Italia e Usa i principali mercati

Si profila un'ottima per l'olio extravergine di oliva Laudemio, che riunisce 21 produttori, distribuiti tra le province di Firenze, Arezzo e Siena. La raccolta delle olive per il Laudemio si è conclusa il 30 novembre 2024, come previsto dallo statuto della Società consortile Laudemio, ed ha visto una produzione significativa rispetto all'annata precedente, anche se con rese più basse rispetto alle previsioni intorno all'8-10%, per un raccolto considerato tra "i migliori degli ultimi anni".
    
"Oggi la vera sfida è la qualità - afferma in una nota la presidente del consorzio Diana Frescobaldi -. Abbiamo regole di produzione e di commercializzazione molto stringenti al fine di tutelare l'alta qualità e l'identità del Laudemio il nostro obiettivo è far conoscere al consumatore storia, tradizione, genuinità raggiunte con rispetto verso il territorio e l'ambiente. Principi che orientano l'intero processo produttivo, ma vogliamo andare oltre la qualità perché il Laudemio rappresenta il territorio più vocato dell'olivicoltura toscana e la nostra storia. In Italia abbiamo 500 diverse cultivar mentre in altri Paesi del Mediterraneo non arrivano a 100. Il patrimonio olivicolo italiano è molto più qualificato per l'identità non ripetibile altrove e il Laudemio rappresenta l'eccellenza di questo patrimonio". Frescobaldi ricorda che per il Laudemio "l'Italia è il mercato principale con il 28%, a seguire il Nord America con il 27%, l'Asia con il 16% di cui il Giappone il 10% e gli altri paesi europei con il 12%".

    
"L'andamento climatico ha reso l'annata olearia complessa - osserva ancora -, la quale è stata caratterizzata da molta pioggia nel periodo dell'impollinazione ed il prolungato caldo durante la fase di maturazione e di nuovo pioggia nella fase conclusiva della maturazione e durante la raccolta. Tutto questo ha portato ad una produzione abbondante di olive, con livelli di grandissima eccellenza del nuovo extravergine con ottima qualità, gusto equilibrato lievemente piccante e leggermente amaro, con un retrogusto fruttato, ma con una resa molto bassa, molto è dipeso anche dal periodo della raccolta, è stato strategico dilazionarla. Quella dei nostri soci si estende su una superficie media oliveta di 950 ettari. Il bilancio è pertanto positivo per la quantità e la qualità ottenuta complessivamente uno dei migliori raccolti degli ultimi anni".
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