La protesta è stata preceduta da un'assemblea dei lavoratori

Lavoratori della manutenzione della Rete Ferroviaria Italiana hanno dato vita a un presidio e a una manifestazione per rivendicare migliori condizioni di lavoro, salari adeguati e per protestare contro un accordo siglato dai sindacati lo scorso gennaio. La protesta ha preso vita inizialmente di fronte alla stazione di Santa Maria Novella, dove uno striscione recitava "Sindacato fannullone fa solo l'interesse del padrone", per poi dirigersi per le vie del centro cittadino.

Alberto Russo, rappresentante del sindacato Cobas, ha chiarito: "Un accordo firmato il 10 gennaio da diverse organizzazioni sindacali porterà allo smantellamento del quadro normativo esistente, causando un peggioramento delle condizioni di vita, sicurezza e prospettive dei lavoratori della manutenzione. Questa è la ragione della manifestazione". 

La protesta è stata preceduta da un'assemblea dei lavoratori, che hanno deciso di scioperare per la terza volta quest'anno in risposta alla firma dell'accordo.

Sara Bartoloni, membro del sindacato Cub, ha evidenziato: "L'accordo permette all'azienda di modificare gli orari di lavoro, incluso l'introduzione di turni precedentemente non previsti e la possibilità di lavorare sette giorni su sette. Ciò mette a rischio sia la vita che la sicurezza dei lavoratori". 

Bartoloni ha anche affrontato il tema dei ritardi dei treni: "Spesso la colpa è della mancanza di manutenzione. Tuttavia, i ritardi sono talvolta causati dal privilegiare treni come i Freccia, più redditizi sul mercato, a discapito di quelli dei pendolari. I lavoratori della manutenzione operano giorno e notte, ma richiedono orari di lavoro umani"

La protesta dei lavoratori della manutenzione ferroviaria riflette preoccupazioni serie riguardo alle condizioni lavorative e agli accordi sindacali, ponendo l'accento su questioni cruciali quali sicurezza, orari di lavoro e trattamento equo.

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