nome, abbinando agli spettacoli visite guidate ai tanti tesori artistici del parco. Ci piace l’idea di presentare spettacoli in questo meraviglioso spazio dove già cinque secoli fa i Medici organizzavano i loro eventi estivi”.

Tuscany Hall cambia nome, da domani si chiamerà Teatro Cartiere Carrara

Nuovo amore che unisce ancora di più le sue attività al marchio storico dell'imprenditoria Toscana, per i prossimi 6 anni

Nuovo amore e nuova programmazione per il Tuscany Hall, ex Teatro Tenda di Lungarno Aldo Moro, a Firenze. Dal primo marzo 2024 si chiamerà Teatro Cartiere Carrara, collegando ancora di più le sue attività al marchio storico dell'imprenditoria Toscana, per i prossimi 6 anni. Nato nel 1978 come Teatro Tenda, lo spazio di Lungarno Aldo Moro è divenuto nel tempo un vero e proprio punto di riferimento per l'offerta culturale toscana. Nel 2002 il vecchio tendone lasciò posto a una struttura permanente, capace di accogliere fino a 2.30 persone, con un sistema modulare di allestimento per ospitare- oltre a concerti e spettacoli- anche convegni, fiere, concorsi, eventi gastronomici e molto altro ancora. Nel corso degli anni il palco è stato calcato dai più grandi nomi del panorama artistico internazionale, da Patti Smith a Ligabue, fino a Nick Cave, Sigur Ros, Moby, Muse, Simple Minds, Cesare Cremonini, Robert Plant, Joan Baez, Maneskin. Nei prossimi mesi in arrivo, tra gli altri, Fabio Concato (9/3), Angelo Pintus (12-14/4), Fulminacci (18/4) e l'attesissimo live di Angelina Mango (21/10), vincitrice dell'ultimo Festival di Sanremo.Grazie al sostegno di Cartiere Carrara e, dal 2017, di Banca Cambiano, il nuovo Teatro Cartiere Carrara sarà dunque - sempre più- sala polivalente di qualità, destinata pubblico, imprese, istituzioni e associazioni."È proprio in questo spirito di collaborazione con il territorio che la nostra azienda intende proseguire la partnership con quello che fu lo storico Teatro Tenda - dice Mario Carrara, vicepresidente di Cartiere Carrara -. Tradizione, qualità, ma anche pa popolarità della proposta del Teatro Cartiere Carrara si sposano perfettamente con la vision della nostra azienda, che affonda le proprie radici addirittura nel 1873 e che, oggi, grazie al lavoro e all'esperienza della nostra famiglia, rappresenta un punto di riferimento per l'economia toscana, oltre che nazionale. Legare il proprio nome a un luogo dove cultura e spettacolo sono di casa dimostra l'impegno di Cartiere Carrara per la comunità d'appartenenza, attraverso un sostegno concreto alla cultura, al talento e alle capacità imprenditoriali".Dicono Massimo Gramigni e Claudio Bertini di Teatro Tenda srl: "Ci piace pensare aCartiere Carrara e Banca Cambiano non come meri sponsor, ma partner preziosi. Si dice chegli amici si vedono nel momento del bisogno: ci teniamo a ricordare il sostegno di CartiereCarrara e Banca Cambiano durante la pandemia Covid, quando tutti i teatri erano chiusi e ilsentimento di incertezza sfiorava il disorientamento. Non dimentichiamo questi gesti elavoriamo affinché questo teatro continui a essere un riferimento culturale per tutta la cittae non solo".Nuovo Logo ufficiale

Amichevole Italia-Irlanda del Nord femminile al Viola Park termina a reti bianche

Per la capitana Sara Gama è stata l'ultima partita con la maglia azzurra

L’amichevole tra la Nazionale italiana di calcio femminile e l’Irlanda del Nord, che si è giocata questo pomeriggio presso lo Stadio Curva Fiesole del Viola Park a Bagno a Ripoli è finita 0-0.Una partita (la prima di una Nazionale che si è giocata al nuovo Centro Sportivo della Fiorentina) che è stata sicuramente probante in vista delle prossime imminenti qualificazioni agli Europei del 2025, contro un avversario in forte ascesa che attualmente occupa il 24° posto nel ranking FIFA e che ha stravinto il proprio girone di Nations League nella Lega B. E le azzurre del c.t. Soncin sono state volitive e hanno ben figurato, giocando una buona gara davanti al pubblico di Firenze. È mancato solo il gol, ma la prestazione c’è stata contro la fisicità della irlandesi.Quella di questo pomeriggio al Viola Park, inoltre, è stata l’ultima apparizione in azzurro di Sara Gama, la capitana della “Ragazze mondiali nel 2019", nonché campionessa d’Europa nel 2008 con l’Under 18. Infatti, prima della partita è stata omaggiata dal presidente della Figc Gravina e al 50’, quando è stata sostituita, ha ricevuto l’abbraccio simbolico di tutto lo stadio, con un grande applauso, ma anche quello pratico di tutte le sue compagne di squadra che si sono fermate, hanno raggiunto la zona del campo dove si effettuano le sostituzioni e le hanno concesso un’uscita d’onore applaudendola e abbracciandola una ad una. Gama ha chiuso la sua carriera azzurra con 140 presenze in Nazionale.Per quanto riguarda le viola-azzurre, invece, 90’ minuti li ha giocati Schroffenegger, mentre Michela Catena è entrata in campo al 65’ e Emma Severini al 76’. Tutto questo, davanti agli occhi di mister De La Fuente, presente in tribuna.

