Probabilmente ci sarà già qualcuno pronto col classico ‘Kayode? Per x milioni ce lo porto io’. D’altronde ormai, nel calcio moderno in cui i bilanci e le plusvalenze eccitano come un gol al novantesimo, è diventata prassi pensarla così. Non per tutti, sia chiaro. Sicuramente questo è il ‘mood’ che caratterizza Rocco Commisso, da sempre attento alla sostenibilità dei conti nonostante abbia un patrimonio enorme, perché Rocco è ricco, sì, ma la Fiorentina no.
D’altronde i ricavi del club quelli sono, e senza infrastrutture o la Champions quelli resteranno. Certo, se poi quando sei quarto a inizio gennaio e prendi Faraoni e Belotti, giochi un mese coi soli Ikoné e Brekalo come esterni d’attacco, sarà difficile riuscire ad aumentare le entrate, ma questa è un’altra storia. La filosofia di Commisso, tuttavia, è sempre stata chiara, piaccia o meno. Basta ripensare all’elogio delle vendite di Vlahovic e Chiesa e ai confronti col rendimento di Cabral e Jovic, ma anche questa è un’altra storia.
Tornando a Kayode c’è un altro aspetto da tenere in considerazione. Non tanto che il Tottenham potrebbe mettere sul piatto tra i 40 e 50 milioni di euro per un ragazzo che un anno fa nessuno conosceva, che ha fatto una sola stagione tra i professionisti, che in teoria era il ‘vice Dodo’ etc etc, ma quanto che Kayode è il primo prodotto della filosofia dei giovani del Viola Park. La Fiorentina ha sempre detto che l’obiettivo del centro sportivo di Bagno a Ripoli era quello di formarsi in casa dei giovani su cui poter creare un grande futuro. Se il primo che esordisce, fa bene e si afferma venisse venduto alle prime sirene di mercato…
Se Kayode partisse sarebbe difficile da spiegare. Non tanto perché in fin dei conti è un terzino, mica un centravanti che ti fa chissà quale differenza, non perché porterebbe una plusvalenza monstre da poter reinvestire sul mercato (per prendere un centravanti che faccia la differenza, visto che tutti gli altri presi dal dopo Vlahovic sono stati dei flop), non perché la sua valutazione potrebbe aumentare ancora e non di poco, non perché col caos del restyling del Franchi ci sarà un calo di entrate (stimabili in pochi milioni di euro, val bene ribadirlo), ma perché potrebbe dare l’idea che l’investimento sul Viola Park non abbia come obiettivo altro se non il formarsi dei giovani da poter vendere, quindi incassare. Cioè, e l’aspetto sportivo? Argomentazione che già ad oggi è abbastanza borderline, ma che potrebbe esplodere in caso di cessione dell’esterno classe 2004.
Si mettano l’anima in pace quelli del ‘Kayode? Per x milioni ce lo porto io’. A questo giro la cessione del terzino potrebbe rivelarsi un boomerang. Molto di quanto detto potrebbe cambiare se arrivassero nomi altisonanti coi soldi di Kayode, ma nell’era Commisso quasi mai sono stati ben reinvestiti i soldi entrati da cessioni eccellenti. E anche questa è un’altra storia. Cosa farà, dunque, la Fiorentina? Domanda lecita, ai posteri la classica ardua sentenza.
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