Oggi fare proiezioni sui tassi, sull’inflazione o sulle decisioni di Fed e BCE sembra quasi un esercizio inutile. Tradizionalmente, questi indicatori rappresentano le fondamenta della politica economica e finanziaria globale, ma attualmente appaiono secondari rispetto all’imprevedibilità delle scelte politiche di Donald Trump. Per quanto fondamentali, questi fattori cedono il passo a ciò che Donald Trump potrebbe decidere di fare domani.
La sua volontà di imporre misure restrittive sul commercio internazionale crea un'incertezza dominante: dalle sue scelte dipenderanno inevitabili ritorsioni da parte dei paesi colpiti, come l'imposizione di dazi di ritorsione su beni chiave o la limitazione delle esportazioni di materie prime strategiche, con possibili escalation imprevedibili. Questo scenario influenza direttamente il rischio di surriscaldamento dei prezzi, ma anche una potenziale contrazione degli utili aziendali.
Le tensioni tra la Casa Bianca e la Federal Reserve restano al centro dell'attenzione.
Trump insiste per un taglio deciso dei tassi d'interesse, mettendo pressione sulla Fed guidata da Jay Powell, sostenendo che la Fed dovrebbe abbassare i tassi "di molto", dichiarandosi più competente in materia rispoetto ai suoi predecessori. Questa posizione ha contribuito a indebolire il dollaro, che ha toccato i livelli più bassi da dicembre.
Dopo tre tagli consecutivi nel 2024, la Fed sembra orientata a mantenere stabili i tassi tra il 4,25% e il 4,5%, preoccupata che le politiche di Trump — come dazi e tagli fiscali — possano alimentare pressioni inflazionistiche e destabilizzare il commercio globale, con impatti significativi sugli investimenti privati, sulle catene di approvvigionamento e, di conseguenza, sulla crescita economica complessiva.
La resilienza della Fed sotto pressione sarà centrale nel 2025. Pur stimolando l'economia, le politiche di Trump potrebbero aggravare l'inflazione e alcuni grandi operatori del settore del risparmio gestito, iniziano a considerare addirittura un possibile rialzo.
Sono previsioni e mai come questa volta la variabile (Trump) è ancora più imprevedibile rispetto a quelle a cui siamo abituati. Personalmente ritengo che l’anno potrebbe concludersi con 2 tagli da 25 bps o 2 rialzi da 25 bps per la Fed, un’incertezza che riflette la complessità del contesto attuale e l’imprevedibilità delle scelte politiche, alla quale non mi sorprenderebbe assistere.
Buon fine settimana a tutti
Condividi
Attiva i cookies