I grandi spettacoli in arrivo a Firenze: Angelina Mango, Mr Rain, Annalisa, Gazzelle, Alfa, Fulminacci…

La Molisana sostiene lo spettacolo e la cultura: un nuovo partner per Tuscany Hall e Prg

Angelina Mango, Annalisa, Gianna Nannini, Mr. Rain, Alfa, Baustelle, Subsonica, Angelo Duro, Luca Ravenna, Angelo Pintus... Solo alcuni big della musica e dello spettacolo in scena nei prossimi mesi a Firenze, grazie al sostegno di La Molisana, nuovo partner del teatro Tuscany Hall e dell’agenzia Prg.Storico pastificio che dal 1912 produce pasta di grano italiano e semole di alta qualità e di tenacità certificata, La Molisana sigla per la prima volta una partnership con una azienda e con uno spazio votati allo spettacolo e alla cultura. Senza dimenticare la solidarietà: nell’occasione, La Molisana donerà 2.000 chili dei suoi prodotti alla Fondazione Solidarietà Caritas Firenze, che da anni aiuta le persone più bisognose e svantaggiate.“Siamo felici di questa nuova collaborazione con Tuscany Hall e Prg – afferma Rossella Ferro, titolare e direttore marketing del pastificio La Molisana – La partnership ci consente di proseguire il nostro cammino nel solco della cultura e della solidarietà, sempre più convinti di quanto l’economia della conoscenza crei benessere sia a livello individuale che collettivo. Sostenere e promuovere la cultura è un atto prezioso di cura nella nostra società dominata sempre più dalla frenesia e dal consumismo”."Ringraziamo La Molisana per la generosità e la sensibilità dimostrate nei confronti di chi ha più bisogno. Ogni giorno solo alla nostra mensa cittadina di via Baracca si rivolgono 300-320 persone in cerca di un pasto (spesso l'unico del loro giornata) ma anche di una mano tesa e di ascolto. A loro si aggiungono le 220 persone che quotidianamente vanno a mangiare nelle 8 mense di quartiere, e le oltre 700 persone, tra cui molti minorenni, ospitate nelle strutture di accoglienza che gestiamo. Questa donazione ci aiuterà a garantire loro un piatto caldo" afferma Vincenzo Lucchetti, presidente di Fondazione Solidarietà Caritas di Firenze.“Voglio esprimere grande gratitudine a un’impresa familiare che ogni giorno mette in scena un vero e proprio spettacolo: 300 artisti e tecnici per produrre una pasta che racconta le nostre terre italiane. Ho avuto l’onore di visitare lo stabilimento di Campobasso. Ho visto i volti delle donne e degli uomini, una forza lavoro che assomiglia ai nostri tecnici. Ho visto le terre dove viene coltivato il grano e vedo tutti i giorni La Molisana sugli scaffali di casa e di Coop Firenze. È proprio uno spettacolo”, commenta Massimo Gramigni, presidente del Tuscany Hall Firenze.I grandi spettacoli del Tuscany Hall ripartono il 27 febbraio con “Symphonika On The Rock”, grandi classici del rock arrangiati per band e orchestra. Il primo marzo spazio al principe della risata, Uccio De Santis. Il 2/3 arriva Pupo, il 4 e il 5/3 l’ironia corrosiva di Angelo Duro, il 9/3 Fabio Concato in concerto, il 12/3 “Music is Coming”, le celebri colonne sonore del cinema fantasy interpretate dall’orchestra Lords of The Sound. Tre date per Angelo Pintus, dal 12 al 14 aprile, Fulminacci in concerto il 18/4 mentre l’attesissimo live di Angelina Mango è fissato per il 21 ottobre.E ancora, al Teatro Verdi in arrivo Massimo Ranieri il 6/3, Levante il 18/3, Amedeo Minghi il 26/3, Baustelle l’8/4, Samuele Bersani il 17/4, Giovanni Allevi il 27/10.Dal palco del Festival di Sanremo a quello del Mandela Forum: Gazzelle il 21/3, Annalisa il 6/4, Alfa il 21/4, Mr. Rain il 28/11, Alessandra Amoroso il 12/12. Sempre al Mandela, il grande ritorno di Gianna Nannini, il 14/12.I biglietti per questi spettacoli sono in prevendita nei punti vendita Box Office Toscana http://www.boxofficetoscana.it/punti-vendita (tel. 055.210804) e online su www.ticketone.it.Info tel. 055.667566 - 055.65.04.112 - www.bitconcerti.it – www.tuscanyhall.it.

Fiorentina femminile, niente sorpasso sulla Juve. Ma la gara è positiva

Finisce in pareggio il big match contro le bianconere

Il big match del campionato finisce 2-2. La Fiorentina si porta sul 2-1, s’illude di poter ottenere la prima vittoria storica sul campo della Juventus (dove non ha mai vinto in campionato in 8 partite), poi viene raggiunta a un quarto d’ora dalla fine. Le gigliate, dunque, non riescono a effettuare il sorpasso in classifica ai danni della stessa Juventus, pur rimanendo terze e salendo a 32 punti (a -2 dalla Juve e a -7 dalla capolista Roma). Il pareggio ottenuto alla fine di questa 14ª giornata, comunque, non pregiudica il sogno e obiettivo dichiarato di qualificarsi alla prossima Champions League. Anche se la strada è ancora lunga e tortuosa, visto che mancano altre 4 partite alla fine della Regular Season della serie A femminile e, dopo, verrà giocata la Poule Scudetto. Ma la grinta e mentalità sono quelle chieste da De La Fuente. E sono quelle giuste. Così come sono giusti i piedi di Madelen Janogy, che ha trascinato la Fiorentina per 70’ contro Bonansea e compagne, allo Stadio La Marmora-Pozzo di Biella.AVANTI - Al 20’ del primo la Fiorentina passa in vantaggio proprio con Janogy che, servita con una palla filtrante di Hammarlund - brava a proteggere spalle alla porta e con tre avversarie addosso il pallone e a servire la compagna - si trova a tu per tu con Peyraud Magnin e la infila con precisione e freddezza. Alla sua prima gara da titolare, la svedese arrivata a rinforzare la rosa di De La Fuente nel mese di gennaio, conta già 3 gol in 4 partite tra campionato e Coppa Italia.RIACCIUFFATE - Pareggio (quasi) immediato della Juventus che al 26’ realizza l’1-1 con Grosso. Ma Janogy è inarrestabile e mette a segno la sua doppietta personale, riportando la Fiorentina in vantaggio al 32’: bella la ripartenza di Vero Boquete che, dopo un paio di dribbling ai danni delle avversarie, vede e serve sulla sinistra la corrente Faerge, cross in area dove Janogy c’è, controlla e calcia potente di destro per la sua prima doppietta in serie A e, soprattutto, per 2-1 viola, risultato sul quale le due squadre sono andate a riposo. Ora, le reti segnate dall’attaccante svedese da quando è arrivata a Firenze il 3 gennaio scorso, sono 4 in 4 gare.REAZIONE - Nella ripresa, la Juventus prova a premere sull’acceleratore, mentre la Fiorentina cerca di difendere il vantaggio. Anche se al 73’, un retropassaggio sbagliato della difesa regala sui piedi di Beerensteyn la palla del possibile pareggio, ma Schroffenegger con un grande intervento, con la punta delle dita, salva la Fiorentina.  Pareggio che arriva poco dopo, al 74’, quando la nuova entrata Echegini, servita in area, in caduta, riesce a colpire la palla di interno destro e a cercare il palo lontano dove Schroffenegger, questa volta, non può arrivare. È il 2-2.RIPRESA - Nei secondi 45 minuti si è vista molto più la Juventus, che addirittura, dopo il pareggio, ha cercato di accelerare i tempi per provare a vincere la partita. Andando più volte al tiro con Beerensteyn, con Girelli e con Echegini. Dall’altra parte, la Fiorentina non si è più resa pericolosa, soprattutto dopo l’uscita dal campo di Janogy e Hammarlund per Mijatovic e Longo al 70’.BUON PUNTO - La partita finisce 2-2. Il sorpasso ai danni della Juventus non c’è stato, ma le viola hanno dimostrato di potersela giocare alla pari. E che il sogno qualificazione Champions League è assolutamente alla portata della squadra di De La Fuente.